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10/04/15

LIBRI - Ama e non pensare: Il “postino” di Santino Mirabella, e quel sentimento che si fa azione consapevole

Presentato, in S. Giorgio a Cremano, il volume del giudice-scrittore, 
appassionato interlocutore e magistrato impegnato

di Maria Ricca

Tornare indietro nel tempo, comunicare lo splendore di un sentimento perduto, non sempre è possibile. Occorre che il destino intervenga. Come accade  ne “La storia del postino che volle farsi posta”, l’ultima opera letteraria, in ordine di tempo, edita per i tipi di “Terre Sommerse”, del magistrato del tribunale di Catania Santino Mirabella,  presentato domenica 15 marzo, in S. Giorgio a Cremano, presso la sede di corso Roma dell’Associazione “Progetto San Giorgio”. Ad introdurre i lavori il presidente della PSG Francesco Liguori, che ha presentato il profilo dell’Autore, soffermandosi sui temi affrontati nel libro, e sottolineandone il
legame di affetto al territorio vesuviano, che più volte qui lo ha portato, in una sorta di ideale gemellaggio con Catania, che, con Napoli condivide l’atmosfera “marina” e “vulcanica”.
Una comunione di intenti sottolineata anche dallo scrittore e poeta Vincenzo Russo, animatore dell’Associazione PSG, che, prima di dar lettura di alcuni passi del libro,  ha voluto ricordare l’impegno letterario, ma anche civile dell’Autore, specie nell’omaggio alla figura di Giovanni Falcone, celebrato in eventi da lui promossi in Catania.
“Splendido – ha, poi,  confermato Giorgio Zinno, già vicesindaco di San Giorgio a
Cremano – che personalità come quelle di Mirabella, provenienti da altro territorio, si affianchino a noi nel creare, anche attraverso convegni come questo, quel fertile “humus” che educa i giovani alla legalità e al rispetto della collettività.” Del resto  la magistratura “si sceglie consapevolmente  -  ha, quindi, detto lo stesso Mirabella,  “solo se si intende agire nel segno del bene indirizzato all’altro”, certi del fatto che “è più facile comportarsi secondo legalità, che fare il contrario, semplicemente agendo correttamente nella vita di tutti i giorni.”
Successivamente,  l’intervento della professoressa Carmen Attena, docente di
Lettere del Liceo Scientifico “Carlo Urbani”. A lei il compito di delineare, per il pubblico, quel “percorso dell’anima” che è la parabola esistenziale di Stefano, protagonista del libro, giovane annoiato e rassegnato ad un presente di disoccupazione e mediocrità, condannato ad un’esistenza piatta e grigia, segnata dalla crisi economica. Una condizione che gli impedisce di spiccare il volo ma che, in qualche modo, gli consente di crogiolarsi in un’eterna fase adolescenziale, scomoda per certi versi, e però tutto sommato rassicurante.
Un giorno arriverà per lui la chiamata diretta e l’assunzione nelle Poste Italiane. Sarà la svolta. Quell’ incarico di portalettere, banale quanto ripetitivo, gli farà scoprire, fra la posta inevasa, lo splendido carteggio tra il soldato Federico e l’amata Ernestina, con lettere a lei mai recapitate. In copertina, infatti,  sullo sfondo degli strumenti di lavoro di un postino, ormai di altri tempi, ovvero la buca delle lettere e la classica bicicletta, l’immagine, tenera e dignitosa insieme, di un soldato, avo dell’Autore, ritratto in abiti militari all’epoca della guerra.  
“Sarà  l’opportunità” , ha sottolineato l’Attena, “di fare quei “tre passi in avanti”, che gli consentiranno finalmente di guardare dentro di sé.” Il giovane deciderà di portare a destinazione, in qualche modo,quelle missive, ritrovando, attraverso la forza del sentimento dello sfortunato soldato, la capacità di riprendere in mano la propria vita e dunque di divenire se stesso, nella consapevolezza che solo il sentimento consente di restare vivi e di essere primi attori della propria vita. Splendida la metafora del sasso nello stagno, ispirata a Rodari,  piccolo movimento (qui, la scoperta delle missive), che determina uno straordinario cambiamento.  “Un libro positivo – concluso la docente Attena – da leggere tutto d’un fiato, per comprendere che non è mai davvero troppo tardi, per riconoscere i propri bisogni e le proprie necessità e dare finalmente a loro spazio.”
Quindi, l’intervento dell’Autore. Santino Mirabella, giudice e scrittore, al vertice dell’Associazione Culturale Efesto, accademico dell’ “Universum Academy Switzerland”, insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica per meriti letterari, si è  rivelato arguto osservatore del reale e piacevolissimo affabulatore, affascinando soprattutto per la sua capacità di comunicare quell’ottimismo della volontà che serve ad affrontare i marosi della vita. Che sono tanti, ha confermato, ed anzi “a nessuno di essi possiamo sottrarci. Tanto vale, dunque, provare a coltivare le gioie che abbiamo, come l’amore, ad esempio, a “possederlo” davvero, non solo a “detenerlo”, nella piena consapevolezza che di esistenza una sola ce n’è, e quindi una sola occasione per viverla appieno, privilegiando la qualità e non la quantità. Vivendo con il coraggio delle proprie azioni  il presente, come fosse un “passato interattivo”, poiché quello che ci accade oggi tornerà nei nostri ricordi e non possiamo permetterci rimorsi, ma soprattutto rimpianti.”  Un libro di investigazione, in cui certo rivivono le mille suggestioni letterarie, cinematografiche e musicali dell’Autore, da Achille Campanile, a Woody Allen, passando per Guareschi, Fellini, Nanni Moretti, Lucio Dalla e, naturalmente, Pirandello. Ma che invita soprattutto  ad aprire quel “pacco pieno d’amore che ognuno ha in dotazione. Giacché cambieranno i modi della comunicazione, ma non certo il senso ed il sentimento che la ispira”, ha concluso Mirabella. Anche ai tempi di Internet, ha ribadito poi lo scrittore Russo “che sembra spegnere ogni poesia, come il profumo e il sentimento di ogni carteggio, travolto dall’immediatezza delle e-mail”.  
Ad intervallare gli interventi dei relatori, il commento musicale del giovane Alessandro Mattozzi, studente del Liceo “Urbani”, interprete alla chitarra di suggestivi brani d’autore,
Infine le domande del pubblico, attraverso le quali è emersa ancora la capacità dell’Autore Mirabella di coniugare impegno professionale e letterario, in una mirabile sintesi, che non è contraddizione, quanto capacità di leggere la realtà della vita, attraverso la giurisprudenza, mai fredda analisi delle carte, ma sincera analisi e dunque seria ed approfondita interpretazione dei fatti. 
(pubblicato domenica 15 marzo 2015)