Vittorio Sgarbi |
di Maria Ricca
Si apre con un’invettiva contro la politica cattiva, che
finanzia con i soldi pubblici “crimini culturali” veri e propri, leggi
manifestazioni, opere scultoree ed architettoniche e così via dicendo, la
serata al San Marco, dedicata ai Premi “Il Gladiatore d’Oro” e “Arechi II”.
Quei riconoscimenti ai sanniti illustri,
voluti dall’Amministrazione Provinciale, guidata da Aniello Cimitile, che si
sono affermati nel mondo, grazie alle proprie qualità e a quelli, più giovani,
che dal Sannio partono, portando ad altri lidi la propria professionalità, ma restando
sempre ancorati alla propria terra.
Se ne incarica dell’invettiva il critico d’arte Vittorio
Sgarbi che all’attenta e divertita platea del San Marco regala in apertura di serata
la sua “vis polemica”, per rivendicare il diritto alla valorizzazione della
vera arte, quella che potrebbe portare crescita e sviluppo economico e dunque contribuire alla ripresa delle attività
produttive e all’abbattimento della piaga della disoccupazione.
Franco Di Mare |
I suoi strali, qui a Benevento, si appuntano, per l’ennesima volta, sul monumento dedicato a Padre Pio, alla Rotonda
dei Pentri, definito “un obbrobrio”. Non
più di una timida protesta in sala a queste parole, di cui il critico ha
facilmente ragione, riaffermando l’importanza di non finanziare con soldi
pubblici “imprese insensate”,
riservandoli invece alla valorizzazione delle intelligenze giovanili, e applausi infiniti, invece, quando Sgarbi
parla di “Benevento, come città colta e capitale d’Europa”, dello splendido “Museo
Arcos, allestimento di grande sensibilità e bellezza” , della necessità di
ripristinare il Ministero del Turismo e, anzi, di abbinarlo a quello dell’Economia.
“Inutile – dice - cercare lo sviluppo di
industrie, qui al Sud, dove meglio e più opportuno sarebbe investire sul
patrimonio culturale, che ha valore materiale ed economico e potrebbe riservare
molte opportunità di impiego ai giovani.”
Un esordio al fulmicotone, voluto espressamente dal
giornalista Rai Franco Di Mare, direttore artistico della kermesse, produzione
esecutiva di Jean Pierre El Kozeh, che
ha ancora posto l’accento sull ‘ “impossibilità dell’ultima generazione di
realizzare i propri sogni, di superare i padri, com’è stato per quelle
precedenti”. Non resta che rifugiarsi nel passato e da quello trarre linfa per
il futuro, almeno qui a Benevento, “dove la quarta dimensione, la magia, si è
intrecciata con la storia.” Ed è subito storia, appunto, con la pregevole ricostruzione
delle vicende dei Sanniti, operata dal professor Elio Galasso, cucita in video,
fra immagini dei reperti conservati in città,rielaborazioni cinematografiche ed
analisi interpretative.
Il dibattito sulla cultura appassiona e ancora sui giovani e
le loro prospettive occupazionali si incentra la conversazione successiva,
amabilmente condotta dal giornalista Di Mare, che con levità sa toccare più
toni, in compagnia del commissario
straordinario della Provincia Aniello Cimitile: “Bene che ci sia dibattito
acceso sulla cultura e le sue potenzialità, ma è pur vero che il 5,8% del PIL
qui nel Sannio è legato alla crescita di attività collegate alla Cultura. Molti
giovani hanno creato cooperative in tal senso e c’è tanta voglia di fare.”
La Piccola Orchestra d'Ar(e)chi |
Sfilano, poi, via via i “Gladiatori”, premiati in scena dalle autorità, su sottofondo musicale dello
stesso El Kozeh, eseguito della Piccola Orchestra d’Ar(e)chi, con arrangiamenti di Umberto Aucone e Antonello Rapuano. Uno via l’altro son
presentati il medico Elio Ferrannini, l’operatrice
sociale Francesca Moccia, Antonio Pietrantonio, già sindaco del capoluogo, che
inventò lo slogan “città-cultura” e fu il primo, negli anni Ottanta, con le
manifestazioni realizzate dalla sua amministrazione, “Città Spettacolo” in
primis, ad intuirne le potenzialità. E poi il doppiatore Roberto Pedicini, che
regala al pubblico il monologo finale di “American
Beauty”, con la "sua" voce di Kevin Spacey, ed è subito davvero
magia, e l'avvocato Arturo Mongillo. Ma è commozione vera quando l’ultimo “gladiatore” è attribuito alla
memoria del carabiniere Della Ratta, il “gigante buono”, l’ “eroe involontario”,
perito nell’assoluzione dei propri compiti, vera testimonianza di un senso
civico e di un attaccamento al dovere ormai quasi scomparsi.
Cimitile e Di Mare |
Premiazione prof. Pietrantonio |
Ma è tempo di ritornare alle ricostruzioni storiche. In un
altro contributo video, è stavolta il professor Marcello Rotili a raccontare,
con dovizia di immagini e particolari, l’affermazione dei Longobardi in Italia e in Città. E’ lo spunto
per introdurre la figura di Arechi II che, giovanissimo, ad appena 22 anni,
divenne duca di Benevento, testimonial ideale, con il premio realizzato dall’artista
beneventano, ma internazionale, Mario Ferrante,
per coloro che, qui formatisi, partono per portare la propria professionalità
in giro per il mondo. E’ il caso del medico oncologico Fabio Ausania, dell’attore
Arcangelo Iannace, della splendida Carlotta Nobile, che un male incurabile ha
portato via l’anno scorso, a soli 24 anni, interrompendone bruscamente la
carriera di straordinaria violinista e letterata. Premi alle persone e alla memoria,
anche in questo caso.
Premiazione Roberto Pedicini |
Premiazione Elio Ferrannini |
Premiazione Francesca Moccia |
C’è tempo, poi, per ricordare, con la ricostruzione storica
in abiti d’epoca, il matrimonio di Arechi ed Adelperga, nell’interpretazione
degli attori dell’Associazione “Benevento Longobarda” che, a fine giugno, com’è
noto, animeranno il centro storico cittadino, con la loro manifestazione di
recupero e valorizzazione delle tradizioni. Gustoso il siparietto fra Di Mare e
la “principessa Adelperga”, moderna nei gusti e nei desideri…Come potrebbe
essere una “Strega”.
Di qui l’introduzione dell’altro “topic”, caratteristico
della Città e del culto della figura di Iside, “scandalosa e magnifica”, a cui
si sovrappose quello della Madonna delle Grazie, secondo gli ultimi studi.
Tocca alla spumeggiante “Compagnia delle Ex” darne conto, nella sua intensa interpretazione. Si chiude con le esibizioni
canore di Nina Cioffi, Giovanni Principe, Marisa Rapuano, e di Shark Emcee, il
giovane rapper beneventano Fabio Fallarino, che interpreta un altro volto,
quello più moderno, della beneventanità, e la rabbia dei giovani che non si arrendono e
che vogliono farcela.
Del resto, chiude Franco Di Mare, lo diceva anche S.
Agostino: “I tempi sono cattivi, ma se gli uomini sanno comportarsi, c’è
speranza di cambiamento. Perché i tempi siamo noi.”