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02/11/18

LA NOTA - Michele Benevenuto, presidente emerito dell'Archeoclub commenta il successo di "Deleta (Urbs) Beneventum", mostra sui bombardamenti in città



BENEVENTO - “Sento il dovere di ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione in Benevento di una Mostra Permanente sui tragici avvenimenti del 1943 allorché la nostra Città fu completamente rasa al suolo dalle fortezze volanti anglo-americane e vide la morte di oltre 2000 civili, molti dei quali erano ricoverati nell’Ospedale San Diodato che sorgeva in fondo all’attuale via Perasso." Così il prof.Michele Benvenuto, presidente emerito dell’Archeoclub d’Italia, sulla Mostra “Deleta (Urbs) Beneventum,1943: le bombe sulla Città di Benevento. Foto, documenti, oggettistica”
"La manifestazione inaugurativa è stata accolta sia dai presenti che dalla Stampa locale con grande rilievo e ciò ripaga gli sforzi che ci son voluti per attrezzare un embrione di quello che, speriamo, un non lontano domani, possa assurgere a Museo della Seconda Guerra Mondiale.
E’ questa un’altra espressione culturale che nasce dalla creatività della Sezione Beneventana di Archeoclub d’Italia che occupa un posto di rilievo nella “intelligentia beneventana” ed è proprio per questo che si è stati sempre propositivi ed antesignani in ogni iniziativa: fantasia e proposizioni sono figlie legittime della cultura e, quando questa manca, vengono meno le iniziative e danno vita a inadeguate scopiazzature trasformandole talvolta in deformazioni mal apprezzate.
Il significato della mostra non vuol essere quello di far commuovere i vecchietti che, come me, hanno patito la triste esperienza della guerra, o far piangere coloro che ricordano i propri parenti innocentemente uccisi, bensì quella di far conoscere a quanti non l’hanno vissuta ciò che è accaduto perché ciò sia monito per i più giovani non soltanto del lugubre significato di una guerra ma anche della fierezza del popolo beneventano che dal nulla ha saputo risorgere e far nascere dalle macerie una Città il cui tessuto urbanistico ci è oggi invidiato da tutta l’Italia.
Nella prima sala della Mostra possono leggersi attraverso i pannelli fotografici gli orrori della devastazione bellica: la Cattedrale, il Rione Triggio, il Rione Fragola, Piazza Cardinal Pacca (nota come Piazza Santa Maria dall’omonima chiesa centrata in pieno), il Rione Bagni, il cosso Vittorio Emanuele, la stazione ferroviaria.
Qualcuno, durante la visita mi si è avvicinato e mi ha chiesto: perché tutto questo?
Perché Benevento, per la sua posizione geografica al centro tra il Tirreno e l’Adriatico, tra il Nord ed il Sud dell’Italia rappresentava un punto nevralgico tanto da possedere una stazione ferroviaria tra le più importanti d’Italia ed una viabilità “la via Appia” grande arteria di collegamento e smistamento; per questo dovevano essere interrotto ogni collegamento: la Stazione Ferroviaria, il Ponte sul fiume Clore.
L’imprecisione dei bombardieri fu paradigma di un afferrata volontà di distruggere a tutti i costi; ed allora bombe, bombe finché ne potevano contenere le stive.
Tutto questo è possibile osservarlo e visionarlo nella seconda sala ove è stata realizzata una trincea e dove sono posizionati: un video sul quale scorre il filmato che coglie i momenti più dolorosi delle incursioni ed un tavolo su cui sono disposte centinaia di fotografie da poter comodamente visionare. Si spera di poter migliorare ed impreziosire quanto già fatto con l’aiuto di quanti volessero donare affetti, magari conservati e/o dimenticati, che ricordino il triste periodo, sotto ciascuno dei quali verrà posto all’attenzione dei visitatori il nome del donatore che sarà ricordato anche dalle future generazioni.
Concludo questa mia comunicazione con una frase con la quale ha inizio il filmato:
le guerre, da qualsiasi parte provengano, e qualunque siano le motivazioni che le determinano, rappresentano sempre la proposizione più assurda e criminosa che possa partorire un essere umano."