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15/06/17

NAPOLI, 16 giugno - Al Teatro Festival, gli "Spoglia-toy" di Luciano Melchionna e "Le Troiane-Variazione con barca" di Lina Prosa

TEATRO - Continuano gli appuntamenti del "Napoli Teatro Festival". Per la sezione "SportOpera", domani, 16 giugno (ore 18, 19,30, 21), e in replica il 17 ed il 18 giugno all'Accademia delle Belle Arti, va in scena "Spoglia-toy", di Luciano Melchionna. Nell'ambito del progetto, realizzato a cura di Claudio Di Palma , per l'organizzazione di  Vesuvioteatro.org, il regista propone Undici monologhi, in un coro assonante e catartico. Storie di calciatori/toys, oggi inconsapevoli mostri, che scelsero il gioco del calcio come gesto di libertà e di gioia. 
Docce, sudore, fetore di calzini, bagnoschiuma, shampoo e creme per il viso si intravedono negli armadietti mezzi rotti, panche consumate e traballanti, acqua per terra e lunghe file di attaccapanni. L'allenatore incita i giocatori prima della partita. Il pubblico, invisibile voyeur, entra in gruppo guidato da un inquietante “angelo”, avulso da quel contesto eppure “arbitro” d'anime. Ma il calcio è bastardo. Come la vita. Consola e distoglie. Immortale. Come la speranza. Una meravigliosa condanna. Come il teatro. 

Al Teatro Sannazaro, sempre domani 16 giugno, ore 21, ed il 17 giugno ale 23, va in scena "Troiane-Variazione con barca", su testo e regia di Lina Prosa. 
L'opera riprende le atmosfere de "Le Troiane" di Euripide, per  parlare in forma originale del crollo umano all’interno della società contemporanea votata al consumismo e all’apparenza. 
Nello spettacolo, la “Troia” di oggi è Troia Fashion Show, ulteriore ripetizione della città originaria destinata a proiettarsi ciclicamente nel futuro della storia. La trama è incentrata sulla bellezza femminile. 
«In scena due attrici – racconta la regista e autrice Lina Prosa –: LEI/BELLA (Emanuela Muni) è ugualmente Ecuba, Andromaca, Cassandra. La seconda interprete (Maria Angela Robustelli) prende le funzioni dell’AUTORE che entra direttamente in gioco, con le sue visioni d’autunno, per proteggere la bellezza poetica di LEI, fragile come una foglia.
Sullo sfondo la Troia di sempre, città vinta e incendiata. Le sue ceneri continuano ancora a cadere nel nostro tempo, tra violenza e privazione dei diritti. Troia non finisce di bruciare. Ilio si ripete. Che si chiami pure oggi New York, Roma, Parigi».
Il teatro è lo strumento attraverso cui Lina Prosa propone una via d’uscita: trasformare il palcoscenico in uno spazio di incontro poetico tra attore ed autore, tra corpo e parola, tra visione ed emozione, per sconfiggere la “guerra” dell’avvenire.