PARLIAMO DI...


31/01/16

LA RECENSIONE - Teatro Studio over 26 della Solot, fra brio ed ironia, per celebrare il "cabaret"


di Maria Ricca

Grande brio ed autoironia,oltre ad una discreta dose di professionalità attoriale, hanno caratterizzato la performance del gruppo di Teatro Studio over 26, la scuola di recitazione della Solot. In scena, nel fine settimana con “Cabaret und dessert (con intruso)”, che ha chiuso il primo “step” di lezioni, curate nella struttura del Mulino Pacifico, dal regista Michelangelo Fetto.
Le nove attrici e i tre attori hanno dato vita ad un susseguirsi ininterrotto di piccoli e grandi siparietti, a stigmatizzare le nevrosi dell’uomo comune, le crisi di coppia, i piccoli e grandi deliri che accendono  la vita quotidiana e la caratterizzano. Collante dei vari sketches, tratti da scritti di Karl Valentin,  esponente di spicco del cabaret tedesco del Novecento,  ed attore comico di innovazione, pochi e divertenti passi di danza su musiche da cabaret, con tanto di “scappellata” di cilindrioro e argento.
“Indifferibile sarebbe stato posporre  ancora un omaggio”, ricordava Michelangelo Fetto in sede di presentazione dello spettacolo, “ad un autore di siffatta importanza,  nel percorso comico-attoriale del Novecento”.
Detto fatto. Ed ecco aprirsi la scena al  paradosso dell’uomo “incinto”, alla donna che si scopre in stato interessante quasi alla soglia della menopausa, alla coppia scoppiata in cui  lei tenta il suicidio ogni minuto e lui la salva “allegramente”, senza rinunciare alle sue proprie personali perversioni.
E poi l’innamorata  petulante, che non rinuncia a scrivere al proprio amato, e l’odissea telefonica di chi tenta di mettersi in comunicazione con una grande ditta e viene “rimbalzato” da un impiegato all’altro.
Fino all’appello per la riscoperta del teatro, che dovrebbe essere reso …”obbligatorio”, per la sua valenza educativa, ed alla tenerezza-tristezza- della mamma che culla il proprio bambino e vorrebbe proteggerlo da ogni male, da quell’Erode che uccide in nome della propria ambizione ad essere l’unico re, e da chi, agnellino indifeso, vorrebbe mangiarselo a Pasqua.  
Passaggi metaforici e struggenti, perché  la vita attraversa mille sfumature e non tutte piacevoli. Fino alla risoluzione conclusiva.
In scena sono andati Carlo Maria Berruti, Laura Callea, Lucia Cavuoto, Sara Cicchella, Antonio Cifaldi, Alessandro Giulio Cuciniello, Danila De Lucia, Brunella De Palma, Marianna Laudato, Valentina Mottola, Giovanna Reveruzzi, Nella Ventorino. Assistenza alla regia di Assunta Maria Berruti. Movimenti coreografici di Riccardo Intorcia.
Un gruppo affiatato, che ama ritrovarsi ogni settiman al Mulino, con entusiasmo, per cimentarsi nell’arte teatrale, nel segno dell’ amore e del la voglia di riscoprire i testi più belli e di mettersi in gioco.

Fra qualche giorno, l’avvio del secondo ciclo di lezioni, stavolta curate dal regista  Tonino Intorcia. Al vaglio ancora diversi testi da mettere in scena, in un laboratorio di idee e di confronto, stimolante e produttivo.