PARLIAMO DI...


09/05/25

CAPUA, 11 maggio - Il FaziOpen Theater presenta "È la Fine!" di Emanuele Iovino


TEATRO
- Va in scena domenica 11 maggio alle 19 il diciottesimo spettacolo della rassegna "FaziOpen Theater", diretta da Antonio Iavazzo, con l'organizzazione generale di Gianni Arciprete. “È la Fine!” narra la crisi di un trentenne, un momento di svolta che ogni individuo affronta nel corso della propria vita. La crisi, lontana dall’essere un fatto negativo, è presentata come una parte fondamentale dall’esperienza umana, necessaria per la crescita e lo sviluppo personale. Attraverso la lotta per superare i propri limiti, il protagonista si impegna in una vera e propria azione teatrale. Ogni scena e ogni dialogo sono concepiti come azioni che spingono il protagonista verso la sua implacabile trasformazione. L’uso del corpo e del movimento sono sostenuti da musiche, quelle di un tempo non molto lontano, e dal rumore del mare riprodotto da un timido tamburello. In scena il protagonista, Gigi, si muove come un palloncino che vola nello spazio, ma che è ben legato alla terra; il filo che lo tiene legato alla realtà è l’oggetto che lui fa vivere in tutti i modi possibili, tranne nel modo in cui questo oggetto è stato concepito: una chitarra. In proscenio impera un pesce grande e colorato; sarà vissuto da Gigi come un semplice oggetto di contemplazione, un riflesso di se stesso, delle sue aspirazioni e della sua voglia di una sempre maggiore e genuina libertà. 

Info - Prenotazioni (anche Whatsapp), al n. 3389924524 - 3343638451

29/04/25

BENEVENTO - "Atlante delle nuvole", le dichiarazioni congiunte di Raffaele Del Vecchio e Nino Lombardi


COMMENTI
- Si è conclusa con grande partecipazione e profondo coinvolgimento emotivo la rassegna poetica "Atlante delle nuvole – Incontro con la poesia contemporanea"; che ha visto alternarsi, nel corso di una serie di incontri, alcune delle voci più significative del panorama poetico attuale.

L’iniziativa, ideata e curata con l’intento di avvicinare il pubblico alla poesia contemporanea in tutte le sue sfumature, ha rappresentato un viaggio attraverso linguaggi, emozioni e visioni, offrendo uno spazio di riflessione e dialogo tra autori e lettori.

La rassegna - organizzata dalla Provincia e Sannio Europa, in collaborazione con il cenacolo poetico Mandel (ideato e coordinato da Domenico Cosentino, Antonella Rosa, Nicola Sguera) e Casa Naima - ha ospitato poeti affermati, dando vita a un mosaico variegato di esperienze e stili. Ogni incontro si è trasformato in un momento di confronto autentico, capace di restituire alla poesia il suo valore civile, intimo e universale.

Grande attenzione è stata dedicata anche all’aspetto performativo della parola poetica, con letture pubbliche, domande e curiosità del pubblico presente.  La partecipazione dei poeti è stato uno strumento per raccontare il presente e interrogare l’animo umano.

"Atlante delle Nuvole" conclude un percorso di incontri di poesia iniziato nel mese di ottobre, quando, insieme al Prof. Nicola Sguera, inaugurammo la Stanza per la Poesia presso la Biblioteca Provinciale "A. Mellusi". Questo percorso è il nostro contributo affinché la passione per la Poesia resti viva nella nostra città e nella nostra provincia. È un'iniziativa che abbiamo ritenuto necessaria per rappresentare un simbolico punto di resistenza alla dilagante superficialità che ci circonda. Un nostro ringraziamento sentito va allo staff di Sannio Europa e alle ottime bibliotecarie per il supporto prestato, ma più di tutti ringraziamo il Prof. Nicola Sguera, che, con passione e competenza, è stato il vero motore dell'iniziativa". Sono le dichiarazioni congiunte di Nino Lombardi - Presidente della Provincia di Benevento e di Raffaele Del Vecchio - Amministratore Unico di Sannio Europa.

Atlante tra le nuvole si chiude con un bilancio positivo. L' auspicio è che questa rassegna possa rappresentare solo l’inizio di un percorso duraturo di valorizzazione della poesia e del pensiero poetico nella vita culturale della comunità.

Di seguito il calendario dei vari incontri che si sono tenuti con i vari poeti

17 marzo - Laura Pugno 

21 marzo – Bruno Galluccio

8 aprile – Matteo Lefèvre

13 aprile – Elisa Donzelli & Christian Sinicco

27 aprile – Elio Pecora

28/04/25

BENEVENTO - Elio Pecora chiude gli incontri dell' "Atlante delle Nuvole" di Mandel e Casa Naima, con Sannio Europa


INCONTRI
- Il poeta Elio Pecora chiude la prima rassegna di poesia contemporanea. 

Elio Pecora è un poeta, narratore e critico letterario italiano, che chiude i cinque incontri previsti dalla rassegna poetica "Atlante delle Nuvole - Incontro con la poesia contemporanea"; realizzata da Provincia e Sannio Europa in collaborazione con il Cenacolo Mandel e Casa Naima.

Quella di Elio Pecora è una poesia di limpida eleganza e intensa umanità, che esplora l’interiorità, l’amore e il senso del tempo. Lo fa attraverso uno stile sobrio e musicale, in grado di coniugare introspezione e attenzione al quotidiano. 

Al museo ArCos, dialogando con Antonella Rosa, Nicola Sguera e Domenico Cosentino, il poeta mette in evidenza l' importanza delle persone che ha amato, ma non solo: "Nella mia scrittura - afferma - conta moltissimo il peso delle persone che ho amato, ma anche chi non ho amato ha avuto un ruolo importante perché mi ha fatto pensare. Nella mia vita ho ascoltato i libri che ho letto, le parole e le frasi delle persone che mi tornavano in mente, con le quali ho avuto amicizia o vicinanza. Non siamo mai soli. Siamo fatti di tutti coloro che abbiamo intorno. Il poeta - sottolinea il maestro Elio Pecora - è testimone di ciò che vede e custode di quello che resta e costruisce per gli altri".

Evidenzia anche  un concetto fondamentale: "La poesia non si insegna. Si può soltanto affinare la sensibilità e l' attenzione di chi la legge e comprende di cosa è fatta. Sono contrario ai ragazzi che scrivono poesie nelle scuole. A scuola si va per imparare cos'è la poesia". 

"Delicatezza e ferocia - conclude- nella mia ultima opera convivono come nella vita. Siamo tutti delicati e feroci al tempo stesso. Se sei soltanto feroce, sei infernale. Se sei solo delicato, sei troppo fragile".

23/04/25

S. GIORGIO A CREMANO, 23 aprile - La Pro loco ospita il racconto della Processione di San Giorgio e della Pasqua


di Maria Ricca

L' EVENTO - Ferdinando di Borbone ed una schietta e simpatica popolana, al secolo gli attori Tommaso Tuccillo, scrittore ed architetto, e Teresa Colapietro, presidente dell'Associazione Culturale "Ferdinando e don Ippolito", hanno condotto il pubblico, quali guide appassionate, attraverso gli eventi che caratterizzarono la scelta di San Giorgio come Patrono della Città. L'incontro è stato  promosso da Maria Falbo, presidente della Proloco di San Giorgio a Cremano, nella sede dell'associazione in Villa Bruno, per celebrare il 23 aprile. 

Un'ora piacevolissima in compagnia della Storia, nella quale i presenti hanno appreso molto di quanto riguarda la venerazione del Santo,  divenuto Patrono della cittadina, perché  alla fine del X secolo ne salvò gli abitanti dall'eruzione del Vesuvio. San Giorgio a Cremano, assai florida sotto il dominio spagnolo e particolarmente sotto quello borbonico, divenne allora luogo di  villeggiatura di potenti famiglie dell’aristocrazia napoletana, come testimonia la presenza delle numerose ville settecentesche.


Vivace l'interpretazione e la ricostruzione condotta dagli interpreti, vestiti naturalmente con i costumi tipici dell'era borbonica per rendere più efficace la narrazione, che è passata da un argomento all'altro, con simpatia e scioltezza, evocando tra l'altro anche il legame tra San Giorgio e l'Inghilterra e la famosa croce rossa su fondo bianco, che ne rappresenta la bandiera. Ma c'è stato anche lo spazio per raccontare poi delle tradizioni legate alla Pasqua nei luoghi partenopei, complice il profumo di un gustosissimo "tortano" offerto ai convenuti per celebrare la ricorrenza. Dalla famosa zuppa di cozze del Giovedì Santo al casatiello salato e dolce, fino alle leggende, come quella di Partenope, sulla nascita del dolce pasquale per eccellenza, la gustosissima pastiera, molti sono stati i riferimenti alla tradizione, conditi di ironia e richiami anche alle battute indimenticabili di Massimo Troisi. 
Sullo sfondo il mito del Vesuvio, "sterminatore", come nelle parole di Matilde Serao e di Leopardi, prima di lei, e le leggende che l'accompagnatore, come quella, delicatissima, legata alla nascita dell'isola di Capri e del Vulcano, frutto di una meravigliosa storia d'amore. 


Prezioso, infine, l'intervento dello storico Carlo Nobili, a memoria delle celebrazioni dedicate a San Giorgio nel corso degli anni, alcune anche promosse dalla Pro Loco, ben prima del Comune, nella speranza che in futuro l'associazione possa riportare la propria efficace presenza nelle celebrazioni.

BENEVENTO, 27 aprile - "L'avventura di restare" di Elio Pecora chiude la prima edizione dell' "Atlante delle Nuvole"


L' APPUNTAMENTO
- Elio Pecora chiude la prima rassegna poetica "Atlante delle nuvole - Incontri con la poesia contemporanea"

"L'avventura di restare " è il titolo del quinto e ultimo appuntamento della rassegna "Atlante delle nuvole - Incontri con la poesia contemporanea", iniziativa curata dalla Provincia e Sannio Europa in collaborazione con il cenacolo poetico Mandel e Casa Naima. 

Ospite dell'evento sarà Elio Pecora, uno dei maggiori poeti italiani viventi, oltreché critico, scrittore e sceneggiatore.

Un incontro imperdibile sulla sua poetica, «fra ironia e dramma, fra pena e allegria, fra sonorità della tradizione e modernità degli orizzonti (anche di saperi contemporanei come la psicanalisi, la fisica), costruita "nel sempre mutevole ‘teatrino’ dell’esistenza e nell’accettazione sapiente della solitudine rumorosa, del ‘vuoto’ e dell’‘orrore’ […], ma anche della tutta umana possibilità di colmarli di ‘una mai stanca felicità’».

Dialogano con l"autore Domenico Cosentino, Antonella Rosa, Nicola Sguera. 

L'evento si terrà domenica 27 aprile, alle ore 17.30 presso il chiostro di Santa Sofia, Benevento.

Elio Pecora è nato a Sant’Arsenio (Salerno) nel 1936 e vive a Roma dal 1966. Ha pubblicato libri di poesia, di prosa, di saggistica, testi teatrali, poesie per l’infanzia. Ha curato antologie di poesia italiana contemporanea e raccolte di fiabe popolari. Ha collaborato a lungo per la critica letteraria a quotidiani, settimanali, riviste e ai programmi culturali della Rai.

19/04/25

BENEVENTO - "Solenne Concerto del Venerdi Santo", commozione e applausi per l'evento promosso dai maestri Quadrini e Miele, con Mons. Iadanza


MUSICA
- Nella chiesa civica della SS.Annunziata, uno dei luoghi più simbolici della devozione e dell’arte sacra della città,  si è tenuta la XVI edizione del "Solenne Concerto del Venerdì Santo". Sono state due le versioni dello Stabat Mater: una del compositore settecentesco Nicola Fago,  l' altra,  invece, è stata scritta dal maestro Veaceslav Quadrini Ceaicovschi, in un ideale dialogo tra musica antica e contemporanea. Il pubblico, attento e partecipe, ha vissuto un momento di grande elevazione culturale e religiosa. Il suggestivo scenario della chiesa SS.ma Annunziata, inoltre, con il suo impianto gotico e la decorazione barocca, ha creato le condizioni ideali per la meditazione sonora dello “Stabat Mater”.  L' impeccabile direzione musicale del maestro Veaceslav Quadrini Ceaicovschi, le vocalità di Federica D' Antonino (soprano); Michela Rago (mezzosoprano); Giuseppe Maiorano (tenore); Michelle Bisceglie (basso) e l' intero coro da Camera Opera Festival, hanno incarnato l' arte nella sua forma più pura  e trasformato la musica in emozione viva. Importantissimo e fondamentale  il ruolo di monsignor Mario Iadanza, che ha partecipato attivamente all' organizzazione e alla promozione del concerto. Anche durante la conferenza stampa di presentazione dell' evento, monsignor Iadanza ha sottolineato quanto sia importante la valorizzazione della Chiesa SS. Annunziata da un  punto di vista storico, artistico e acustico, elemento importantissimo per eventi come quello odierno. Di seguito i musicisti dell' Orchestra Internazionale della Campania che hanno contribuito a creare la particolare e suggestiva atmosfera che il pubblico ha apprezzato tantissimo con applausi scroscianti:


Primi violini

Francesca Farina, Sofia Di Somma, Salvatore Terranova, Giuseppe Quadara, Sara Pisaniello.

Secondi violini

Erika Verga, Francesco Chirico, Massimo Palumbo, Antonio Perotti, Francesca Tagliamonte.

Viola 

Guido Esposito, Sara Longobardi 

Cello

Enzo Di Somma, Maria Pucino

Contrabasso

Giovanni Miele (anche direttore artistico ndr) e Federico Maylin

Basso continuo 

Leonardo Quadrini

L' evento, attraverso il programma "Per chi Crea", è stato promosso dall’associazione Musicainsieme con il sostegno del ministero della Cultura e dalla SIAE.

14/04/25

BENEVENTO - Atlante delle Nuvole" incontra la poesia di Elisa Donzelli e Christian Sinicco




POESIA - Il quarto incontro della rassegna "Atlante delle Nuvole", dedicata alla poesia contemporanea, coincide con la domenica delle Palme. L' iniziativa è organizzata dalla Provincia e Sannio Europa, in collaborazione con il cenacolo poetico Mandel (ideato e coordinato da Domenico Cosentino, Antonella Rosa, Nicola Sguera) e Casa Naima.

Lo splendido scenario del "Giardino del Mago" ha visto la presenza dei poeti Elisa Donzelli e Christian Sinicco.

Per Elisa Donzelli la poesia è un mezzo per esplorare e riflettere sulle diverse fasi della vita. In merito al suo saggio, dal titolo 

"Donne in poesia" , la poeta sostiene che: "La poesia conserva e lascia andare. Lavoro molto - sottolinea - sul funzionamento e il malfunzionamento della memoria perchè la poesia è sghemba. E’ come se fosse uno sguardo strabico sulle cose. È un produttore di senso, che non viene ingabbiato, ma costituito e al  contempo lasciato all’ indefinibile. Nella mia poesia c’è molta attenzione per lo sguardo e il ricordo. Spesso, dico che sono una poeta nata in superficie, ma nella sostanza, invece, sono nata molto presto. Ho iniziato le mie pubblicazioni a 40 anni, dopo aver studiato tantissimo. Oltre ad essere una poetessa sono anche un' editrice. Il mio vero seme risale all’infanzia, durante il trasferimento da una città all’altra. Ho vissuto i primi 10 anni della mia vita a Torino per poi trasferirmi a Roma, dove ho iniziato a scrivere le prime poesie, quelle del distacco, ma anche di una liberazione legata alle radici delle mie origini. 

Non lavoro soltanto sui dettagli oggettuali. Sono un poeta di passo. Camminando mi vengono in mente delle intuizioni che custodisco nella mia testa o memorizzo sul cellulare. Dopo una prima idea, che può sviluppare una quartina o una piccola strofa, c’è la potenza dell’incipit o dell’ explicit per poi costruire un’idea di suoni e di immagini".

 "Mi sono formata tantissimo su tre autori - aggiunge - che sono un po’ il mio cavallo di battaglia: si tratta di Giorgio Caproni, Vittorio Sereni e René Char. Li ho studiati in maniera quasi ossessiva. Quando ho scritto “Album”, però, all’inizio sono stata volutamente ostinata, nel senso che non mi sono rivolta a nessun autore. Lo dico sempre, nell’antologia della poesia le donne non sono presenti. Le poetesse le ho studiate dopo, perchè inizialmente non ho trovato dei modelli femminili. Non credo - continua Elisa - che ci sia un modello unico di riferimento. Quello che è importante, e mi piace sottolinearlo, è avere nella pelle la lettura dei classici del passato e della tradizione del Novecento. La poesia si fonda su due elementi: innovazione e tradizione”.


Per Christian Sinicco, la poesia è uno strumento di riflessione critica e partecipazione, che invita il lettore a prendere posizione nel mondo. La visione del poeta intreccia etica ed estetica, interpreta il presente e denuncia le contraddizioni in relazione a temi come il lavoro, i confini, l’ambiente e l’umanità condivisa. In "Mediterraneo, poesia e cittadinanza del mondo", Sinicco spiega che il mare non è soltanto uno spazio geografico:“Noi europei viviamo con distacco quello che accade nel mondo. Mi sono soffermato su ciò che accade alle frontiere, essendo nato a Trieste, città di confine. Nel libro ho ripercorso gli eventi traumatici delle guerre balcaniche. Le frontiere non sono soltanto quelle terrestri, ma anche quelle marine. Siamo cinti dal mare. Questo elemento, apparentemente semplice e meraviglioso per le nostre vacanze, per altri individui diviene un dramma. È sotto gli occhi di tutti quello che accade sulle nostre coste con il problema della migrazione. Nutriamo enormi tristezze per quanto accade in Israele e in Palestina o tra Russia e Ucraina. Siamo al centro di qualcosa che dovrebbe avere una spinta verso un’etica di civiltà. Dovremmo guardare gli altri senza chiuderci in noi stessi, nelle nostre facili quotidianità".

"Essere cittadini del mondo - continua Sinicco - significa dare corpo ideale, politico ed emotivo, attraverso la propria azione verso gli altri. Il libro parla anche di quella che è una migrazione tra vita, nascita e morte. Dobbiamo andare oltre le nostre facili soluzioni quotidiane". 

"Per diversi anni mi sono occupato di una rivista che si chiamava "Poesia del nostro tempo". Con tanti altri poeti della Siria, Turchia, Cile, Stati Uniti, ci siamo posti tante domande relative alla complessità del mondo. La poesia può essere una fonte di idee. Alla nostra società servono idee concrete. Bisogna fare in modo che la generazione che verrà possa guardare con positività al futuro" 

"Per me - conclude il poeta - sono stati importanti poeti come Bertolucci, Quasimodo, Ungaretti, Pasolini, che ha influenzato tanti altri poeti, ma anche Fortini. Nel mio libro hanno una certa importanza elementi della Neoavanguardia. Ti posso citare Pagliarani, ma è importantissima anche Vittoria Colonna, una poetessa che accosterei a Dante per riscrivere il canone letterario. Nella mia scrittura, quello che è fondamentale è aver compreso come la poesia debba essere a stretto contatto con la realtà. Che appartengano al Neorealismo o alla Neoavanguardia è importante come i poeti abbiano toccato la realtà con la loro poesia, trasmettendoci il loro messaggio".

L' ultimo incontro con "Atlante delle Nuvole" si terrà l 27 aprile con il poeta Elio Pecora.

13/04/25

CAPUA, 13 aprile - "Rosaria" di Davide Iodice, quel lucido e disperato flusso di coscienza di una vita ai margini

di Maria Ricca


TEATRO - Rosaria, che vive per strada, una scarpa sì ed una no, vestita di stracci imbottiti da fogli di giornale accartocciati ed un cartone a farle da coperta e da scudo contro il disagio del freddo e di una esistenza precaria. Rosaria, che conta in su e in giù gli scalini nell'altalenanza delle sorti della sua quotidianità, Rosaria, che era bella e colta e che una casa ce l'ha, come rivendica orgogliosamente, ma che ne è fuggita, perché le ricorda la vergogna della famiglia borghese da cui proviene, per la quale, però, è più accettabile un fratello che molesta ogni notte una sorella, nel silenzio della madre, che una ragazza che comprende di amare l'universo femminile più di quello maschile è per questo è ghettizzata. Rosaria, che era guida turistica e ora odia l'affollarsi di visitatori da ogni dove, senza controlli, che fa di Napoli "un giocattolo scassato", ed è felice solo quando ripensa a colei che ha amato, alle sue forme, alla sua dolcezza, alla sua sensualità. Nel cuore la bellezza, il ricordo struggente dell'anima gemella che le aprì il cuore, che "iniziava e finiva il suo pensiero", nelle mani quel suo orecchino che conserva in petto e stringe come un feticcio ed un amuleto insieme. Ma lo sa: l'amore sfugge, "è una cosa che non si riesce a difendere...". Rosaria, che segue il volo dei gabbiani, ma che prosaicamente ha bisogno di sentire il rumore della saracinesca del bar aprirsi ogni giorno alle 6 e di aspettare infreddolita la carità di un bicchiere di latte macchiato, da bere con i lavoratori dell'alba, ascoltando il rumore di quel motorino, che è il primo segnale del giorno che rinasce. 


Una vita raccontata in 50 minuti intensi e disperatissimi di flusso di coscienza da una straordinaria
Monica Palomby, che alla rassegna FaziOpenTheater, diretta da Antonio Iavazzo (organizzazione generale di Gianni Arciprete),  ha dato vita a "Rosaria" di Davide Iodice, in memoria della clochard più nota della città di Napoli, e al racconto della sua progressiva discesa negli inferi, lasciandosi ogni volta possedere e dunque emozionare dall'anima di lei. 
Rosaria è sola, fra mille altri spiriti disperati come lei, ma è combattiva, eppure infine, si addormenta per sempre. Dal suo corpo, ormai senza vita, si libra in volo, davvero come gli evocati gabbiani, la sua anima più vera, finalmente spoglia di tutte le sovrastrutture, leggera come l'aria a disegnare nello spazio delle bellissime figure di amore e di libertà. A rappresentarla, in una nudità dolente, mai oscena, la vivida e delicata interpretazione coreografica di Chiara Alborino, monologo danzato su musiche di Lino Cannavacciuolo .

Molti applausi infine ed un illuminante dopo-teatro con l'autore e regista della pièce Davide Iodice, Premio Ubu speciale, che ha raccontato la genesi di questo volume 1 di un progetto più ampio, dal titolo "Esclusi - antologia scenica di vite da scarto", che accoglie le ricerche drammaturgiche di giovani autrici e autori fortemente compromessi con il reale e le sue trasformazioni sociali, nell’ambito del ciclo Officina della Scuola elementare del Teatro/conservatorio popolare per le arti della scena. "Il senso - ha spiegato il regista Iodice, che terrà in questi giorni anche uno stage in loco - è dare visibilità a chi vive ai margini. Con il mio teatro cerco di comunicare intensità e spingermi in territori inesplorati." Un percorso di costruzione dello spettacolo, che è il "funerale, che la vera clochard Rosaria non ha avuto", e che non ha potuto prescindere anche da una sorta di "braccio di ferro" catartico con l'attrice ed interprete principale, stimolata da ogni tecnica registica maieutica a dare il meglio di sé nella verità della costruzione del personaggio. 

Lo spettacolo è stato preceduto dal ricordo da parte del regista ed autore Marco Palasciano del compianto Francesco Natale, musicista e rapper di grande qualità, tragicamente scomparso proprio un anno fa, anima bella, capace con il proprio impegno ed attivismo in ambito artistico di "regalare sogni alle persone" e di aiutarle a realizzare i propri. 


12/04/25

S. GIORGIO A CR. (NA), 12 aprile - Marinella Sorrentino racconta "Anna. L'arte dello stare accanto", nel segno della forza delle donne


di Maria Ricca

LIBRI - La forza delle donne e la storia di Anna, che nella Napoli di un secolo fa non rinuncia ad affermare se stessa, nella vita come nella professione, per realizzare la propria vocazione all'impegno nella professione sanitaria. Medico non potrà diventare, per le convenzioni del tempo, ma ostetrica sì, e lo farà com fierezza e con dedizione. È la vicenda narrata da Marinella Sorrentino nel libro "Anna. L'arte dello stare accanto", edizioni Arpeggio Libero, volume presentato sabato 12 aprile nell'ambito della rassegna "Biblioteca d'Autore" , nella sala Alagi di Villa Bruno, a S. Giorgio a Cremano. 
Ed è stata l'occasione per un dibattito animato e proficuo sul ruolo femminile nella realtà odierna, ancora oggi condizionato da una società sostanzialmente patriarcale, ove non è inconsueto per una donna dover rinunciare alle gioie della maternità, per potersi dedicare al mondo del lavoro, in cui giovani uomini anche colti, universitari, non esitano ad aggredire e ad uccidere chi li respinge, accecati da un malinteso senso dell'onore e del possesso. Affidati i saluti istituzionali al vicesindaco Pietro De Martino, l'Autrice Marinella Sorrentino ha dialogato dapprima con Miryam Gison, scrittrice e prima curatrice della "Bottega delle Parole", libreria indipendente di San Giorgio a Cremano e poi con la professoressa Maria Falbo, presidente della Pro Loco cittadina. Un confronto interessante, partito dal commento della vicenda narrata nel volume, quella di una donna che combatte per affermarsi come persona e professionista, perché non vuole vivere una vita fra gli agi, ma sostanzialmente "inutile, come quella di mia madre", lei stessa dice, nella Napoli del primario santo degli Incurabili Giuseppe Moscati, "dribblando" matrimoni di convenienza per esercitare, con passione e nel segno del servizio agli altri, l'ostetricia, l'unica all'epoca, concessa alle donne in quel settore, sconfiggendo i tabù. Scrittrice e relatrici hanno quindi dialogato, confrontandosi sulla mentalità antica e moderna, sul ruolo delle donne, una volta solo mogli e madri o tutt'al più, per estensione, insegnanti, sull'essere considerate solo bocche da sfamare e dunque da maritare al più presto per sistemarle in qualche modo, sull'auspicio infelice ad ogni festa di nozze, quell' "auguri e figli maschi!", che ha segnato tanto le coscienze. 
La Falbo ha ricordato l'iniziativa del "posto occupato", in memoria delle donne che non ci sono più, per mano assassina, questa sera dedicato alla dolce e sfortunata  Giulia Cecchettin, e di come sia triste ancora oggi ricevere gli auguri per la "Festa della Donna", in nome di quelle pari opportunità che come tali dovrebbero esistere a prescindere dalla loro sottolineatura. E no, non basta, ha sottolineato la scrittrice Sorrentino, celebrare la giornata del 25 novembre, manifestando contro la violenza sulle donne: occorre fare ogni giorno di più. E i giovani, spesso apatici e viziati, poco inclini a dedicarsi agli altri, come invece accadeva una volta, quando fare volontariato era cosa spontanea, vanno sensibilizzati a queste tematiche.

Il dibattito sul libro, non rivolto solo alle donne, ha ribadito la Gison, ma a tutti i lettori, è stato impreziosito dalle splendide letture del testo condotte da Giuditta Pollice e Maria Rosaria Vardi, mentre il commento musicale è stato affidato ad Andrea Aymone

Il volume sarà presentato il prossimo 15 aprile alla Camera dei Deputati dall'Autrice e, fra gli altri relatori, dalla giornalista Rita Dalla Chiesa, Capogruppo in Commissione Parlamentare d'inchiesta sul Femminicidio. 


11/04/25

BENEVENTO, 24 aprile - La Solot celebra la Liberazione, nel ricordo di "Maria Penna - Uomini e Donne in guerra"


TEATRO - In occasione dell’80° anniversario della Liberazione e nell’ambito delle iniziative promosse dall’A.N.P.I., Associazione Nazionale Partigiani d'Italia- Comitato Provinciale Benevento, il 24 aprile 2025, alle ore 20.30, presso il Teatro Mulino Pacifico, una produzione Solot Compagnia Stabile di Benevento, andrà in scena "Maria Penna, uomini e donne in guerra", con Assunta Maria Berruti, Amerigo Ciervo, Michelangelo Fetto, Antonio Intorcia. Regia Michelangelo Fetto

La narrazione degli ottanta anni della Liberazione è raccontare anche la nostra città attraverso i profili di uomini e donne che sono stati protagonisti di avvenimenti drammaticamente importanti della storia contemporanea e che hanno lasciato segni indelebili. Positivo e negativo, bene e male, buoni e cattivi. Gli eterni opposti, si, l'ossimoro per eccellenza.

Benevento, seppur una piccola città, ha apportato il suo contributo nella scrittura dei tragici eventi di caratura mondiale e gli attori lo racconteranno portando in scena da un lato le figure della partigiana Maria Penna, cui è stata dedicata una rotonda nei pressi dello Stadio, parallelamente alla prima messa in scena dello spettacolo e Francesco Pepicelli, maresciallo dei carabinieri, di Sant'Angelo a Cupolo, militare e partigiano, trucidato alla Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944 e al quale è stata intitolata dall'Arma dei Carabinieri la caserma sul viale degli Atlantici a Benevento. Dall'altro lato, diametralmente opposti, Arturo Bocchini , fidato collaboratore di Mussolini ed ideatore e realizzatore delle più ignobili nefandezze del regime fascista ed il famigerato Pietro Koch, un vero e proprio criminale di guerra, pluriomicida, capo di una banda armata che si distinse per ferocia e spregiudicatezza al punto da essere rispettato e temuto dagli stessi nazisti che chiesero la sua collaborazione per stilare l’elenco delle vittime innocenti che furono trucidate nell’abominevole rappresaglia delle Fosse Ardeatine.

Benevento, dunque, ha contribuito a scrivere lo scempio storico contemporaneo e così, con uno spettacolo esempio di teatro civile, gli attori in scena avranno il doveroso compito di far conoscere, perché la conoscenza è necessaria, di far attraversare e apprendere la nostra storia perché è un atto dovuto per indirizzare il senso critico che ci appartiene, per analizzare quanto accaduto, per ricostruire e contrastare uomini e donne che pontificano un futuro, di corruzione, distruzione morale e civile.

Lo spettacolo è una possibilità di scelta. Maria Penna e Francesco Pepicelli da un lato, Arturo Bocchini e Pietro Koch dall'altro.

Vale la pena parlare ancora di vicende accadute ottant'anni fa? Studiare, approfondire, portare in scena?

In un'Italia libera e democratica, la risposta dovrebbe essere evidente.

Costo biglietto euro 10


BENEVENTO, 13 aprile - I poeti Elisa Donzelli e Christian Sinicco, protagonisti dell' "Atlante delle Nuvole" al Giardino del Mago


POESIA
- Il quarto appuntamento della rassegna "Atlante delle nuvole - Incontro con la poesia contemporanea", a differenza dei primi tre, sarà articolato in due momenti: il primo con Elisa Donzelli in dialogo con Nicola Sguera, intitolato "Donne in poesia" Natura o Storia?; il secondo con Christian Sinicco in una conversazione a più voci con Domenico Cosentino, Antonella Rosa e Nicola Sguera, intitolato "Mediterraneo, poesia e cittadinanza del mondo". 

Due singoli eventi per testimoniare il valore primario della parola poetica, per schiudersi alla conoscenza dei territori inesplorati dell'immaginario e non solo. 

Domenica 13 aprile 2025 ore 17.30 e ore 18.30

Giardino del Mago, Benevento

L'iniziativa è organizzata da Provincia e Sannio Europa, in collaborazione con il cenacolo poetico Mandel e Casa Naima.

In caso di tempo avverso gli eventi si terranno presso il Museo Arcos di Benevento.

Elisa Donzelli è nata a Torino nel 1979 e vive a Roma. Professoressa associata di Letteratura Italiana Contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha svolto ricerca e insegnato anche alla Sapienza, a Roma Tre, alla Luiss di Roma, alla Fondazione Cini di Venezia e in Centri nazionali e internazionali presso archivi del Novecento.

È autrice di numerosi saggi sul Novecento letterario europeo tra cui "Come lenta cometa: traduzione e amicizia poetica tra Char e Sereni"(Aragno 2009; Premio M. Moretti), "Giorgio Caproni e gli altri" (Marsilio 2016, Premio R. Sertoli Salis per la saggistica), "Pasolini: dialoghi luoghi figure" (Marsilio 2023). Ha curato edizioni filologiche tra cui "René Char Poesie" a cura di Giorgio Caproni (Einaudi 2018; Premio Fiumicino) e il carteggio "Attilio Bertolucci Roberto Tassi Tra due città" (il mulino 2019).

Dal 2007 dirige la collana di poesia della Donzelli editore ed è traduttrice ufficiale della psicanalista Julia Kristeva, e della poetessa Valèry Rouzeau. 

In poesia ha esordito con "album"(nottetempo 2021, Premio Tirinnanzi, Premio Metauro, Premio Alma Mater Università di Bologna, Menzione di Merito Camaiore) e nel 2023 ha pubblicato la plaquette "uomini blu" con note di Maurizio Cucchi e Ana Blandiana, un disegno di Giulia Napoleone. Sue poesie sono tradotte in greco, rumeno, russo, portoghese, inglese.

È membro del Comitato scientifico del Premio Strega Poesia “Fondazione G. E M. Bellonci", Presidente del Premio nazionale Poesia del Mezzogiorno e membro della giuria del Premio Internazionale R. M. Rilke.

Christian Sinicco è nato a Trieste nel 1975. È vicedirettore di poetipost68.it.

Caporedattore di Fucine Mute, tra i primi periodici multimediali italiani, ha fondato e presieduto la Lips (Lega italiana poetry slam) e diretto Poesia del nostro tempo. Ha curato l’indagine sulla nuova poesia dialettale confluita in L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (1950-2013) (Gwynplaine 2014). Ha pubblicato poesia in rivista e in volume tra cui le raccolte "Ballate di Lagosta" (Donzelli 2022, Finalista Premio Strega Poesia 2023, Premio Poesia Onesta 2023, Premio Versante Ripido e Leonardo Lucchi 2024), "Alter" (Vydia 2019) e "Passando per New York" (LietoColle 2005). Suoi versi sono tradotti in albanese, bielorusso, catalano, croato, inglese, lettone, olandese, slovacco, sloveno, spagnolo, tedesco e turco. Sindacalista Cgil, lavora in una delle concessionarie autostradali del Triveneto, in una zona di transito tra Nord Europa, Adriatico e Balcani.

Ultima data in calendario:

27 aprile - Elio Pecora

10/04/25

CAPUA, 13 aprile - "Rosaria" l'invisibile al Fazio Open Theater, per il progetto "Esclusi" di Davide Iodice

 


TEATRO - Va in scena domenica 13 aprile, alle 19, nella rassegna FaziOpen Theater, diretta da Antonio Iavazzo, con l'organizzazione generale di Gianni Arciprete, a Palazzo Fazio di Capua, "Rosaria" del regista ed autore Davide Iodice, primo capitolo di un’antologia scenica in divenire, dal titolo "Esclusi", che accoglie le ricerche drammaturgiche di giovani autrici e autori fortemente compromessi con il reale e le sue trasformazioni sociali. 

Nato nell’ambito del ciclo Officina della Scuola elementare del Teatro/conservatorio popolare per le arti della scena, ideato e diretto da Davide Iodice, “Esclusi” è un progetto di antropologia sociale prima ancora che teatrale, originato da una pratica scenica di prossimità e testimonianza. L’antologia ricompone e in qualche modo vuole riscattare le vite di figure socialmente sconsacrate; vissuti marginali, che sono ferita aperta e suppurante di una società diseguale. Questo primo ‘volume scenico’ è ispirato e dedicato a Rosaria, alcolista e senza fissa dimora, demone e cattiva coscienza dei decumani napoletani: morta senza cordoglio.

Su legge nelle note di regia: "Rosaria, scomparsa ormai da diversi anni, viveva per strada, nella zona Tribunali. Non ha ricevuto la dignità di un funerale partecipato. Non è nota la sua sistemazione ultima. Questo è il saluto condiviso che Rosaria non ha mai avuto. E una dedica a lei e un’indagine dei moti che dalle viscere agitano i nostri demoni interiori. È il frutto della ricerca di ciò che della donna è sopravvissuto. Dai ricordi delle persone che l’hanno conosciuta, nelle diverse fasi della sua esistenza, abbiamo ricostruito una sua storia. Il materiale raccolto è stato registrato ed elaborato. È emersa una ex guida turistica abusiva. Rosaria accompagnatrice nella Napoli Sotterranea, guida di un inferno interiore. In gioventù, dalla periferia, scendeva in citta perché amava ballare. Il suo orientamento sessuale non venne accettato dalla famiglia. Scappò di casa, venne a vivere in centro seguendo una relazione amorosa. La giovane lavoratrice in fuga da casa si è sovrapposta alla donna che il centro storico di Napoli ha incontrato ubriaca. La città l’ha conosciuta intenta ad importunare le donne. Chiedeva denaro per bere, il vizio che forse più di tutti l’ha condotta al suo lento, ma prematuro, spegnimento. Spesso fu udita in violentissime invettive contro gli uomini. A qualcuno ha mostrato un sorriso ed un'acutissima visione dell’amore ed il suo inganno. È stato indagato il vivere di notte dei senzatetto di Napoli scendendo tra le 3:00 e le 4:00 per le strade. Coloro ai quali abbiamo domandato notizie su di lei ci hanno ha restituito, anche chi non ne conosceva nemmeno il nome, il ricordo della donna di piazza San Gaetano che guardava non proprio il vuoto. Dietro i suoi occhi sprofondava in sé stessa seguendo il filo di un pensiero immenso e terribile."


09/04/25

BENEVENTO - L' "Atlante delle Nuvole" incontra Matteo Lefèvre, poeta e traduttore


POESIA
- Con il poeta Matteo Lefèvre si è svolto il terzo incontro della rassegna "Atlante delle Nuvole - Incontri con la poesia contemporanea", iniziativa organizzata dalla Provincia e Sannio Europa in collaborazione con il cenacolo poetico Mandel (ideato e coordinato da Domenico Cosentino, Antonella Rosa, Nicola Sguera) e Casa Naima.

Lefèvre, critico, poeta e traduttore, rispondendo alle domande di Antonella Rosa, Nicola Sguera e Domenico Cosentino, ha affrontato vari temi a partire dal libro intitolato "La vera gloria": "Si tratta di un lavoro che, in maniera ironica, parla di quello che resta della gloria umana: la scoperta della propria piccolezza e di un passaggio sulla nostra terra sempre più effimero, condito da violenze, guerre e sofferenza. Una sofferenza che non va vista come lamento, ma in chiave di cifra del quotidiano. Ecco che la ricerca di sé è anche la ricerca dell' altro. C'è confronto continuo, per cui la guerra diventa anche metafora. Oggi è uno scontro perpetuo con se stessi, con gli altri, all' interno di uno scenario sempre più desolato". 

Lefèvre parla anche di quanto possa essere importante per un traduttore avere un autore ancora in vita. 


"È fondamentale perché si possono condividere i dubbi. È quanto di più auspicabile possa accadere a chi, come me, fondamentalmente è un traduttore di poesia".

Ecco la differenza tra editori grandi e indipendenti.

"Personalmente - afferma il poeta - mi è capitato di lavorare sia con editori indipendenti che con grandi editori. Con i grandi editori si è principalmente lasciati da soli. Si dà un incarico e lo si porta a termine, eventualmente con revisori e redattori nella fattispecie delle traduzioni. Con gli editori indipendenti, spesso, si ha più dialogo. Sono persone che si conoscono anche da vicino con le quali viene sposato l' incarico professionale e il progetto".

È molto importante la scelta della lingua da tradurre.

"Scegliere una lingua da tradurre dipende dalla propria storia personale, ma, nel mio caso, anche da quella professionale, essendomi occupato per tanti anni di lingue e letterature ispaniche. È ovvio che quella che per molti è una lingua straniera per me è la lingua del cuore".

"La figura del traduttore nel tempo si è rivalutata. Se pensiamo - aggiunge Lefèvre - che negli anni Sessanta c'erano edizioni che non riportavano i nomi dei traduttori; oggi, soprattutto per le opere di poesia che affronto spesso, il nome del traduttore non solo è in copertina, ma addirittura c'è un pubblico colto che cerca la traduzione di quel determinato traduttore, proprio perché sa in che modo lavora".

Prossimi eventi in calendario:

 13 aprile - Elisa Donzelli & Christian Sinicco

 27 aprile - Elio Pecora

07/04/25

BENEVENTO - XV edizione del Solenne Concerto del Venerdì Santo, la presentazione


MUSICA
- Presso il salone della Biblioteca Pubblica Arcivescovile "Francesco Pacca", si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della XV edizione del "Solenne Concerto del Venerdì Santo". In programma due Stabat Mater e 10 concerti in prestigiosi luoghi della Campania con il sostegno fondamentale della Società Italiana Autori e Editori. 

"Anche quest’anno ritorna questo oramai tradizionale concerto che lega un programma musicale di grande interesse culturale ad un momento di grande intensità spirituale. “Un concerto- ha continuato Vanni Miele, direttore artistico della manifestazione-“nel quale saranno eseguiti uno Stabat Mater antico, il cui spartito è frutto della ricerca curata da Musicainsieme e uno di epoca contemporanea in prima esecuzione assoluta. Nel caso specifico, tra gli autori del Settecento napoletano c'è il maestro Nicola Fago, che è stato anche insegnante del maestro Nicola Sala al quale è dedicato il Conservatorio di Benevento, mentre l’opera moderna è stata composta da Veaceslav Quadrini Ceaicovschi, talento musicale cittadino e figlio d’arte, che vedremo in veste di maestro concertatore e direttore dell’Orchestra Internazionale della Campania".

Il maestro Veaceslav Quadrini Ceaicovschi, nel portare i saluti di papà Leonardo, che per impegni concomitanti non ha potuto partecipare alla conferenza, ha aggiunto: " Ogni anno, in questo periodo pasquale, Musicainsieme non può che proporre una rappresentazione musicale che è molto vicina alla chiesa e a quelli che sono gli insegnamenti della fede. Ogni anno cerchiamo di proporre uno Stabat Mater che non sia ripetitivo. I vari Stabat, la maggior parte delle volte sono quelli di Pergolesi. Stiamo cercando di riscoprire una nuova musica attraverso compositori che non sempre sono presenti ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Quest' anno presentiamo Nicola Fago. La novità non riguarda soltanto la rappresentanza storica della scuola compositiva napoletana, ma è un abbinamento alle nuove composizioni. Un ringraziamento dobbiamo farlo all' S.I.A.E. perché abbiamo partecipato ad un bando denominato "Per Chi Crea'" che annovera quattro sezioni e noi ci siamo aggiudicati quella relativa ai live nazionali, presentando il progetto S.I.N.F.A. "Scuola Internazionale Nicola Fago". Abbineremo lo Stabat di Nicola Fago al mio, che ho scritto nel periodo della pandemia e che è stato accettato dalla S. I.A.E. I concerti saranno dieci. Si parte il 13 aprile a Salerno e si chiuderà l' 8 ottobre a Cassino. A Benevento saremo presenti il 18 aprile presso la chiesa S.S. Annunziata. Naturalmente ringrazio il ministero della Cultura per il sostegno".

 "La biblioteca dove stiamo tenendo questa conferenza - ha affermato monsignore Mario Iadanza - è stata fondata nel 1753 da Francesco Pacca e si propone anche come luogo di confronto e dibattito. Questo è il quarto anno che lo Stabat si svolge nella chiesa S.S. Annunziata. Nicola Fago, detto il tarantino, un po' dimenticato - ha aggiunto monsignor Iadanza - ha avuto una vita molto attiva e produttiva, ed è bello riportarlo alla luce. La chiesa dell' Annunziata va restituita alla conoscenza della città. Per anni questa chiesa è stata il polo dell' assistenza, della carità. È stato così fino a pochi decenni fa. Questa chiesa è anche un grande contenitore di opere d' arte, dalla cultura alla pittura. Per lo Stabat Mater è il contenitore ideale anche dal punto di vista acustico. È un luogo suggestivo".

Per quanto concerne il concerto del 18 aprile a Benevento, l’appuntamento è alle ore 17.00 con ingresso libero fino ad esaurimento posti. Il programma durerà in tutto un’ora. L’orchestra Internazionale della Campania sarà composta da 12 elementi con la partecipazione di Federica D'Antonino (soprano), Michela Rago (mezzsoprano), il maestro Leonardo Quadrini al clavicembalo, il coro da camera Opera Festival, direttore il maestro Veaceslav Quadrini Ceaicovschi

03/04/25

S. GIORGIO A CREMANO (NA) - Il Liceo "Urbani" incontra la Francia: l'Erasmus+ della sostenibilità e della condivisione, dal Vesuvio al Dantedì, nel segno della Scienza e della Cultura




di Jurij Nikolaj Napolitano*

*Liceo Statale "Carlo Urbani", IV B 


L'EVENTO: DIARIO ED EMOZIONI - Da poco è terminata una strepitosa esperienza interculturale che ci ha lasciato veramente tanto a livello sia emotivo che formativo.

Questo evento è proprio l’Erasmus+, il percorso formativo di scambi internazionali, svolto dal Liceo Statale "Urbani" di San Giorgio a Cremano, diretto dalla Preside Mariarosaria De Luca,  che ci ha permesso di essere ospitati e di ospitare venti ragazzi della Costa Azzurra, Lycèe "Simone Veil", e di vivere insieme a loro un’avventura indimenticabile.

Conoscere ragazzi di un altro Paese significa scoprire nuovi modi di vivere e nuove abitudini in cui non ci si è mai rispecchiati, e viverci insieme per una settimana intera vuol dire immergersi quasi in una vita completamente diversa.


Ognuno di noi ha avuto il suo compagno di viaggio, con il quale ha trascorso molto tempo e con il quale ha legato sicuramente tanto, nonostante la comunicazione non fosse ovviamente come quella tra connazionali.

Lo scopo di quest’Erasmus, referente la prof.ssa Bianca Fontanella, è stato di certo a pieno rispettato dato che il nostro obbiettivo era, oltre allo scambio culturale, anche una presa di coscienza riguardo la sostenibilità; e vedere, soprattutto quando abbiamo visitato Nizza a novembre, quanto non solo le singole istituzioni, ma anche i singoli cittadini si impegnino per la lotta contro il cambiamento climatico ci ha fatto riflettere su quanto c’è ancora da fare nel nostro Paese.

Dall’altro lato i ragazzi francesi hanno sicuramente colto a pieno la cultura e lo spirito napoletano grazie a tutti i luoghi dove li abbiamo portati in questa settimana e a tutte le storie e le abitudini che abbiamo raccontato, inoltre, abbiamo imparato meglio anche noi stessi a conoscere la nostra bellissima città.



Infatti già da quando gli host francesi sono arrivati in aeroporto, nel primo pomeriggio di domenica 23 marzo, li abbiamo accolti dando loro un assaggio di Napoli con diversi luoghi di interesse, come Mergellina e Via Toledo, e offrendo loro anche un piccolo assaggio di… pizza! Siamo poi ovviamente tornati presto ognuno nelle proprie case per farli sistemare e perché la vera avventura sarebbe iniziata il giorno successivo.


Lunedì infatti, dopo la mattina nella nostra scuola, dove abbiamo presentato il programma dei giorni successivi, abbiamo mostrato loro, con la collaborazione della prof.ssa Loredana Di Franco, le nostre fantastiche ville qui a San Giorgio a Cremano: Villa Bruno e Villa Vannucchi, facendogli conoscere, oltre che la bellezza di questi spazi, anche la cultura che ne risiede all’interno, raccontandogli di personaggi come Massimo Troisi e mostrandogli la nuova esposizione pittorica “L’arte ritrovata”.

 




Martedì ci siamo incamminati, con la docente referente Fontanella e le prof.sse Tina Esposito e Anna Paola Russo, dopo un viaggio in autobus per arrivare all’inizio della meta, sulla più grossa attrazione della Campania: il Vesuvio. Con l’aiuto del professor Sannino dell’Università di Napoli Federico II, il quale ci ha illustrato, oltre che la flora e la fauna del luogo, anche la storia di questo vulcano, abbiamo compreso a pieno noi stessi la ricchezza che abbiamo così vicino casa. Nel pomeriggio abbiamo visitato l’Osservatorio Vulcanologico Vesuviano, il luogo dove si è tenuto il controllo, negli ultimi 180 anni, di tutte le azioni del Vesuvio, e abbiamo osservato a livello più scientifico il funzionamento di un vulcano ed il suo monitoraggio. E per finire la giornata, come trascurare uno dei centri di scavi che ci ha fatto capire di più la potenza che ha questo vulcano? Infatti, nell’ultima parte della nostra visita,  abbiamo mostrato ai nostri compagni francesi gli scavi di Ercolano e loro sono rimasti sbalorditi da come una città si sia come “bloccata nel tempo”.







Il mercoledì siamo entrati più nel vivo di Napoli, e abbiamo proprio fatto conoscere ai nostri host i luoghi più importanti del centro storico della capitale del sud Italia. In primis, abbiamo visitato l’Orto Botanico di Napoli, uno spazio di enorme bellezza per tutta la sua varietà di piante e alberi. Successivamente abbiamo mangiato in pizzeria e siamo andati nel Duomo di Napoli e lungo tutte le vie più importanti del centro.





Il giorno dopo, 27 marzo, è stato più tranquillo; abbiamo svolto due ore di lezioni in classe per fargli vivere le differenze tra il loro e il nostro sistema scolastico proprio come facemmo noi quando andammo in Francia. 



Siamo poi tornati a casa, ognuno con il proprio host per cucinare insieme dei piatti tipici napoletani (pastiere, rustici, tiramisù e chi più ne ha più ne metta) in vista della grande festa a Villa Bruno quella sera. 



Infatti, dopo un piccolo intervento di “scambio di lingua” in vista del "Dantedì", nel quale alcuni ragazzi hanno letto dei versi molto significativi della Divina Commedia (noi italiani in francese ed i francesi in italiano), abbiamo festeggiato tutti insieme con un concerto tenuto da alcuni ragazzi molto talentuosi della nostra scuola e con un buffet di tutti i piatti tipici cucinati il pomeriggio.







Per il penultimo giorno, venerdì, abbiamo organizzato un itinerario che passa per il centro del Vomero per poi arrivare ad uno dei più bei punti panoramici di Napoli: Castel Sant’Elmo e la vicina Certosa di San Martino. Siamo poi scesi fino a Piazza del Plebiscito passando per la discesa Pedamentina per ammirare il mare di Napoli il più vicino possibile.


Sabato è stato l’ultimo giorno e, ovviamente per tutti, il più triste. Abbiamo trascorso le ultime ore insieme ai nostri compagni di avventura, chi a casa, chi in giro; e poi li abbiamo accompagnati all’aeroporto di Capodichino, e qui via ai pianti e alla commozione. 
Sapevamo tutti che avevamo appena vissuto un’esperienza irripetibile che ci aveva legato saldamente ad un'altra persona distante centinaia di chilometri.




 Speriamo insieme di avere un’altra possibilità per svolgere un altro scambio culturale come questo e auguriamo a tutti di poter vivere un’esperienza indimenticabile e allo stesso tempo formativa come questa.


S. GIORGIO DEL S. (BN), 5 aprile - Le "Parole Stortignaccole" de "La Carrozza d'Oro" allo Spazio Eidos -


TEATRO
- Ultimo appuntamento per la stagione teatrale presso lo Spazio Eidos in Via dei Sanniti a San Giorgio del Sannio. Si terrà, infatti, sabato 5 aprile 2025 alle ore 20,30 lo spettacolo “Parole Stortignaccole” della Compagnia “La Carrozza d’Oro”, scritto e diretto da Luana Martucci con Daniela Rossetti, Matteo Napolitano, Gioele Braca e Pasquale Napolitano.

Lo spettacolo nasce dall’esigenza di raccontare la storia personale di un bambino, divenuto poi adulto, con difficoltà nell’apprendimento non meglio specificate. La storia si svolge in un arco temporale che va dal 1976 al 2016. Il disturbo dell’apprendimento di cui soffre Dario, il figlio, viene identificato come dislessia soltanto nel 1992 quando avrà già 21 anni ed è un brillante studente universitario. La storia si struttura sullo sviluppo del rapporto tra la madre, Luisa un’insegnante, e Dario.

Dalle note di regia: “La vera protagonista della nostra messinscena è la diversità intesa come arricchimento della persona e della società. Nella storia Dario diventerà un premio Nobel per la fisica, ma questo è solo un dettaglio. La vera ricchezza è la capacità che Dario dimostra sin da bambino di cogliere aspetti della realtà quasi invisibili agli altri, sia attraverso quello che oggi si conosce come pensiero laterale sia grazie alla sue doti empatiche. Lo spettacolo è costruito in modo da cercare di dare sempre il punto di vista di Dario durante le varie fasi della sua vita: l’infanzia, in cui alla spensieratezza tipica dell’età si accosta l’umiliazione, l’adolescenza, età della ribellione e chiusura, e l’età adulta dove alla consapevolezza segue la serenità. Dario spesso si trova circondato da una parte dalla società ostile e piuttosto sbrigativa nel dare etichette, e dall'altra da un padre assente e da una madre che seppur amorevole, non ha gli strumenti per capire le potenzialità e le difficoltà del figlio.”

Si conclude, così, questa edizione della rassegna “Spazio Eidos”. Il bilancio è molto positivo e segnato da una presenza di pubblico sempre crescente e numerosa.

Il Teatro Eidos è già al lavoro per l’organizzazione delle manifestazioni estive e per la prossima edizione che inizierà a fine ottobre 2025.

Per informazioni e prenotazioni

Tel.: 349 1687216 - info@teatroeidos.it

N.B.: È consigliata la prenotazione. Posto unico: € 10,00.


BENEVENTO, 8 aprile - "Atlante delle Nuvole" incontra il poeta Matteo Lefèvre

 


POESIA«Dove l'amore inventa il suo infinito: Matteo Lefèvre, poeta e traduttore di Salinas» è il titolo del terzo appuntamento della rassegna "Atlante delle Nuvole - Incontri con la poesia contemporanea", iniziativa organizzata dalla Provincia e Sannio Europa in collaborazione con il cenacolo poetico Mandel (ideato e coordinato da Domenico Cosentino, Antonella Rosa, Nicola Sguera) e Casa Naima, martedì 8 aprile 2025, ore 17.30, presso il Chiostro di Santa Sofia di Benevento.

Protagonista dell'incontro è appunto Matteo Lefèvre, critico, traduttore e poeta italiano, in dialogo con Nicola Sguera. L'intellettuale ospite  insegna Lingua e traduzione spagnola presso l’Università di Roma Tor Vergata. Critico, traduttore e poeta, ha pubblicato numerosi saggi e monografie sulla lirica del Rinascimento iberico. Ha curato edizioni italiane di numerosi autori di lingua spagnola, tra cui la recente e corposa antologia dedicata alla poesia di Pedro Salinas. I suoi testi poetici: “Salamina e Seattle”, Il Filo 2004 “Ultimo venne il porco”, Giulio Perrone Editore 2008, “La vera gloria”, Giulio Perrone Editore 2022, “La gloria verdadera”, Eolas Ediciones 2024 (autotraduzione d’autore in spagnolo). 

In caso di tempo avverso la manifestazione si sposterà presso il Museo Arcos. 


Prossimi eventi in calendario:

* 13 aprile - Elisa Donzelli & Christian Sinicco

* 27 aprile - Elio Pecora