PARLIAMO DI...


01/12/18

TEATRO - "Agnus Dei", al "Magnifico", storia di una donna perduta, fra misticismo e toni realistici e amari

di Emilio Spiniello

BENEVENTO - Quale disegno ha Dio per me? È la domanda che Concetta Maria si fa,  rivolgendo lo sguardo in alto tra le lacrime. Una donna segnata da ricordi tremendi ed oscuri. “Agnus Dei”, il monologo di e con Angelo Colosimo, al Magnifico VIsbaal di Benevento, ha messo in scena la una storia di una donna affidatasi completamente alla fede, in maniera quasi esaltata.
Il suo rapporto d’amore con Gabriele, dalla conoscenza iniziale al tragico destino, segna il passaggio dal tono umoristico a quello realistico e crudo.
Si rivolge a Peppino, suo figlio (che non si vede in scena). Gli apre il suo cuore, gli parla del paesino pettegolo, di quel padre che il suo pargolo non ha mai conosciuto. La sofferenza regna nel suo passato ed emerge poco a poco, tra una frase ed una situazione surreale.
Ogni preghiera che evoca  sottolinea quella solitudine che la tormenta, isolata da tutto e da tutti.
L’angelo di Dio era il suo amato, che come un fantasma riappare scatenando in lei eterni sensi di colpa. Una vita disgraziata raccontata con ironia sorprendente. I toni drammatici colpiscono lo spettatore, rapito dalla recitazione del protagonista, vecchia conoscenza dello spazio teatrale retto da Peppe Fonzo.
Risata e pianto, parole in dialetto calabrese ed emozioni. Uno spaccato umano delicato, e quindi fragile, eccezionalmente interpretato.