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06/07/18

FESTIVAL BCT - Riccardo Scamarcio si racconta a Valerio Caprara: i rischi del mestiere ed il rispetto per il grande pubblico

di Claudio Donato

BENEVENTO - Proseguono alla grande le serate del Festival Bct di Benevento: dopo l’esordio con il botto di Ligabue, ieri è stata la volta dell’attore Riccardo Scamarcio. Nell’incantevole e suggestivo scenario dell’Hortus Conclusus, intervistato dal giornalista Valerio Caprara, storico e critico cinematografico, Riccardo si è un po’ raccontato al pubblico, prima di parlare del film ‘Loro 1’  - regia di Paolo Sorrentino, che lo vede protagonista.

“Come tutti gli adolescenti, che ad una certa età tendono ad amplificare tutto, anche io, all’età di 15 anni, un giorno mi ritirai da scuola e mio padre mi cacciò di casa. Era un pomeriggio molto caldo,  a scuola andavo male. Non sapendo dove andare,  mi rifugiai al bar di un mio amico. In verità – prosegue Scamarcio – fu proprio lui a consigliarmi di fare l’attore. Da quel momento in poi era come se avessi sempre saputo di dover fare questo lavoro. E’ un mestiere molto rischioso, visto che si è continuamente sottoposti al giudizio del pubblico. E’ comunque qualcosa che faccio con amore. E’ vero, sono un po’ narciso, ma tutto questo fa parte del nostro ego, senza il quale non faremmo nulla”.

Il regista Costa Gravas ha avuto un ruolo importante nella carriera di Riccardo: “Si tratta di un regista importantissimo, vincitore di due premi Oscar. Lo ammetto: in quel momento mi sono sentito onnipotente. Credo che il vero rispetto verso il pubblico sia fare le cose per se stesso. Non è egoismo, anche se può sembrare così. Non cerco nessun consenso – sia chiaro  - ma detesto tutto ciò che è consolatorio. L’atto più bello che un attore possa compiere sulla scena è quello di fare una bella figura di m.... Scusate il termine. Puoi fare l’attore solo se sei disposto a correre questo pericolo”.
Scamarcio, uomo legato alle sue radici, ma in generale al Sud, parla del legame che ha con la sua terra: “Io sono di Andria e sono molto legato al Sud e alle mie origini”.

Sul film in questione, aggiunge: “Nel film la figura di Berlusconi e di tutti i personaggi che gli ruotano attorno, viene usata per parlare del tempo che passa. Nelle persone vi è la paura di questo tempo che  trascorre inesorabilmente, c’è il rifiuto della morte”.

Riccardo, comunque, è anche un produttore. Ecco cosa ha affermato sul suo ultimo lavoro: “Si tratta di un film che vede protagonisti tanti ragazzi giovani. L’attore principale è un diciassettenne di Napoli. La storia racconta di un adolescente che deve iscriversi all’università di Bari. La sua famiglia vive in campagna, dove il papà raccatta ferro vecchio. Sono quelle realtà un po’ abbandonate. Ho voluto un po’ evidenziare il rapporto tra l’aspetto urbano e quello rurale. Secondo me il nostro è un paese ancora molto rurale. Il regista di questo film  - conclude - è un amico che conosco da tempo, formatosi negli anni novanta a Bologna, ma che non aveva mai  fatto un film. Alla fine, però, sono riuscito a convincerlo”.
Stasera al BCT Festival, Alessandro Siani, Serena Autieri e Ricky Memphis. Programma completo al sito http://www.festivalbeneventocinematv.it