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18/03/14

BENEVENTO - “Alighieri non perdona”: tornano in scena “I Modestissimi” , in un allestimento “agrodolce”, che diverte e fa riflettere

Michele Pietrovito e Donatella Loffredo

Direzione artistica di Donatella Loffredo e Michele Pietrovito. Partecipa anche la D.S. Annamaria Morante


di Maria Ricca

E’ “Alighieri non perdona”, il titolo dello spettacolo che “I Modestissimi” , del Centro Territoriale Permanente-"I.C. "Bosco Lucarelli",  porteranno in scena il 7 ed 8 aprile prossimi, alle 20,30, al  Teatro Massimo. La compagnia, diretta da Donatella Loffredo e Michele Pietrovito, si cimenta questa volta in un allestimento molto particolare. Agrodolce, si direbbe…
Scenario è un albergo molto semplice, una pensione, in cui si alternano personaggi dei più diversi, ciascuno legato all’altro dalle vicissitudini dell’esistenza. Fra personaggi strani e bizzarri, persino il “Sommo Poeta Dante Alighieri”. Tanti escamotages per raccontare un’unica verità, come si legge nelle note di regia di Pietrovito: “La vita terrena è paragonabile ad un pranzo con tante portate. L'antipasto è l'inizio,il secondo è il giro di boa che il sommo poeta Dante descrive con le immortali parole "nel mezzo del cammin di nostra vita". E' a questo punto che l'uomo si interroga sul proprio destino...è al giro di boa che il traguardo della morte si fa più vicino. L'ammazza caffè non lascia più speranza, ma solo l'amaro in bocca, soprattutto se lungo la strada hai perso o rischi di perdere affetti molto cari. La vita è breve ed è peccato sprecarla in inutili bla bla bla (cit.). Bisogna sorridere per regalare un sorriso e, come dicono gli inglesi, anche nei momenti di difficoltà ...SMILE!” Gli fa eco la Loffredo: “A volte può capitare che anche chi cerca di vivere intensamente e sempre in maniera positiva è costretto a fermarsi, smettere di sorridere e rendersi conto che, dietro l’angolo, c’è anche il negativo che attende inesorabile e spietato; altre volte, invece, c’è chi spreca la vita arrovellandosi la mente in problemi inesistenti e futili, in paranoie, depressioni croniche e fissazioni maniacali. Non c’è mai una via di mezzo.
Il fattore comune ai due casi è “la signora” che tutti spaventa e a cui nessuno può sottrarsi, la signora in nero, la morte. E’, infatti, la morte protagonista assoluta di questa storia che perseguita alcuni ed impedisci ad altri di gioire delle fortune della vita. “Giocare” sul palco parlando di questo argomento permette di esorcizzare la paura comune a gran parte di ognuno di noi, di metabolizzare il dolore, di accettare le assenze, perché, come diceva il grande Falcone, “chi non ha paura di morire muore una volta sola...chi ha paura muore ogni giorno”. Una riflessione condivisa dalla dirigente scolastica Annamaria Morante, che cita Chaplin ed Henry Ford, il primo, per ricordare che occorre buttare il cuore oltre l’ostacolo e vivere intensamente le proprie passioni e il secondo per ribadire che  "a vent'anni come a ottanta chi continua ad imparare è giovane, chi cessa d'imparare è vecchio." Due massime che, sottolinea la dirigente, costituiscono il moto ispiratore delle scelta di sostenere l’impegno dei “Modestissimi” e di prender parte personalmente al loro lavoro: “L'amore per il teatro, l'amicizia dei promotori, la voglia di conoscenze esperienziali, la considerazione che la CULTURA passa attraverso molteplici fattori quali l'educazione permanente e ricorrente, l'associazionismo amatoriale, la socializzazione, il divertimento...hanno fatto da corollario. Nel ruolo istituzionale di dirigente del Centro Territoriale Permanente, acquisito dal primo settembre 2013 un plauso ai "colleghi/attori" della compagnia I MODESTISSIMI che, da bravi professionisti del settore, mi hanno accolto non come debuttante, ma come una loro pari”. I ringraziamenti della Dirigente, oltre ai registi “che da quasi un decennio collaborano con il centro territoriale permanente, contribuendo alla formazione degli adulti del quartiere e della città tutta va, naturalmente, anche ai docenti Carmine Bozzella, Rosa di Meglio, Silvana Ionico. E a quanti vorranno evitare che "l'opera finisca senza applausi".