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23/02/16

TEATRO - “Switch” con la Klimax: scambio teatrale, fra cultura ed ironia, per imparare ad amare l’Inglese

di Maria Ricca



Drammaturgia fresca, gradevole, sicuramente vivace ed accattivante, quella della compagnia Klimax, per “Switch”, storia di uno scambio linguistico-culturale, al centro dello spettacolo in italiano ed inglese portato in scena al “Pierrot” di Ponticelli-Napoli, per i ragazzi del primo biennio tradizionale, scienze applicate e linguistico, del Liceo Scientifico  Statale “Carlo Urbani” di San Giorgio a Cremano, retto dalla dirigente Mariarosaria De Luca. 

In scena il brio e la bellezza dell’idioma anglosassone, liberato, per una volta, dai vincoli di un apprendimento troppo condizionato dalla rigidità grammaticale e restituito alla sua dimensione di lingua vitalissima  e veicolo indispensabile di comunicazione.
Del ruolo scanzonato ed irriverente di gran cerimoniere della comunicazione, si è, naturalmente, incaricato il leader della compagnia, Luca Varone, attore e regista, autore ed interprete del testo, valida formazione attoriale alle spalle ed un curriculum di tutto rispetto, maturato fra cinema e teatro (adesso è in scena con Antonio Casagrande, presto sarà  in “Gomorra 2”). E conseguente padronanza della scena, oltre che naturalmente della lingua oggetto dello spettacolo, evidentemente maturata “sul campo”,  grazie alle sue esperienze di lavoro all’estero.
E’ lui che, in apertura di spettacolo, ha stabilito un vivo contatto con la giovane platea.  Ad essa si è rivolto attingendo a tutto il repertorio di battute argute, frecciatine, motti e comuni adagi sulla difficoltà di essere studente oggi e
sul rapporto, spesso complicato,  fra docenti ed alunni, ironizzando garbatamente sulle problematiche di una relazione mai facile da stabilire e sensibile al mutare dei tempi e delle situazioni. Senza trascurare l'appello a mettercela tutta per crescere positivamente, coltivando i propri interessi e le proprie ambizioni e senza mollare mai, rinunciando a salire quella "Klimax", quella "Scala", dunque, metafora per indicare il sacrificio, l'ostacolo da superare, la meta da raggiungere. 
Poi, spazio alla storia. Al centro la dolce e sensibile  Kelly, studentessa di origini americane, ma risiedente in Inghilterra, che ama l’Italia, ed incontra l’arguto e divertente Gennaro, detto Genny (Varone, appunto). Insieme tentano di approfondire l’una gli usi, i costumi e soprattutto l’idioma dell’altro, in un rocambolesco “Switch”, che dà il titolo allo spettacolo, appunto.
Basterà  l’assaggio di una fetta di “cheesecake” da un lato e di un boccone di “babà” dall’altro, per dare il via al piacevolissimo scambio. E così, di avventura in avventura, Kelly e Genny, dopo aver lasciato le rispettive mamme a casa, con tanto di addi festanti la prima e lacrimevoli la seconda, finalmente intraprenderanno  il percorso nella lingua straniera,  metafora del percorso di crescita culturale e personale. Perché senza la cultura, ricorda l’attore, riferendo le parole della sua mamma, quella vera, “non si va da nessuna parte”.
E dopo lo stuzzicante rap sui verbi irregolari, gioia e dolore di ogni studente, il coinvolgimento sul palco di alunne, alunni e docenti, simpaticamente prestatisi ad intervenire in una parodia di “Grease” e, alla fine,  scherzosamente interrogati dal protagonista in inglese.
Applausi, in chiusura, e la promessa di rivedersi per uno spettacolo, stavolta incentrato sui “social networks” e la loro influenza prodigiosa, ma spesso nefasta sul nostro vivere quotidiano.