Presentato all’Almost Blue, il volume "Mangiato bene?”, della giornalista del “Corriere”
di Maria Ricca
Una serata di amabile e gustosa
dissertazione suI senso del cibo per presentare il volume di Roberta Schira, autrice
e giornalista del “Corriere”, all’Almost Blue.
"Mangiato bene? – Le 7 regole per riconoscere la buona
cucina" (Salani editore), il titolo del volume presentato per
iniziativa gour_man (www.ilgourman.it), in collaborazione con Sanniopress.it e con il
sostegno di Confcooperative e Natan edizioni. Il giudizio sulla cucina - ha sottolineato Giancristiano Desiderio,
giornalista e scrittore, nell’incontro moderato da Antonio Medici, qui in veste
di operatore culturale e gourmet - dev’essere di tipo pratico ed oscilla tra
due estremi, quello critico-gastronomico e quello di chi non sa nulla di nulla
e giudica solo sul piacere che il cibo porta . La via giusta è quella mediana. E
allora ecco le sette regole enunciate nel libro, elementi chiave nella valutazione di un percorso del
gusto : Ingredienti, Tecnica, Genio, Equilibrio/Armonia, Atmosfera, Progetto,
Valore. Per
orientarsi, certo, secondo il giudizio “determinante”, direbbe Kant – ha continuato
Desiderio. Anche se solo due
comandamenti restano essenziali, gli ingredienti e la tecnica, com’è peraltro nella
sostanza aristotelica.” Resta il tempo per provare sincera invidia per l’Autrice,
e per le esperienze del gusto che ha
avuto la fortuna di vivere, “assaporando pane bagnato nell’acqua di Salina,col
pomodoro, sensazione sublime.”
“Questo libro – ha ricordato la
Schira - è la summa di vent’anni di esperienza nel settore, un tentativo di
mettere ordine nella materia. Le sette regole che ho individuato sono
altrettante categorie mentali – ha confermato la scrittirce – Si prova così ad
alimentare un dibattito e ad aiutare il consumatore
a capire cos’è buono. Il buono, del resto, è oggettivo. Non ci si può improvvisare
critico gastronomico. Il mio tentativo è dare dignità a chi scrive di cibo.”
Poi l’intervento delle attrici
della Compagnia delle “ex”, Daniela Stranges, Linda Ocone, Assunta Maria Berruti, che hanno
dato voce ai contenuti del libro, provando a veicolarne il senso, in maniera
schietta ed efficace: “Un bravo cuoco – hanno letto - ha il compito
di cercare il meglio, il “top” al costo
migliore.”
Infine l’intervento di Angelo
Mancini, chef del ristorante “Le Macine”: “Occorre abituare i nostri figli a
comprendere davvero cos’è il “buono”. Io vado a cercare ovunque gli ingredienti
migliori,qui nel Sannio e non solo. E quando il piatto riesce è una gioia per
chi cucina e per il cliente. Ma anche la tecnica ha la sua importanza
fondamentale: l’ingrediente non va strapazzato, altrimenti si perdono i sapori
migliori.” Insomma, un difficile equilibrio fra tradizione e sperimentazione.