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30/12/16

NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA - Il Magnifico Visbaal e il disagio sociale in "Meat", ricordando il "Mercante" shakespeariano

di Maria Ricca

BENEVENTO - Raccontare “Il Mercante di Venezia” attraverso le emozioni, senza l’ausilio di costumi, maschere vistose, infingimenti. 
Non servono quando c’è passione e voglia di mettersi in gioco. Sceglie, così, di  destrutturare completamente la vicenda shakespeariana Peppe Fonzo, regista e direttore artistico del Magnifico Visbaal. E affida in “Meat” (in scena al De Simone, per i “Quartieri di Vita”, sezione del Napoli Teatro Festival)  l’interpretazione dei passi più noti all’essenzialità di dialoghi che diventano monologhi, recitati al microfono,  quasi declamati, da attori mai “en travesti”, che caratterizzano i personaggi solo attraverso fazzoletti bianchi e cappelli colorati, e recitazioni volutamente sopra le righe. E cedono persino ad un accattivante rap , se c’è  da stigmatizzare con feroce ironia  le problematiche della mensa scolastica, con allusioni nemmeno tanto mascherate alle note vicende di cronaca cittadina.  E' parte del racconto del disagio sociale, che caratterizza questa sezione della rassegna.
Ma se quella è un’altra storia, profondamente reale, la vicenda, invece, narrata sul palcoscenico, assume contorni onirici, utilizzando maschere bianche e teli candidi, per simboleggiare gli scrigni che i pretendenti di Porzia debbono aprire per conquistarne la mano, con giochi di luce e d’ombra, che indicano le variazioni degli stati d’animo.  Un coro “greco” sottolinea i momenti clou della vicenda e naturalmente corale è la recitazione, da cui emergono solo poche, significative figure. Musiche originali del Maestro Vanni Miele rendono intensa l'atmosfera.
Si duplica, per renderla più inquietante,  la figura dell’ebreo Shylock , che si sdoppia in due loschi individui, due rapinatori, nascosti da occhiali da sole ed armati di coltello, pretendendo fino all’ultimo la libbra di carne promessa da contratto.  L’epilogo è felice, com’è noto:  Shylock non potrà esigere il pagamento del suo contratto, a meno di non far versare una goccia di sangue al generoso Antonio, meritevole di aver posto l’amicizia sincera con il giovane Bassanio  all’origine e alla  fine di ogni suo tormento.
Applausi in chiusura e ringraziamenti sinceri al direttore  del Napoli Teatro Festival Italia, Ruggero Cappuccio, già al vertice di Benevento Città Spettacolo, che ha voluto partire dal racconto del sociale e delle sue esigenze,  per questa sua nuova esperienza artistica, con i “Quartieri di Vita”.  Nei teatri campani, in cui si è articolata tale parte della rassegna, ha coinvolto compagnie teatrali che vivono e lavorano a contatto col disagio e nel disagio economico, organizzativo e culturale. 
Gli interpreti di “Meat” sono stati, infatti, accanto ad appassionati della recitazione, gli utenti attori del Dipartimento di Salute Mentale di Benevento, con cui  il Magnifico Visbaal ha attivato da ben quattro anni un laboratorio permanente, nel segno della crescita relazionale e del senso di appartenenza al mondo civile.  Contributo all'organizzazione di Nazzareno Orlando, autore. 
Un disagio, si diceva, che è anche quello sottolineato, infine,  dal regista Peppe Fonzo: non poter disporre, come compagnia,  di uno spazio teatrale da far crescere e valorizzare nell’interesse della città.