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02/03/14

La rassegna del “Magnifico Visbaal” - I “Sentimenti all’asta” di Nunzia Schiano: l’emozione del teatro-verità che punta dritto al cuore

di Maria Ricca

Quanto sottile  è il “diaframma” che separa scena e vita, quando sul palco  c’è un’attrice intensa e caratterialmente forte come Nunzia Schiano? In grado di attingere così profondamente al proprio vissuto, alle proprie emozioni, alla propria capacità di comunicare direttamente con il pubblico.  “Rapito”, quest’ultimo,  dalle sue rare qualità e dalla sua voglia di mettersi in gioco, utilizzando la propria fisicità per dar vita alla figura di una moglie abbandonata, in “Sentimenti all’asta…per donna sola”, l’opera andata in scena questo finesettimana, nella rassegna “Magnifico Teatro” del “Magnifico Visbaal”, diretto dall’attore e regista Peppe Fonzo,
Venticinque anni di matrimonio, quelli con lo “splendido”  Sheldon, che Stephanie ripercorre con rabbia e dolore, non risparmiando a se stessa nessuna delle fasi tipiche dei “giorni dell’abbandono”: l’incredulità per quell’aver dimenticato  il percorso fatto insieme, dall’incontro alla nascita dei figli, ormai grandi e  “perduti nelle loro vite”, la depressione “formato pigiama”, che la condanna al divano, dove si sdraia, imbottita di sonniferi, che non servono a nulla, se non ad accrescerne lo sgomento, e poi la compassione dell’amica del cuore, che la “nutre”e a cui confida la propria disperazione, denigrando quel marito viscido ed insopportabile, vanesio ed instabile, in una parola…amatissimo. Non resta che darsi allo yoga (impossibile!), alle buone letture (ma a che servono?), alle uscite per mostre e concerti (giusto per sentirsi sola, in mezzo a tanta gente!) e allo sfogo amaro contro la “rubamariti”, signorina elegante e finta, di cui non vuole parlare, ma contro la quale  vomita ogni ingiuria, e comprensibilmente. Si chiude in proscenio, ad una vendita  immaginaria di effetti personali di altri, che la protagonista, incredula, vede messi all’asta, come il suo dolore di donna distrutta e annientata.
Una Nunzia Schiano straordinaria e lontana anni luce dalla “caratterista” dei film di Siani e dai testi del teatro napoletano su cui si è formata e di cui rivendica la forza, contro certe istanze “futuriste” che scioccamente vorrebbero prescindere dalla tradizione.  Un’attrice e una donna “vera”,  perfettamente in parte e padrona della scena e delle sue corde  in maniera talmente vibrante da commuoversi sul serio, alla fine, quando ricorda con gratitudine (che sorpresa!) quanto all’Ospedale “Rummo” abbiano fatto per salvare la vita a suo marito (quello vero!),   collaboratore con lei in teatro.
Un testo non “facilissimo – sottolinea la Schiano, nell’intervista che abbiamo realizzato prima dello spettacolo – La storia di come matura un abbandono nel tempo, che  indaga nel mondo femminile profondo da depressione a risoluzione.” Ma lei non crede “al teatro come terapia. Deve creare però discussione, farti uscire con delle domande in testa e la voglia di porti dei quesiti sulla tua vita.”
“Il prossimo spettacolo che avremo in rassegna  – sottolinea Peppe Fonzo, direttore artistico del Magnifico Visbaal – è stato scelto proprio secondo questo criterio: quello di offrire un’occasione seria di discussione, lasciandoti delle sensazioni e delle emozioni che ti fanno pensare. Sarà “Freeze”  (in programma il 15 e 16 marzo, n.d.r.), una drammaturgia molto particolare, giocata sul “non detto”, con una compagnia giovane ed entusiasta. Finora positiva è stata la risposta del pubblico alla rassegna, bene per una manifestazione neonata, senza grandi finanziamenti. Si vede che c’è tanta voglia buon teatro. Abbiamo scelto spettacoli molto diversi tra loro, con il collante dei nuovi linguaggi.

Anche la nostra esperienza laboratoriale (con gli allievi che frequentano la struttura) è molto giocata nel segno della ricerca teatrale e dell’esplorazione. L’ essere umano prima di tutto, in un percorso artistico che preveda la sperimentazione emotiva.”