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09/02/20

TEATRO - Gea Martire, con "Il motore di Roselena" , nel segno dell'emancipazione femminile ad "Obiettivo T"

di Emilio Spiniello

BENEVENTO - “Con i motori ci parla, li sente, il suo immaginario passa attraverso i pezzi dell’auto”. Roselena è appassionata del mondo dei motori, nonostante sia una donna e venga vista in malo modo per questa sua naturale ed attrattiva passione.
Matrimonio, maternità ed erotismo passano  in quel suo mondo magico. Tutto questo è stato “Il motore di Roselena”, spettacolo con Gea Martire, scritto da Antonio Pascale e diretto da Nadia Baldi, presentato al Mulino Pacifico di Benevento, nell’ambito della rassegna “Obiettivio T” della Solot – Compagnia Stabile.
Una metafora,  l’importanza di avere un motore acceso e saper aggiustare il danno quando qualcosa va storto.
Emerge la forza delle donne che resistono nel quotidiano,  a significare come la donna sia potenza e ricchezza come il motore di un’auto di grossa cilindrata.
Per lei, termini come carburatori, testate, pistoni, aerodinamicità sono davvero tutto.
È una storia in forma monologata di una donna napoletana che ha una insolita vocazione per le auto: è addirittura capace di comprenderle, capirle, rimediando anche a guasti terribili.
Un lavoro ben strutturato, con uno stile tragicocomico che mette l’accento sull’emancipazione femminile, attraverso pensiero e l’opera della protagonista, la quale  supera ogni pregiudizio e combatte il sessismo imperante nella società.
Roselena, dalle piste di Modena fino ad Imola,  è piena di sentimenti e sogna di diventare una pilota di Formula 1, seguendo le proprie ambizioni ed ignorando le convenzioni che ci chiudono in una gabbia, come una carcassa di una vecchia vettura. Diverrà collaudatrice, ma dietro angolo l’attende un improvviso “pit stop”, segnalato da luci di scena che cambiano a seconda delle emozioni di Roselena. La nota attrice napoletana Gea Martire ha saputo dare spessore e sostanza ad una donna che crede nella sua “corsa” di vita deridendo i luoghi comuni.