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11/04/19

INTERVISTE - Michelangelo Fetto riporta in scena "La Marcolfa", riletta e reinterpretata. Il ricordo di Antonio Sorgente


Il 12 e il 13 aprile al Mulino Pacifico, l'opera con un nuovo cast e nuovi attori. 

di Maria Ricca

Torna l’appuntamento con il teatro ironico d’autore. Protagonista ancora la Solot, che venerdì 12 e sabato 13 aprile, al Mulino Pacifico, presenta “La Marcolfa”, settimo appuntamento della Stagione Teatrale 2018/19, al Mulino Pacifico. 
Dello spettacolo, nato dalla penna di Dario Fo, e qui riproposto in una nuova versione interpretata da Antonio Intorcia, Michelangelo Fetto, Rosario Giglio, Massimo Pagano, Assunta Maria Berruti e Carlotta Boccaccino.
Sottolinea il regista Michelangelo Fetto: “E’ un capolavoro di mestiere teatrale, di tecnica infallibile fatta di ritmi e di battute efficaci ed esilaranti, di richiamo alla splendida tecnica tutta italiana della farsa, diretta discendente della Commedia dell’Arte.
Il  grande gioco teatrale della metafora si sposta oggi verso un’altra violenza sociale, meno politica ma più intimista, se vogliamo. Si tratta di una satira della prepotenza e dello sfruttamento, da parte di chi detiene il potere, nei confronti del disarmato essere - semplicemente – umani”.
-“La Marcolfa” di Dario Fo torna in scena nel vostro allestimento, anche quest'anno. Quali novità rispetto alle edizioni precedenti?
“La novità de “La Marcolfa”  è innanzitutto nel cast, che prevede questa volta l’ingresso di Massimo Pagano, protagonista de “Il ragazzo di campagna” di Luigi De Filippo (presentata dal mese scorso in tournée dalla Solot e da “I due della città del sole”, n.d.r.).  Si tratta, naturalmente, di una grossa addizione qualitativa per la nostra compagnia. Addizione non nuova, perché Pagano ha già partecipato a nostre produzioni in passato. Con lui attori ed attrici strepitosi, fra cui Assunta Maria Berruti e Carlotta Bccaccino. Infine,  c’è un approccio diverso alla commedia, che è stata ritoccata, ritradotta, arricchita con nuove canzoni.”
-Ricorderete il prof. Antonio Sorgente in queste serate. Fu lui a collaborare alla prima "traduzione" in beneventano dell'opera di Fo…
“Antonio Sorgente per noi è stato un Maestro, è stato un amico, innanzitutto, ha avuto gran parte nella scelta di fare questo spettacolo, anche se il testo che portiamo in scena non è propriamente quello che ha tradotto lui, perché la Compagnia è cambiata nel corso degli anni e ho dovuto attagliare l’opera a quelle che erano le caratteristiche dei nuovi attori. Certo, intendiamo ricordarlo nel corso di queste due serate. Riteniamo un dovere tributargli  un omaggio , non formale , ma d’affetto.  Antonio Sorgente è nel nostro cuore e resterà nel nostro cuore per sempre.
-Realizzate pièces di teatro di opinione, di teatro classico napoletano ed ironico-grottesco, come “La Marcolfa” ed offrite  serate di taglio artistico ogni volta diverso. Come si "conciliano gli opposti" nella vostra produzione e qual è il bilancio della vostra stagione?
“Antipodi” nella nostra proposta? Io credo che il teatro abbia una sola discriminante, la qualità. Se la gente è in grado di riconoscere la qualità, siamo tranquilli. Del resto il Mulino Pacifico resta aperto sette giorni su sette. A breve firmeremo la convenzione  con il Comune che nei fatti è già “in fieri”. La nostra scuola di teatro va avanti da decine di anni. Far finta che tutto questo non sia mai esistito è assurdo. Per fortuna la gente continua a seguire il nostro teatro,  i ragazzi ci seguono  e questa è una cosa che ci conforta, che ci dà la forza per andare avanti, di portare avanti i nostri spettacoli , anche oltre le mura patrie beneventane. Di questo siamo orgogliosi.
-Mai come quest'anno l'offerta teatrale e di eventi artistici in città è stata così ampia, con la sovrapposizione di avvenimenti. Non c'è il rischio di spiazzare il pubblico, che è sempre lo stesso e non sa come dividersi? Una programmazione fatta di concerto sarebbe auspicabile…
“Certo , oggi  manca completamente ogni abbozzo di programmazione.  Sulla coincidenza  degli eventi, poi, tocca sempre al pubblico, che è meno stupido e meno infantile di quanto si possa credere, operare una scelta. Le masse non si orientano, le masse si convincono con la qualità.”
-Continuerà la collaborazione con “I due della città del sole” e in che termini?
“Sicuramente continuerà la collaborazione con “I due della città del sole” , con cui c’è stato sempre questo fruttuoso scambio di esperienze artistiche, di coproduzioni. Sono allo studio altre iniziative. Tutto proseguirà fin quando avremo il piacere di stare insieme,  che in questo momento c’è fino in fondo. Per cui “Il ragazzo di campagna” è stata la prima di una serie di sperimentazioni, da qui e per i prossimi cinque anni.”