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27/01/19

TEATRO - Al De Simone "La musicista di Auschwitz" della Eidos apre la Città Spettacolo al De Simone, nella "Giornata della Memoria"

BENEVENTO - Apre la versione invernale di "Città Spettacolo", alle 18, al De Simone, "La musicista di Auschwitz", allestimento della Compagnia Eidos,
liberamente ispirato a “La ragazza con la fisarmonica” di Esther Béjaranpo, scritto e diretto daVirginio De Matteo . La rassegna, diretta dall'attore e regista Renato Giordano, sceglie l'opera proposta dagli attori Raffaella Mirra e Mimmo Soricelli,
fisarmonica di Eduarda Iscaro, chitarra di
Vincenzo Matteo, scenografia di Claudio Mirra, costumi di Nico Celli,luci e fonica di
Ada De Matteo, per la "Giornata della Memoria"' .
Eccone I contenuti.
Esther è una giovane ebrea tedesca che sopravvive ad Auschwitz grazie ai sui studi in musica. Arrivata nel lager le chiedono: “Cosa sai fare?”, e lei: “Suono il piano”.
Le danno una fisarmonica e la inseriscono nell’orchestra del campo di Auschwitz, dove sopravvive fino all’arrivo dei Russi.
Lo spettacolo narra le vicende della sua vita, dall’adolescenza alla deportazione fino alla liberazione; per passare all’approdo in Palestina e al suo ritorno in Germania, dove riprenderà la sua carriera di musicista.
Esther è un’artista, una donna del novecento, libera nel suo protagonismo femminile, praticato più che rivendicato. Lei, che ha perso o abbandonato più patrie, ha sempre trovato la forza di ricominciare una nuova vita fondata sulla musica, sull’antifascismo e sull’amore verso la famiglia e gli amici disposti a condividere con lei le battaglie politiche; ha sempre trovato la forza per lottare contro l’intolleranza, la discriminazione e l’esclusione. Il racconto della sua vita, recitato dagli attori, è intervallato da musiche e canzoni del ventesimo secolo, eseguite dal vivo. Una fisarmonica e una chitarra conducono lo spettatore in un mondo dalle sonorità ancestrali, dove trovano la loro genesi la musica popolare e la musica colta del novecento. Un modo coinvolgente per raccontare e per non dimenticare una delle tragedie più immani del secolo scorso.