PARLIAMO DI...


03/06/23

PORTICI (NAPOLI) - I "Racconti per Ricominciare" di Vesuvioteatro, nel segno dell' "Amicizia", firmata da Eduardo

 di Maria Ricca

TEATRO - L'amicizia, si sa, è fra i beni più preziosi. E la retorica sull'argomento si spreca. "Chi trova un amico, trova un tesoro!", recita il vecchio adagio, e non stupisce che anche Eduardo volle celebrarne il valore nell'atto unico "Amicizia", appunto, in scena in questi giorni a Villa Fernandes di Portici, nell’ambito della rassegna “Racconti per Ricominciare”, di Vesuvioteatro, direzione artistica di Claudio Di Palma, consulenza di Giulio Baffi, organizzazione di Geppi Liguoro e Dora de Martino. 

Un’opera che scivola lentamente dalla commedia alla farsa, per svelare il rovescio della medaglia di un legame che può nascondere, anche dietro il suo volto migliore, mille impreviste insidie...

Accade così che Alberto Califano (Luigi Russo), giunto a dar sollievo all'amico ammalato Bartolomeo (Francesco Maria Cordella) e alla devota sua sorella Carolina (Irma Ciaramella), si trovi invischiato in una serie di doveri senza fine, al solo scopo di dare un po' di conforto al morente (o pseudo tale). L'abilità interpretativa degli attori ed il ritmo sostenuto degli scambi recitativi offrono allo spettatore una godibile ora di intrattenimento e di immedesimazione nelle ansie dell'amico, che suo malgrado, per pura bontà d'animo o piuttosto per attitudine al martirio, si lascia convincere da un'esasperata ed esagitata Carolina, desiderosa di attenzioni galanti e non solo,  ad immedesimarsi, di volta in volta, nelle persone care a Bartolomeo, di cui quest’ultimo desidera la vicinanza. Arriva così la claudicante zia Matilde, poi il rumorista siciliano, compagno di lavoro a Cinecittà, il ballerino americano di colore, di cui tanto Bartolomeo ammirava le evoluzioni, ed infine il notaio, tutti interpretati da Alberto, conciatosi con panni sempre diversi, appartenuti alla compianta madre dei due fratelli. Pur sfinito dalla mancanza di riposo e di acqua, che per l'avarizia e la ossessività di Carolina, gli sono negati, Alberto non si sottrae al suo dovere di amico. Regge la pièce l'abilità degli attori, coinvolti in un  calembour di travestimenti,  battute, mimiche, giustamente sopra le righe, ma mai ridondanti, in un crescendo grottesco che culmina nella rivelazione finale: l’unico amico che Bartolomeo non vuole incontrare è proprio lui, Alberto, solo “en travesti” vicino al malato, che confessa, infine, di averlo vergognosamente tradito in gioventù, con la moglie, divenendo il vero padre del primo figlio della coppia. E’ troppo: Alberto si accascia dinanzi ai due, incapace di reagire, forse morto sul colpo per un irresistibile attacco di cuore, Eduardo non lo dice.

Ancora una volta, dunque, la realtà supera la fantasia e mai bisogna dire mai. Applausi a tutti, in conclusione, ed il piacere di aver assistito ad una vera “chicca” teatrale, in una rassegna che sa coniugare brevità e qualità delle proposte, offrendosi come una piacevole occasione di cultura agli amanti di un genere, il teatro, che resiste ai tempi e alle mode.

29/05/23

ERCOLANO (NA) - A Vesuvioteatro approda "Salute" della Solot, per rinfrancare cuori e deliziare i palati

 


di Maria Ricca

TEATRO - Brio, ironia, arguzia e tradizione. Hanno attinto a tutto il proprio repertorio di suggestioni culturali, teatrali ed attoriali Michelangelo Fetto ed Antonio Intorcia, fondatori ed operatori della Solot, con Rosario Giglio e Massimo Pagano, per discutere del vino in “Salute”, nuovo appuntamento con la rassegna Vesuvioteatro, a Villa Favorita, Ercolano. Gli interpreti hanno affrontato, in ogni termine e modo,  la storia della bevanda più amata, passando attraverso l’origine etimologica del nome, forse derivante dal sanscrito, nel prologo affidato ad Antonio Intorcia, per arrivare al “grammelot” partenopeo di Rosario Giglio, che ha raccontato a suo modo “Le nozze di Cana” ed il miracolo della trasformazione dell’acqua nel mitico umore rosso, per rallegrare la festa di matrimonio. Hanno "duellato", poi, Antonio Intorcia e Massimo Pagano, riproponendo la famosa disputa fra i vini del territorio, la bianca Falanghina, che volentieri accompagna il pesce e le pietanze più delicate, ed il rosso ed impegnativo Aglianico, che serve i piatti di carne più saporiti.  E se poi Michelangelo Fetto, autore e regista del testo, ha preparato ed offerto al pubblico un sorso di “mulsum” , il vino dei Romani, addolcito col miele, che accompagnava i pasti, si son dilettati gli attori, fra canti, stornelli e danze, ad alternare la recitazione a momenti esilaranti di pura comicità. Ma per apprezzare opportunamente il vino, occorre passare attraverso le tre fasi più importanti dell'assunzione della bevanda, quella visiva, olfattiva,  gustativa. Allegria e nostalgia, nel finale, hanno chiuso la performance, sulle note simpatiche e struggenti del “Brinnesi”, che Libero Bovio dedicò, nel lontano 1922, alla sua ingrata innamorata. Se n'è incaricato Massimo Pagano, con sapiente ironia, riproponendo più volte il motivo in varie interpretazioni. Ma se i vini sono tanti, lo spirito che quell’umore solleva è uno solo, nel segno della vita pienamente vissuta. 

28/05/23

S. GIORGIO A CR. (NA) - Farsa frizzante ed attori affiatatissimi, " 'Na campagnata 'e tre disperate" : applausi a Vesuvioteatro

di Emilio Spiniello

TEATRO - La frizzante farsa del drammaturgo Antonio Petito, NA CAMPAGNATA 'E TRE DISPERATE, è stata messa in scena nei giardini di Villa Bruno a San Giorgio a  Cremano, nell’ambito della quarta edizione della manifestazione "Racconti per Ricominciare" - festival teatrale nei beni culturali,  ideato e realizzato da Vesuvioteatro.org.
In una locanda di campagna una oste rumena prepara il tavolo per i prossimi clienti. Su quella strada si incrociano tre disperati a partire da Adriano La Peruta, detto ‘o Cilentano’, con le movenze del cantante Adriano Celentano:  un giocatore incallito sempre messo in riga da suo fratello, persona agiata economicamente.
Intanto due finti magrebini, in verità cialtroni napoletani che vivono di espedienti, vedendo il soggetto credono di poter scroccare un pranzo gratis.
I tre squattrinati giunti all’osteria ed accolti con sospetto dalla giovane titolare, mangiano a sbafo tra gag e simpatiche scenette. Non avendo i soldi per pagare il conto, tentano e immaginano varie soluzioni escogitando anche una serie di marchingegni, ma la titolare rumena sa bene con chi ha a che fare. 

Con gli attori Giovanni Allocca, Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Peppe Miale ed Eduardo Tartaglia si dà luogo ad una gustosa prova attorale, in un autentico trionfo di uno spettacolo “agile e leggero”, di breve durata. Il tema dell’imbroglio e della fame si intrecciano nella storia con ritmi serrati di tre nullafacenti, interpretata da attori affiatati.

12/05/23

BENEVENTO - Quel "Rumore di fondo" dall'amore all'incubo. Il dramma del femminicidio a Obiettivo T della Solot


 di Emilio Spiniello

TEATRO - I piedi, la parte inferiore del nostro corpo, prendono vita e sono i protagonisti dei diversi stati d’animo della persona. Quelli di una donna, ad esempio, saltellanti e gioiosi durante l’innamoramento fino al matrimonio, l’apice dell’amore; con il passare degli anni, invece, quelli di un marito autoritario e possessivo diventano pesanti, prepotenti ed opprimenti. Le denunce alle autorità si susseguono, ma nulla. Nasce anche un bimbo, unico appiglio d’amore in un rapporto malato fatto di morbosità, sospetto e gelosia. Dalla vita serena e luminosa, al terrore nei confronti del proprio partner.  Inizia l’incubo che termina con il femminicidio, meglio dire omicidio di Stato ed una giovane vita rimasta orfana, senza madre. “Rumore di Fondo” è lo spettacolo con Gea Martire e Antonella Ippolito, andato in scena al Teatro Mulino Pacifico, nell’ambito di Obiettivo T - XXIX edizione stagione teatrale.


Alla base del racconto viscerale la storia vera di  Carmine Ammirati e sua mamma Enza Avino, uccisa nel 2015 dall'ex compagno, dopo dodici denunce, rivelatesi inutili. Un monologo duro, vibrante, che ci scuote tra metafora e comicità, con un “sottofondo” di sofferenza crescente. Il sopravvissuto è Carmine, che ci tocca profondamente con la sua registrazione vocale  di una lettera scritta a sua madre che lo guarda da lassù.

La regia è di Nadia Baldi. Le musiche, eseguite dal vivo, sono state composte da Ivo Parlati.

07/05/23

"Che ci faccio qui", Iannacone e le storie degli ultimi approdano a teatro con empatia e delicatezza


di Emilio Spiniello

Un nome di respiro nazionale torna nel suo territorio d’origine e fa sold out. 
Sul palco del Teatro del Loto di Ferrazzano, in provincia di Campobasso,  lo spettacolo “Che ci faccio qui In scena”, prodotto  da TeatriMolisani insieme a ITC 2000 con il volto Rai Domenico Iannacone.
“Un grande narratore e giornalista”, lo ha definito Stefano Sabelli, patron della manifestazione, il quale con foga si è scagliato contro la gestione della Fondazione Molise Cultura. Il numero uno della cooperativa TeatriMolisani, unica impresa teatrale riconosciuta dal Ministero della Cultura e sostenuta dal Fus, ha chiesto le dimissioni dei vertici della Fondazione per una gestione pessima dei fondi. 
Iannacone ha aperto la sua scatola del tempo, dinanzi ad una foltissima platea, portando a teatro emozioni e storie intime, già presentate sul piccolo schermo dal 2019 con l’omonimo programma tv.
Avvio dalla sua infanzia a Torella del Sannio “ dove ero – ha detto – un uomo liberissimo fin da piccolo pur vivendo in un paese sperduto del Molise, grazie al primo vocabolario avuto in dono”. 
E quindi l’importanza delle parole “cosa potremmo fare se non ci fossero?” e dello sguardo, il guardarsi negli occhi: azione oramai perduta nella società. La sua formazione, con una grande passione per la poesia ed una  nuova visione della vita grazie al film “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica.


Il malessere e le storture della società al centro del suo racconto intimo con cui ha perlustrato l’animo dei protagonisti delle storie più assurde, di coloro che vengono emarginati e non aiutati. 
Dietro di noi solo macerie, persone ai margini, miseria negli occhi degli invisibili: chi dorme in auto dopo una triste separazione, una vecchia fabbrica farmaceutica popolata soltanto da tossicodipendenti senza futuro, fino al grido di dolore della Madre Terra, rovinata dal consumismo eccessivo e dalla produzione di rifiuti, come le inquinanti ecoballe di Taverna del Re o i disastri ambientali della Terra dei Fuochi, nel Casertano, senza dimenticare l’inferno dell’ex Ilva di Taranto.

Non mancano, però , come contraltare,  le storie belle, quelle rivoluzionarie, fatte di gesti d’amore semplici,  come la dottoressa che a Trieste cura i piedi dei profughi disperati, ma anche la perseveranza del gestore del Museo Agostinelli di Dragona, dove un simpatico anziano  abruzzese salva dalla distruzione e dall'oblio oggetti e testimonianze del passato. 
Lo spettacolo di Iannacone, facendo il pieno di applausi e partendo dal Molise, dopo Guglionesi e Ferrazzano, toccherà tutto lo Stivale.

26/04/23

SALERNO - Eugenio Bennato e Pietra Montecorvino, il fascino delle sonorità mediterranee illumina il Teatro Verdi

di Emilio Spiniello

MUSICA - Festa del 25 aprile al teatro Verdi di Salerno per Eugenio Bennato, accompagnato dall’ensemble vocale “Le Voci del Sud” ( Laura Cuomo, Francesco Luongo, Angelo Plaitano, Daniela Dentato) e dalla voce graffiante di  Pietra Montecorvino, già compagna di vita del fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare. "Vento Popolare" è lo spettacolo presentato con  Ezio Lambiase (chitarra classica e elettrica), Mujura (chitarra acustica e basso), Sonia Totaro (voce e danza), Francesca Del Duca (voce e percussioni). Special Guest l’esplosiva voce di Pietra Montecorvino. Quest’ultima ha proposto il brano “Murì” tratta dall'album Sud e ancora "Malagente", composta  insieme al cantante rap napoletano Ivan Granatino.

Durante il concerto, omaggio ai classici “Brigante se more” e “Vulesse addeventare nu brigante” e le grandi canzoni che hanno segnato la sua quarantennale carriera: Che il Mediterraneo sia, Mon père et ma mere, Grande sud, Ritmo di contrabbando, Ninco Nanco, Questione meridionale, Si va!.
Vento Popolare, anche nome dell’ultimo album, approderà  in estate anche all’estero, in India e Marocco, portando il suo carico di fascino delle culture mediterranee.

17/04/23

CAPUA - Successo per "Le sedie", farsa tragica di Ionesco, "ripensata" e riletta da Antonio Iavazzo, con Gianni Arciprete e Licia Iovine

 


di Maria Ricca

TEATRO - “Facciamo conto che il mondo siamo noi”. Settantacinque anni di matrimonio sono più di una vita per un uomo e una donna, che si riflettono l’una nell’altro, in quell’alternarsi di ricordi che non è solo nostalgico, ma qualcosa di più, è essenza stessa della loro condizione. E sentono il bisogno di raccontarla al mondo la propria esistenza, che confluisce nel messaggio prepotente della vita e di quanto ha insegnato loro, avvertendo l’impulso irresistibile di comunicarlo all’umanità. Solo poi potranno lasciarlo, questo mondo, insieme, naturalmente, come sono vissuti finora, nella certezza di aver compiuto il proprio percorso.


E’ il tema de “Le sedie”, adattamento dall’omonimo testo di Eugène Ionesco, realizzato da Antonio Iavazzo, regista, drammaturgo ed autore di testi, con Gianni Arciprete, anche interprete principale, insieme a  Licia Iovine, dell’allestimento proposto in scena nell’ambito della rassegna “Fazio Open-Theatre”, diretta dallo stesso Iavazzo, al Palazzo Fazio di Capua. Quest’ultimo testo chiude la sua reinterpretazione della trilogia di Ionesco, l’esponente più rappresentativo, con Beckett, del teatro dell’assurdo.

“Le sedie” è “una farsa tragica” come la definì lo stesso Autore,  e come ha ribadito Iavazzo, in sede di presentazione in sala e nell’incontro conclusivo con gli attori al termine dello spettacolo, aperto alle domande degli spettatori, ovvero “un classico che ancora oggi demolisce tutte le convenzioni su cui si basa la nostra quotidianità.” .

Ed infatti c’è una tragica allegria nei protagonisti, vestiti di tutto punto, lei, Semiramide, vezzosa vestale dell’intimità domestica, nella sua frivola vestaglia rosa, con pantofole abbinate, lui più solenne, elegante, ma pure sbarazzino nei modi, certamente disincantato.  Tocca innanzitutto al marito, “maresciallo d’alloggio” e non di più, come avrebbe voluto la moglie, ambiziosa,  avviare i flusso dei ricordi, sulle note dei balli da entrambi preferiti in gioventù. Di lì è uno scorrere infinito di memorie, da quelle più allegre a quelle più dolorose, come la tragica perdita della madre di lui, compensata dall’affetto di lei, che si fa “mammina”, come molte mogli diventano, per colmare il vuoto di una genitrice scomparsa fra i sensi di colpa. E poi  il figlio desiderato e mai davvero posseduto…Quanto hanno imparato insieme e quanto vogliono condividere con i propri “invitati” al simposio immaginario, che pure sanno costituire, arricchito persino dalla presenza di un sovrano potente a cui rivolgere il dovuto omaggio servile ! Una costruzione di linguaggio e di emozioni, perfettamente architettata da Antonio Iavazzo, che rilegge criticamente  il testo di Ionesco, ridandogli vita ed attualità, fondando certo sull’arguzia e la sensibilità di Gianni Arciprete, co-autore e regista, il quale anima con la consueta amabilità la figura del marito, conferendogli di volta in volta tragica austerità e moderna leggerezza e sulle sfumature interpretative di Licia Iovine, “stralunata” moglie, che sa però riportare, ogni volta, il coniuge sui binari della vita reale, ricordandogli le sue qualità, mai troppo sfruttate in gioventù, ma anche i suoi difetti. Perfetta la sintonia fra i due, che ricostruiscono, fra mottetti e battute, una quotidianità appena appena caratterizzata da accenti partenopei, in un confronto serrato fra se stessi e gli  “altri”, ospiti immaginari, ma resi vivissimi nel rivolgersi dialogante a loro, e nelle reazioni provocate.

L’epilogo, struggente, ma non triste, li vede affondare nella profondità di un mare infinito, e tranquillo, però,  nel quale potranno sublimare, come farebbe ciascuno di noi, i drammi e le gioie della loro esistenza, che assumono i caratteri dell’universalità.

Il finale resta aperto, come avrebbe voluto Ionesco, lasciando allo spettatore ogni possibilità di interpretazione. Ma solo per modo di dire. Infatti, la complicità dei due, che hanno percorso insieme ben settantacinque anni della loro esistenza, li rende fortissimi e guerrieri nei confronti del mondo e sembra lasciare la speranza, ancora, della possibilità di incontri autentici, grazie ai quali affrontare il percorso della vita, senza necessariamente perdersi o scontrarsi con un muro di incomunicabilità.

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02/04/23

BENEVENTO - Roberto D'Alessandro presenta "Money", one man show sul dio denaro


 di Emilio Spiniello

TEATRO - L’attore in scena strappa una banconota da 50 euro davanti al pubblico. Cosi come Friedrich Nietzsche disse che “Dio è morto”, cosi un giorno il Dio denaro morirà, sostituito da un altro.

L’attore calabrese Roberto D’Alessandro torna a Benevento portando il suo nuovo spettacolo “Money”. Al teatro comunale di corso Garibaldi, accompagnato alle tastiere da Federico Pappalardo, ci mette in guardia da un futuro, come oggi, dominato dai soldi, il motore del mondo.

Dopo una breve sintesi della storia della nascita del denaro, da quando il profitto e il guadagno non esistevano, fino all’età contemporanea, quella  “civiltà” nostra che utilizza i soldi in contanti, le carte di credito e altri moderni strumenti di scambio. Per farne cose? Spesso per farne altri e circondarsi di cose inutili.

Il rapporto con il denaro ci dice anche chi siamo, a quale categoria apparteniamo: per questo D’Alessandro interagendo con il pubblico in sala ha messo in campo un divertentissimo quiz. 

Viviamo in una società ossessionata dal denaro, - dice l’attore – ricordando la sua infanzia in Calabria ed il rapporto particolare della madre, donna “taccagna”,  con i soldi. Ma questi benedetti soldi daranno poi davvero la felicità? Si chiede D’Alessandro, intervallato costantemente da simpatiche musichette.

Un mondo sempre più disuguale ed anche se il divario tra ricchi e poveri nel mondo è sempre più ampio,  è sempre la finanza e il mercato a decretare l’equilibrio del rapporto nella società.

Questa distanza è chiaramente esplicitata nell’incontro dal vivo fatto con un riccone in yacht sulla spiaggia di Torvaianica, il quale si dice addirittura invidioso della vita del ceto medio-basso che intravede felici sulla su una spiaggia libera, portandosi da casa panino e la sdraio, non necessariamente mangiando caviale e champagne a bordo di un panfilo, magari definendosi contenti.

Alla fine emerge che il giudizio generale sui soldi, secondo soprattutto le risposte dei giovani, è che sono “tutto”. Poi l’amara considerazione sul nostro Occidente finanziario accumulatore e consumatore ,  reo di “affamare” il mondo intero scatenando una crisi alimentare e finanziaria globale, e facendo conseguentemente crollare finanziariamente gli Stati più poveri e sfruttati a causa del proprio egoismo.

Un one man show, sicuramente riuscito, con efficace accompagnamento musicale, per riflettere sullo  “sterco del diavolo”.

09/03/23

PIETRELCINA (BN) - Donne fra pregiudizi ed emancipazione, dal mondo antico alle moderne conquiste: relatori a confronto e mostra di immagini d'epoca

 

CONVEGNI E MOSTRA - Una serata di cultura ed emozioni si è svolta a Pietrelcina, per celebrare la “Giornata Internazionale della Donna”, l'8 marzo 2023, attraverso un percorso storico-sociale condotto da relatori provenienti dal mondo della Scuola, agenzia educativa per eccellenza e dunque luogo ove è più necessario educare ad un'equilibrata visione del mondo con le sue contraddizioni e le sue risorse di speranza.

Promosso e coordinato, con cura e dedizione,  dall’Assessore Comunale alla Sanità e alle Pari Opportunità Dott.ssa Milena Masone, che ha illustrato le ragioni dell’incontro e presentato gli ospiti, il convegno ha avuto come tema “La figura della donna attraverso i secoli, tra pregiudizi ed emancipazione” ed è stato caratterizzato dall’inaugurazione della mostra fotografica “Donne di Pietrelcina”, tra passato e presente, a cura della Consulta delle Donne e dell’Archeoclub, che con la Proloco, il Convento dei Cappuccini ed il Forum Giovani, ha contribuito alla realizzazione della manifestazione.


Le frasi più belle e significative di donne forti e celebri e di uomini illustri, vergate su pannelli,  hanno accolto gli ospiti al convegno, nel corridoio d’ingresso alla struttura.

Grande apprezzamento è stato espresso, innanzitutto,  in apertura, da parte del Sindaco Salvatore Mazzone, per la promozione del convegno e la realizzazione della splendida Mostra di fotografie sul passato e presente delle donne vissute e viventi a Pietrelcina, costruita grazie al contributo di molte abitanti storiche del paese, per disegnare il profilo della figura femminile nella cittadina, dagli anni Trenta in poi, fino all’era moderna, in un susseguirsi di volti e vestiti d’epoca, segno delle tradizioni di un popolo.


Ed è infatti Pietrelcina, ha sottolineato il Sindaco, molto viva anche grazie all’associazionismo, che suscita fermento e vivacità culturale, esprimendo poi un pensiero di grande solidarietà per le donne afgane e iraniane, costrette a lottare per i propri naturali diritti, e mortificate nella loro esigenza di vita e cultura.  

Padre Fortunato Grottola, superiore del Convento dei Cappuccini, ha sottolineato l’importanza del ruolo della donna nella famiglia e dell’unione tra sposi, nell’ottica del Vangelo,  che dev’essere vero matrimonio e non solo convivenza.

L’Avvocato Stefania Glielmo, Presidente della Consulta delle Donne di Pietrelcina, ha, poi, ,   voluto sottolineare che non certo di una festa si parla, nel ricordare l’8 marzo,  ma piuttosto di una celebrazione dedicata al ricordo della conquiste che le donne hanno compiuto, distinguendosi nei vari campi. Il suo pensiero è andato subito a Lidia Pöet, prima a rivestire i panni di avvocato e alla sua biografia, nella convinzione che non vi dovesse essere antagonismo fra i due sessi, nonostante le difficoltà da lei affrontate e l’aver potuto accedere formalmente alla professione solo a 62 anni. Fra i punti dell’agenda 2030, ha ricordato l’Avvocato Glielmo, vi è del resto anche l’ “uguaglianza di genere” e dobbiamo essere pronti dunque ad accogliere la sfida che ci si presenta, ben consapevoli di essere estremamente fortunate, tuttavia, ad essere nate e a vivere in un Paese libero, nel quale ci è stato consentito di ereditare il frutto di tante battaglie di libertà.

 


Le disparità fra uomini e donne hanno origini lontane, lontanissime. E' stato il saggista e studioso Prof. Riccardo Valli a condurre l'uditorio per mano, con intervento brillante ed ironico, pieno di contenuti, attraverso i costumi e le usanze del mondo greco e latino, spesso caratterizzato da una sorta di misoginia, che induceva a considerare la donna nei soli tre ruoli ad ella concessi, “moglie”, “concubina”, “etèra”, citando poi San Paolo, che invocava l'unione fra uomo e donna per evitare tentazioni al di fuori della coppia, per arrivare poi ai giorni nostri, solo apparentemente liberi e moderni.

 


Al centro dell'intervento della Prof.ssa Paola Glielmo, docente presso il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Benevento, anglista e promotrice di progetti scolastici internazionali, è stato, poi, il carattere profondamente innovativo delle opere letterarie delle sorelle Brönte, vissute nell'austera epoca vittoriana, eppure promotrici, soprattutto con la “Jane Eyre” di Charlotte, delle prime rivendicazioni in termini di pari opportunità fra uomini e donne, ma anche della necessità di potersi abbandonare alla forza del sentimento.

 

Sull’importanza di un’educazione sentimentale rivolta ai più piccoli, ai “maschietti”, innanzitutto, perché imparino a rispettare, sin da piccoli, il ruolo della donna, si è soffermata la  docente e vicario dell’Istituto Comprensivo San Pio da Pietrelcina, Prof.ssa Rosella Belinda, c he ha ricordato l’importanza dell’azione della Scuola, in tal senso, e l’opportunità, una volta non così scontata, e solo oggi offerta a tutte, di poter studiare ed esprimersi.  E poi la consapevolezza che occorra, sin dalla scuola dell’infanzia, far prendere coscienza ad allievi ed allieve delle proprie peculiari potenzialità, per non spegnere i loro sogni.

Dalla lirica di Alda Merini, infine,  “Sorridi, donna”, è stato ispirato l’intervento della docente e giornalista, Prof.ssa Maria Ricca, che ha ricordato l’invito rivolto alle donne dalla poetessa dei Navigli , a far buon viso alle difficoltà della vita, nonostante tutto, anche se quest’ultima non sempre ricambia, per coltivare non l’egoismo del “selfie” fine a se stesso, così di moda oggi sui social, ma piuttosto l’empatia con gli altri. E dunque è sempre necessario, continuare a celebrare questa Giornata, per ricordare i diritti di chi ancora subisce violenze e soprusi, in un Paese in cui si registra un alto numero di femminicidi e in cui forse sarebbe il caso che le mimose, più che donate, venissero depositate sulle tombe di chi non c’è più, in segno di omaggio a coloro, che con il sacrificio della vita, hanno osato opporsi al maschio-padrone di turno.

In chiusura  gli interventi del pubblico, in particolare quello del professor Vincenzo Verdicchio, presidente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Unisannio, che ha ricordato come difficile sia stato per le donne il cammino verso l’affermazione nei ruoli della magistratura, anche se tante sono adesso le giudici, eppure, poche sono ancora quelle al vertice degli organismi giudiziari, segno che i cambiamenti sono sempre lenti e complessi a realizzarsi. La serata è stata sottolineata anche dai gradevoli ed indovinati interventi musicali in tema di Miriam Allegretta della Scuola Fantasy Music Academy, diretta dalla Maestra Mina Minichiello.

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05/03/23

PIETRELCINA - La donna fra pregiudizi ed emancipazione: convegno e mostra per celebrare l'8 marzo


CONVEGNI -  “La figura della donna attraverso i secoli, tra pregiudizi ed emancipazione”.

 Questo il titolo del convegno, promosso dall’Assessorato  alle Pari Opportunità del Comune di Pietrelcina, l’8 marzo 2023, alle 18.30, presso il Palazzo De Tommasi Bozzi della cittadina sannita, con la Consulta delle Donne, l’Archeoclub, la Proloco, il Convento dei Cappuccini ed il Forum Giovani. 

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Pietrelcina Salvatore Mazzone e di padre Fortunato Grottola, Superiore del Convento dei Frati Cappuccini, la serata sarà introdotta  dall’avvocato Stefania Glielmo, presidente della locale Consulta delle Donne e moderata dalla dottoressa Milena Masone, assessore comunale alla Sanità e Pari Opportunità. 


In apertura, l’inaugurazione della mostra fotografica “Donne di Pietrelcina tra passato e presente”, a cura della Consulta e dell’Archeoclub , realizzata con il contributo di preziose immagini storiche e popolari. 

Quindi, le  testimonianze  vive di antiche cittadine, nate e cresciute nel paese di Padre Pio, raccolte dalla giornalista Maria Ricca.  


Sull’argomento si confronteranno, poi,  i docenti Riccardo Valli, Paola Glielmo, Rosella Belinda, portando ciascuno il proprio contributo culturale e la propria esperienza, nel giorno in cui si celebra la la “Giornata internazionale dei diritti della donna”, ricordando quanto sia stato e sia ancora faticoso e difficile il percorso per l’affermazione di pari diritti per il mondo femminile. 


BENEVENTO - Michele Placido conquista il pubblico e fa"sold out", per "La bottega del caffè"




di Emilio Spiniello

TEATRO - Il noto attore Michele Placido è stato il protagonista de “La bottega del caffè”, la commedia capolavoro di Carlo Goldoni, che ha registrato un sold out al teatro comunale “Vittorio Emmanuele”  di Benevento. Due serate con la regia di Paolo Valerio, dove tutto è ‘giuoco’ e divertimento nella Venezia del ‘700.

In una delle tante piazzette della città il signor Ridolfo gestisce una caffetteria in compagnia del  suo aiutante Trappola in modo garbato e accogliente.

Di fianco alla sua attività, un viavai di disperati e ludopatici frequenta la bisca dell’usuraio messer Pandolfo, lì dove il giovane mercante Eugenio, marito di Vittoria e super dipendente dal gioco d’azzardo, perde fior di quattrini non sapendo poi come onorare i suoi debiti. La moglie di quest’ultimo, ignara di tutto, è costantemente in pena.

Altro giocatore e fascinoso rubacuori il conte Leandro, un furfante che tradisce la moglie Placida con la bella ballerina Lisaura.

Tra storie, pentimenti, falsità ci si ficca quello spione di Don Marzio, interpretato dal 76enne Michele Placido, un nobile napoletano che presenzia, ascolta, riferisce, smaschera e crea disordini.

Ogni personaggio si interfaccerà con lui, credendo inizialmente di ricevere sollievo e benefici, ma ben presto proprio don Marzio sarà causa di rovina, disagi e caos manipolando tutto e tutti, sempre dinanzi alla centrale bottega a seminare zizzania. 

Non mancano i colpi di scena, dove le ambiguità dei personaggi in scena si alterano alle loro passioni e ai loro vizi.

Questo classico di Goldoni,  ruota intorno al denaro, che trascina i protagonisti nella tristezza. 


Lo spettacolo è interpretato da Michele Placido, con Luca Altavilla, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Anna Gargano, Armando Granato, Vito Lopriore, Francesco Migliaccio, Michelangelo Placido, Maria Grazia Plos.  Prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production, Fondazione Teatro della Toscana.

27/02/23

POZZUOLI - "T'ho aspettata da una vita", il thriller psicologico di James La Motta, regista impegnato nel sociale

È stato Palazzo Migliaresi (Rione Terra) Pozzuoli, il 24 febbraio scorso, ad ospitare la presentazione dell’ultima opera filmica di James La Motta,  dal titolo “T’ho aspettata da una vita”, un thriller psicologico che ha tenuto con il fiato sospeso fino all’ultimo frame il pubblico, che entusiasta sin dall’inizio ha seguito attentamente ogni singola parola, espressa durante la proiezione. Una manifestazione che ha visto all’apertura i saluti istituzionali del vicesindaco ed Assesore alla cultura Filippo Monaco, che si è complimentato con il regista per il suo impegno nel  sociale e di portare lustro alla città di Pozzuoli e le sue bellezze,  in giro per il mondo attraverso il suo short movie. A seguire è stata la volta della presentazione del cast,  con alcuni componenti della Scuola della Pace e l’intervento  del presidente, Annalisa Paolillo che ha espresso grande gioia, nel vedere il coinvolgimento dei “suoi ragazzi”, all’interno di una pellicola ma,  soprattutto che James , “nonostante le distanze c’è sempre” . Ed insieme a lui, hanno proprio durante la stessa serata,  lanciato un appello per avere uno spazio per i ragazzi della comunità della pace,  perché in questo momento ne sono sprovvisti. La serata è proseguita prima con il collegamento con gli Stati Uniti con la protagonista, Simona Mangiante e dopo presentando le  sorprese tanto attese delle sorelle Talarico e del brand Quartieri Spagnoli Official . Che hanno omaggiato, di un ombrello fatto a mano, con il dipinto dei volti delle due attrici protagoniste  e messo all’asta insieme alle magliette con la stampa della locandina e il logo del brand quartieri spagnoli official.  Al fine di  poter poi, raccogliere fondi destinati alla scuola della pace. La manifestazione si è conclusa con il taglio della torta, simbolo di un coronare  la nascita di nuovi progetti da parte del regista, che  soddisfatto della serata, ha concluso dicendo: “anche questo piccolo tassello è stato aggiunto al grande mosaico della nostra vita,  che ci vede uniti e pronti ad affrontare nuove missioni,  per aiutare il prossimo”.

04/02/23

MONTESARCHIO - La famiglia Principe concede l'uso della sua cappella gentilizia alla parrocchia S. Giovanni B.

STORIA E CULTURA - 
Un atto di fede e di amore.
Gennaro Principe, tenendo fede anche alla volontà dei compianti fratelli Biagio, noto e conosciuto sindacalista, Candido e Delia, nell'attesa di perfezionare la donazione, ha concesso in comodato gratuito, alla parrocchia San Giovanni Battista di Montesarchio, parroco monsignor Antonio Raviele, l'uso della cappella gentilizia dedicata alla Madonna della Vittoria, che si trova a Montesarchio, in via Santo Spirito, per la celebrazione delle Messe, per lo svolgimento delle funzioni religiose e delle attività che il parroco riterrà opportune.
L'antichissima cappella fu costruita nel 1600 e presenta all'interno numerosi affreschi, costituendo in tal modo un prestigioso bene anche storico. Come affermato anche nel volume sulla parrocchia San Leone, sui luoghi di culto, tra le cappella private fatte costruire dalle famiglie nobili ed afferenti alla giurisdizione parrocchiale di San Leone, vi è anche quella della Madonna della Vittoria, così detta in ricordo della battaglia di Lepanto, combattuta il 5 ottobre 1571 fra la flotta turca e la "sacra lega"con cui i cristiani intesero debellare gli infedeli.
A seguito della vittoria dei cristiani, Papa Pio V, avendo posto la sua flotta sotto la protezione della Madonna, vide nella vittoria un segno di benevolenza di Maria, istituendo così la festa del Rosario.
A seguito di tutto ciò, cita anche il volume, la famiglia Principe fece costruire la cappella privata per soddisfare i propri bisogni spirituali.
Ora i discendenti hanno deciso di donare il piccolo luogo di culto alla chiesa per fare in modo che torni ad essere vivo dal punto di vista spirituale.

01/02/23

BENEVENTO - Nascono "Cantieri teatrali 2.0", i laboratori di Libero Teatro

L’associazione Libero Teatro, con il sostegno del Ministero del turismo, promuove il progetto “Cantieri teatrali 2.0: percorsi di teatro, arte e turismo." Il percorso si propone di favorire la condivisione di una cultura che promuova il turismo sociale e giovanile mediante laboratori di teatro destinati ai giovani tra i 16 e i 30 anni. L’intento è quello di accogliere persone provenienti da tutto il territorio nazionale, con attenzione anche ai giovani diversamente abili, favorendo la loro formazione in ambito artistico in sinergia con l’ambiente, la cultura e le tradizioni del territorio sannita. I partecipanti saranno avvicinati ai luoghi che rappresentano il patrimonio storico-architettonico del territorio, attraverso il teatro. Il progetto si svilupperà nell’arco di sei mesi e sarà articolato in quattro fasi: La prima, propedeutica alle altre, si propone di facilitare l’acquisizione delle tecniche espressive che fanno riferimento alla sperimentazione di “altri” linguaggi, alternativi alla sfera puramente verbale, allo scopo di individuare canali e strumenti comunicativi trasversali quali il movimento del corpo, la gestualità, l’utilizzo della corporeità e dello spazio. In questo modo si potranno fare nuove e diverse esperienze delle proprie e diverse abilità nel cercare di andare oltre i limiti convenzionali, in uno scambio continuo e sempre differente. Il modo di esserci, di soggiornare all’interno della comunità, per giovani provenienti da tutto il territorio nazionale, anche diversamente abili, significa – in un certo senso – occuparsi della qualità dell’inter-umano e dei rapporti inter-soggettivi. Non può esistere, infatti, nessuna convivenza lì dove non riconosciamo gli altri come soggetti che nella loro alterità sono portatori di risorse, nostri potenziali interlocutori in un rapporto di reciproco scambio e visibilità delle differenze. Seguiranno: Attività laboratoriale consistente in laboratori artistici che, sotto la guida di professionisti esperti del settore, coinvolgerà direttamente i destinatari del progetto promuovendo l’acquisizione di competenze specifiche nel settore teatro e territorio; tour consistente nella conoscenza della cultura del territorio attraverso una fiera itinerante dei luoghi storici della città di Benevento; performance teatrale a tema in uno dei siti storici della Città con produzione di un video – documentario o di un cortometraggio di promozione turistica da distribuire sul web e sui diversi canali di settore. Questi i contatti: + 39 320 35 41 913; + 39 393 21 02 565 o scrivere ad associazioneliberoteatrobn@gmai.com, fb Compagnia libero Teatro. 

28/01/23

BENEVENTO- Eugenio Bennato, "Qualcuno sulla Terra" all'Accademia di S. Sofia

 


di Emilio Spiniello

MUSICA - La Stagione Artistica 2023 dell’Accademia di Santa Sofia, in sinergia con Università degli Studi del Sannio ed il Conservatorio di Benevento, ha proposto il concerto  “Qualcuno sulla Terra”, spettacolo di Eugenio Bennato accompagnato dall’ensemble “Le voci del Sud”.

Pieno in ogni ordine di posti l’Auditorium Sant’Agostino di Benevento, scenografia di un  “momento coinvolgente e toccante”, come lo ha definito la Presidente  degli “Amici dell'Accademia”, Maria Buonaguro.

La direttrice artistica Marcella Parziale ha avviato la serata introducendo “un racconto plurale che ci parlerà della genesi del mondo, dell’uomo e della sua costruzione,  attraverso tutte le meccaniche della nostra vita quotidiana”. Ha successivamente ringraziato per la collaborazione l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio  sannita “Nicola Sala”.

A seguire la docente UniSannio Aglaia McClintock ha tenuto un intervento dal titolo “Appia, Via delle genti”.

“Considerata la regina viarum che unisce Roma a Brindisi - ha detto -. Di recente è stato firmato un  protocollo per candidarla a patrimonio Unesco”. La professoressa  di Diritto romano e diritti dell’antichità ha ricordato l’avventura  del giornalista Paolo Rumiz , il quale ha percorso a piedi, con un manipolo di amici, la prima grande via europea, l'Appia. In seguito ha snocciolato la sua ricerca sull’importante arteria romana e su Appio Claudio Cieco, l'uomo che volle e progettò la via Appia. 

Si è entrato poi nel vivo della raccolta di brani corali, dedicati al rapporto uomo/universo, in simbiosi con la scienza dal titolo "Qualcuno sulla terra", risalente al 2013.  

“Le Voci del Sud” (Letizia D’Angelo soprano, Daniela Dentato mezzosoprano, Laura Cuomo contralto, Francesco Luongo tenore, Angelo Plaitano baritono, Edoardo Cartolano basso, Ezio Lambiase chitarra classica) hanno percorso  un viaggio nei sette giorni della Creazione. Le atmosfere del concerto hanno ben valorizzato il luogo dell’evento.

Non sono mancati i brani più noti del cantautore napoletano facenti parte del filone dei Briganti-Emigranti:  Evviva chi non conta niente, Ninco Nanco, Ritmo di contrabbando, Ninna Nanna 2002, Che il Mediterraneo sia e Sponda Sud.

NAPOLI - Nasce la "Re.Ga.D" per la tutela delle persone con disabilità. Parla la promotrice e consulente Antonella Sapio


L'INTERVISTA 
- Disabilità non vuol dire malattia. Considerazione imprescindibile, questa, per ripensare in maniera più ampia e concreta ad una condizione di vita (e non ad una condizione patologica), affinché le persone con disabilità possano avere una qualità di vita soddisfacente. Di qui l’importanza di un’attività di  “advocacy”, ovvero di difesa concreta dei diritti delle persone con disabilità, a partire da una piena inclusione sociale. Referenti, nel senso di garanti di tali diritti, ve ne sono in tutta Italia e, quindi, anche in Campania e nella provincia di Napoli;  tuttavia, si è fatto poco finora, al di là di iniziative isolate e sporadiche.

Serve, dunque,  un intervento risoluto e risolutivo per attivare adeguate politiche per la disabilità e, in particolare, serve un associazionismo territoriale valido e incisivo.

Sul tema, ascoltiamo la dottoressa Antonella Sapio, familiare di persona con disabilità, neuropsichiatra di lunga carriera professionale, docente formatrice; la dottoressa si è fatta promotrice di una “Rete napoletana dei Garanti delle persone con disabilità” (Re.Ga.D), fornendo la propria consulenza al gruppo composto dal dottor Stefano Buonincontro (Ercolano),  dall’avv. Alfonso D’Aniello (Sant’Antonio Abate), dal prof. Angelo Di Prisco (Pompei), dal dottor Luigi Mangone (San Giorgio a Cremano), dal prof. Aldo Rivieccio (Torre del Greco). 

- Quali sono gli scopi di questa Rete?

“La Rete si prefigge obiettivi di “policy making” (elaborazione di orientamenti politici) e di ridefinizione della governance in tema di disabilità; inoltre, avvierà la formazione di attivisti civici territoriali al fine di “mettere in rete” l’associazionismo tematico (familiare e non) e di avviare percorsi di “advocacy” (complesso di azioni a sostegno di una causa) per la realizzazione di adeguate politiche territoriali per la disabilità. E’ stata messa in piedi in poco tempo, sollecitando i referenti ad unirsi per attivare appunto iniziative di tutela di persone con disabilità, spesso ad esclusivo carico familiare e prive di qualsiasi forma di protezione sociale (inserimento sociale, abitativo, lavorativo ecc.).”

- Qual è lo stato dell’arte, attualmente, in merito all’assistenza ai disabili in provincia di Napoli?

“In realtà vi sono presenze, per così dire,  “spot”, cioè “a macchia di leopardo ”, ovvero  iniziative territoriali lacunari , in assenza di una adeguata programmazione istituzionale; inoltre, l’ associazionismo è purtroppo spesso frammentato e debole. La Rete avvierà innanzitutto attività a carattere culturale e formativo, in particolare nell’area vesuviana,  con l’obiettivo sia di sensibilizzare comunità cittadine e istituzioni che, nel contempo,  attivare la partecipazione delle persone con disabilità e dei loro familiari, secondo criteri di welfare civile.”

- Avete individuato dei punti cardine su cui articolare l’azione della Rete?

“Bisogna puntare in particolare su tre obiettivi. In primis, va sottolineata  la “desanitarizzazione” della  disabilità, troppo spesso considerata esclusivamente come patologia, e non come condizione di vita. Bisogna passare da un modello di lettura biomedico ad un approccio psicosociale. L’obiettivo è investire sul “welfare di comunità”. Il secondo passaggio, poi,  riguarda il superamento dei modelli assistenziali tradizionali e la sperimentazione di forme aggiornate di inclusione sociale  affinché   la persona con disabilità possa partecipare pienamente  alla vita della propria comunità, senza preclusioni.  Il terzo obiettivo, infine, riguarda l’attivazione di  percorsi di autonomia, soprattutto attraverso  nuove forme di inserimento sociale, lavorativo e abitativo. In particolare, le persone con disabilità hanno diritto ad una vita indipendente, attraverso forme  abitative (gruppi appartamento ecc.)  che consentano l’autonomia dalla famiglia di origine, senza però finire tristemente, come spesso accade,  in una delle tante strutture reclusive, tuttora purtroppo ancora numerose in provincia di Napoli. Su questo argomento è molto importante l’impegno dei familiari. Insomma, il vero problema è che, oltre alla latitanza istituzionale, l’associazionismo territoriale è di fatto debole e frammentato. Personalmente ritengo che è tempo che le famiglie delle persone con disabilità riprendano nelle proprie mani il destino dei propri figli, senza più fornire “deleghe in bianco” alle istituzioni. E’ proprio su questo punto che deve fondarsi l’impegno della Rete Garanti.”

- Su quali temi si articolerà la vostra proposta culturale-formativa?

“Il ciclo di  incontri sarà incentrato sulle pratiche di inclusione sociale, a partire dalla accessibilità dei luoghi: il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, cosiddetto P.E.B.A., è, infatti, del tutto inapplicato. Si inizierà  dall’età evolutiva: partecipazione non solo alla vita scolastica  ma ad attività ricreative, artistiche, aggregative . Nel periodo dell’adolescenza è fondamentale la formazione ad esperienze di autonomia e, in particolare, al lavoro con l’ attivazione di tirocini formativi. Purtroppo, c’è ancora tanto da fare. Dopo l’obbligo scolastico, infatti, per i giovani portatori di disabilità spesso c’è il “nulla più cupo”; oltre ai cosiddetti  “centri diurni” ( spesso ormai luoghi di sterile “parcheggio”), i territori non offrono alcuna altra opportunità. La famiglia resta, dunque, l’unico vero “microsistema” di welfare e, benché non riconosciuto nella sua enorme portata, continua tutt’oggi a sostituire il palese vuoto istituzionale. Ma è proprio l’autonomia dalla famiglia di origine, come per qualsiasi persona adulta , a segnare un significativo passaggio di crescita che , purtroppo , alla persona con disabilità è spesso negato. 

Gli incontri culturali inizieranno tra qualche mese e saranno distribuiti tra alcuni comuni dell’area vesuviana (cioè quelli di appartenenza dei Garanti afferenti alla Rete); sono previste attività seminariali al mattino e gruppi di lavoro (condotti da me) nel  pomeriggio; sarà particolarmente gradita la partecipazione delle persone con disabilità e dei familiari, affinché possano acquisire conoscenze e strumenti  per  realizzare obiettivi  ormai inderogabili.”

- Quale accoglienza immagina che ci possa essere per questa iniziativa?

“Mi aspetto che l’iniziativa sia vista con interesse, perché avremo un approccio nuovo a vecchi problemi . Ciò che conta è che non siano più le istituzioni ad agire ma che ognuno , in  prima persona , si renda consapevole di poter diventare un importante motore di cambiamento sociale. Bisogna mettersi in gioco in prima persona, senza dare o accettare deleghe. Qualsiasi persona può farlo, con o senza disabilità. È da qui che bisogna partire. Sono certa che questo territorio sia ricco di risorse umane spendibili per un impegno in tal senso. Ho deciso alcuni mesi fa di rientrare a Napoli, dopo  tanti anni. Ho incontrato entusiasmo, vitalità, generosità e gratuità, virtù non così frequenti, al primo impatto, in altre città italiane. C’è una grande ricchezza sommersa  in questo territorio. Vogliamo e dobbiamo farla emergere. Questa bella e preziosa energia  deve entrare in circolo nella vita della comunità. E, per quanto mi riguarda, saranno proprio le  persone con disabilità ad essere il faro a cui guardare per tracciare nuove rotte alla evoluzione sociale collettiva”


BENEVENTO - Al via il progetto “PAPER LESS” al Galilei Vetrone



SCUOLA E INNOVAZIONE - Con l’affidamento in comodato d’uso dei tablet previsti dal progetto “Paper Less” e il completamento della relativa formazione dei docenti, è partita ufficialmente l’attività prevista.
Il progetto, approvato negli organi collegiali,  nasce dalla volontà dell’Istituto di perseguire, a regime, obiettivi individuati dall’Agenda 2030 e in linea con la Transizione digitale e la Transizione ecologica, inserite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Un progetto ambizioso che mira, a regime, ad un sostanziale risparmio di carta poiché le attività didattiche saranno gestite attraverso la consultazione on line dei testi in adozione, l’utilizzo del tablet come quaderno per i compiti di tutte le discipline, e grazie alla dotazione di tutte le classi di Digital board e di un programma di gestione, sarà possibile l’interazione tra docente e studenti e tra gli stessi studenti avendo a disposizione l’immensa miniera di dati, video, filmati per poter costruire lezioni multimediali, presentazioni con diverse modalità tecnologiche.
Il progetto tiene conto anche della valenza didattico-pedagogica dello scrivere a mano. Infatti i tablet in dotazione sono muniti di una penna elettronica in grado di permettere la scrittura tradizionale.
Il progetto pilota interesserà una classe prima dell’Istituto, per poi, a fine anno, attraverso l’analisi delle criticità emerse e delle relative soluzioni, si potrà proporre alle future classi prime, l’acquisto del tablet in sostituzione di libri e quaderni cartacei.
     

21/01/23

BENEVENTO- Luca Ward racconta "Il Carnevale degli Animali" ed elogia l'OFB


di Emilio Spiniello

L’incanto della voce di Luca Ward combinata con la bravura dei musicisti  dell'Orchestra Filarmonica di Benevento ha regalato una serata piacevole al pubblico intervenuto per il secondo concerto della stagione 2023 al Teatro Comunale Vittorio Emmanuele, diretta dal Maestro Danila Grassi. 

L’attore e doppiatore romano famoso per la frase «Al mio segnale, scatenate l’inferno» nel film “Il Gladiatore”  è stata la voce narrante nella grande fantasia zoologica di C. Saint-Saëns, “Il Carnevale degli animali”.  Una favola in musica per due pianoforti ed orchestra composta di 14 brevi brani.

È la storia del popolo degli Elefanti costretti, un brutto giorno, a lasciare il loro Paese e cercarsi un altro posto per vivere. Nella loro fuga, una sorta di esodo epico e surreale, saranno aiutati dall'ingenua e disarmante fantasia del piccolo elefantino figlio del Re, e dagli animali protagonisti della partitura di Saint-Saéns. Una favola senza tempo, ma anche un racconto sul tema della migrazione dei popoli che aggiunge al divertente scherzo musicale di Camille Saint-Saéns uno spunto di riflessione sulla nostra epoca.


Un insieme di musica e parole che in un’ora e mezza hanno affascinato dapprima con le danze rumene popolari di  Béla Bartók e la sinfonia n.83 in sol minore ‘La gallina’ di Haydn, poi con l’opera di Saint-Saëns.

Grossi applausi finali per Ward, il quale ha chiesto di sostenere i professionisti dell’Ofb, una realtà importante del nostro territorio che promuove la nuova stagione realizzata con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Campania, con il patrocinio morale del Comune e della Provincia di Benevento, in partnership con l’Università degli Studi del Sannio ed il Pastificio Rummo.

20/01/23

BENEVENTO- Al San Nicola riapre "Il Paese dei Sogni" della Eidos, con "In fondo al mar"

TEATRO - Inizierà domenica 29 gennaio alle ore 17,00, presso il Teatro San Nicola, la XIX edizione de “Il paese dei sogni”, la storica rassegna dedicata ai più piccini organizzata dalla compagnia Teatro Eidos, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento.

In occasione del primo spettacolo sarà premiato Gabriele Ranaldi, vincitore del Premio “Colora il tuo spettacolo” della scorsa edizione. 

Per questa edizione invernale i titoli in cartellone sono cinque:
• domenica 29 gennaio 2023 – ore 17,00 • Teatro Verde – Roma
IN FONDO AL MAR 
una co-produzione italo-francese Teatro Verde (Roma) e Histoire d’Eux (Nancy)
scritto e diretto da Yannick Toussaint

• domenica 12 febbraio 2023 – ore 17,00 • Centro RAT/Teatro dell’Acquario – Cosenza 
CHE FA SUA MAESTA’ (la vera storia del Re nudo)
liberamente ispirato a “I vestiti nuovi dell’Imperatore” di Gianni Rodari
scritto e diretto da Francesco Liuzzi e Rossana Micciulli

• domenica 26 febbraio 2023 – ore 17,00 • La Mansarda – Caserta 
GERVASO E CARLOTTA (la fiaba dei tre desideri ridicoli)
Menzione Speciale della giuria al “Premio Ribalta” 2007 Teatro Parioli Roma
di Roberta Sandias – regia di Maurizio Azzurro

• domenica 12 marzo 2023 – ore 17,00 • Fontemaggiore – Perugia 
ULISSE E LA LUNA
scritto e diretto da Giuseppe Di Bello

• domenica 26 marzo 2023 – ore 17,00 • I Teatrini – Napoli  
RODARI SMART
dall' Enciclopedia della Favola a cura di Gianni Rodari
scritto e diretto da Giovanna Facciolo


N.B.: I biglietti potranno essere prenotati via mail. L’acquisto potrà avvenire on line sul sito del Teatro Eidos alla sezione Ticket oppure il giorno dello spettacolo presso il Teatro San Nicola dalle ore 16,00. Posto unico: € 8,00.


Per informazioni e prenotazioni 
Tel.: 0824.58474 / 335.413060 - www.teatroeidos.it - info@teatroeidos.it 

19/01/23

T. ANNUNZIATA (NA) - "Oltre la linea inverno": dal 22 gennaio al Magma la danza dialoga con altre forme d'arte

DANZA E TEATRO - "Oltre la linea inverno", la rassegna itinerante dedicata alla danza in dialogo con altre forme d'arte, approda al Magma Teatro di Torre Annunziata, in via Vesuvio 55, con quattro appuntamenti: 22 gennaio, 12 marzo, 26 marzo, 23 aprile. La kermesse, diretta da Sabrina D'Aguanno e Rosario Liguoro, si inserisce nell'ambito della VII stagione teatrale del Magma, La Materia dei Sogni, curata dall'associazione Balagancik.
Sono cinque le compagnie che si esibiranno alternandosi, in performance che mantengono il filo conduttore della contaminazione tra linguaggi e l'aspirazione a oltrepassare la linea della pura forma. Si debutta il 22 gennaio ore 19.00 con Quadri 2023 Terra di Nessuno.

Quadri 2023 è un programma contenitore ideato da Ricky Bonavita che si rinnova ogni anno con nuovi allestimenti di sezioni coreografiche appartenenti al repertorio più recente della compagnia. Lo spettacolo cambia con il mutare del luogo, proponendo una fruizione ogni volta diversa.  La performance è divisa in due parti: la prima è costituita da una suite di brani scelti da Elegia, un lavoro di matrice romantica e surreale; nella seconda parte viene proposto lo spettacolo Affinità, un duo dal carattere metropolitano, contraddistinto da azioni più forti ma a tratti anche ironiche, sempre giocato sulla complessità delle relazioni all’interno dell’universo maschile. Coreografia e regia di Ricky Bonavita, assistente alla coreografia Valerio De Vita, musiche di Debussy, Rachmaninov e autori vari, musiche originali di Michelangelo Lupone, scene e costumi di Daniele Amenta e Yari Molinari. Interpreti: Ricky Bonavita e Valerio De Vita.

Terra di nessuno (estratto), produzione Akerusia Danza, è liberamente ispirato al romanzo di Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia. La terra di nessuno è lo spartiacque tra due mondi agli antipodi, un bosco fitto, oscuro e intricato popolato da creature fantastiche. In uno dei due mondi vige l’età aurea, un tempo mitico di prosperità, abbondanza e pace assoluta. L’umanità è composta da sole donne che adorano una dea regina. Nell’altro mondo regnano invece il caos e le tenebre, gli individui si sopraffanno l’uno con l’altro e le guerre infestano il tempo. La terra però avrà il suo corso senza più contrasti e divisioni. Gli uomini in grigio, consapevoli dei limiti dell’esistenza, del dubbio, della possibilità del compromesso e dell’equilibrio trasformeranno il bosco. Ideazione e regia di Rosario Liguoro, coreografie di Sabrina D’Aguanno, musiche originali di Massimo D’Avanzo, direttore di scena Ciro di Matteo, direzione artistica Elena D’Aguanno. Interpreti: Francesca Gifuni, Marcella Martusciello, Mayra Minopoli.

Info e prenotazioni: cell. 366 8711689 – itinerarteass@gmail.com