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09/02/25

CAPUA - "The ring", il "cerchio della vita" di Antonio Iavazzo, emoziona, diverte ed appassiona il pubblico del "FaziOpen Theatre"


d
i Maria Ricca 

La forza di un abbraccio. Quello invocato disperatamente, all'inizio, da un giovane privo di certezze, in preda all’avvilimento, e quello che alla fine della performance si scambiano i protagonisti dei significativi momenti di vita di cui si compone "The ring", lo spettacolo dell’Associazione   “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE), firmato da Antonio Iavazzo, decimo appuntamento per la rassegna "FaziOpen Theatre, organizzata da Gianni Arciprete, in scena fino a questa sera, domenica 9 febbraio, ore 19, per iniziare poi il proprio percorso verso nuove mete teatrali. Come in una seduta psicoanalitica di gruppo, uno alla volta, disposti in cerchio, personaggi ed interpreti raccontano delle proprie esistenze, in una curiosa ed efficace fusione tra realtà e fantasia, secondo confini volutamente labili tra storie vere raccontate dai protagonisti ed immagini inventate o più semplicemente enfatizzate. Ne vien fuori una "comédie humaine" appassionante ed appassionata, che emoziona gli spettatori, li commuove e li diverte, senza accusare cali di ritmo, ma anzi tenendo sempre alta l’asticella dell’attenzione e dell’interpretazione, davvero molto efficace per tutti. In scena Giuseppina Carli, Patrizio Castiello, Rosalba Ciliento, Mario Di Fraia, Raffaele Di Raffaele, Maria Grazia Falco, Valeria Giove, Licia Iovine, Gennaro Marino, Annamaria Renna, Mariantonietta Ruotolo, Chiara Russo (anche assistente alla regia), Salvatore Salviciento, Mariarosaria Silvestro, Eliodoro Vagliviello, Antonio Villano, Salvatore Zappulo.   

Verità, finzione, capacità di interpretare fino in fondo i dissidi più profondi dell'animo umano...Così il teatro si fa vita e la vita entra nel teatro, nei suoi momenti più drammatici, ma anche nella leggerezza e banalità dei casi dell'esistenza, perché nessun aspetto è trascurato. I testi restano evocativi, per favorire l'immedesimazione di ciascuno in vicende familiari, a sé vicine. Interessanti, poi, le soluzioni sceniche utilizzzate per sottolineare i momenti topici delle performances. Dalla benda sugli occhi ed il vagare senza meta dell'uomo, momentaneamente cieco, senza la guida dei propri genitori, fino alla rielaborazione del lutto e al ritrovare se stesso.  Poi il nastro adesivo imposto sulla bocca di chi deve tacere dei soprusi inflittigli, il mantello sulle spalle, che evoca il male. E ancora, come non riconoscersi nella madre chioccia, che attende speranzosa il figlio, ormai più incline alle seduzioni dell'amore fisico che alle tenerezze di quello materno? Salvo poi rivendicare la propria indipendenza da lui, riscoprendosi donna nel ricordo della propria giovinezza, passata, ma non dimenticata. C'è spazio, però, anche per la leggerezza dei divertenti siparietti ritagliati a misura della "femme fatale", che cambia indumento intimo come le situazioni lo richiedono, o dedicati all'uomo comune in preda ai bisogni impellenti da soddisfare, fino alla dottoressa che perde la testa per i pazienti impossibili da gestire. E la vita del resto, è tutta "un equilibrio sopra la follia", direbbe il poeta. Struggenti, infine, i momenti dedicati agli spettri della violenza sulle persone indifese, con l’ "orco", che può assumere persino le fattezze di una maestra bellissima, ma crudele,  ad una madre perduta, mentre tutti festeggiano l'anno nuovo, e alla malattia, scoperta per caso, con il dolore di non potere aver figli. In mezzo, gli affetti familiari della tradizione, come quello per il nonno, inevitabilmente andato via, e per il padre che si spegne, dominato dall'Alzeheimer. E poi l'incapacità di trattenersi e gestire le proprie rabbie, l’incertezza tipica dell’età giovanile, la serenità  per la realizzazione del sé. Fino al trionfo della vita e della speranza, nel momento più alto della congiunzione finale tra chi è madre e chi probabilmente lo diventerà, nonostante tutto. 

Uno spettacolo, ha commentato il regista Antonio Iavazzo, nella presentazione d’apertura, che fa parte della sezione “Teatro dei germogli”, a sottolineare il suo carattere sperimentale e di progetto in evoluzione, decimo appuntamento con una rassegna che va crescendo, ogni volta di più, e con la quale si è provato “a recuperare l’essenza stessa del teatro, attraverso storie narrate, ispirate alla verità dell’attore, sugli alti e bassi delle montagne russe del cerchio della vita, lavorando molto sulla verità dell’interpretazione, oltre ogni narcisismo attoriale."  

Una menzione particolare, infine, va alla piccola Nadia, l’ "attrice" più giovane del gruppo, nei panni di se stessa, cinque mesi appena e la capacità di reggere un'ora e trentacinque di tensione scenica, cuore a cuore con la madre interprete, un solo corpo ed un'anima sola, in un ardito esperimento artistico, che ha intenerito gli spettatori e reso più efficace e reale la recitazione.  

 

 

 

 

07/02/25

BENEVENTO - Al "Paese dei sogni" della Eidos arriva "Alice", domenica 9 febbraio al De La Salle


TEATRO - Quarto appuntamento per la ventunesima edizione de “Il paese dei sogni”, la storica rassegna dedicata ai più piccini organizzata dalla compagnia Teatro Eidos, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, domenica 9 febbraio 2025 alle ore 17,00 presso il Teatro De La Salle, con lo spettacolo della Compagnia Molino d’Arte di Altamura (BA) “ALICE!”, liberamente ispirato a “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, scritto da Antonella Petrera per la regia di Antonello Arpaia, con Filippo Giordano, Luca Mastrolitti, Angela Borromeo, Noemi Alice Ricco.

Dalle note di regia: "L’opera di Lewis Carrol viene da Molino d'Arte smontata e rimontata affinché la famiglia a teatro possa scegliere il proprio pezzo di paese interno all’animo e farne una meraviglia.

La giovane Alice, insieme a Dina, il gatto di famiglia, comincia il suo viaggio verso la scoperta di sé e il cambiamento che è possibile. Gli incontri che compie la portano a porsi domande su se stessa e sul mondo che la circonda. Il suo percorso la porterà a riconoscersi nella follia sana che fa sberleffo alla bruttezza, che destruttura il gioco delle aspettative altrui, in un fare allegro che gioca al giusto e allo sbagliato. La curiosità diventa per lei e per chi la incontra una chiave di lettura del mondo e una forma eccellente e luminosa di conoscenza. Lo spettatore fanciullo si riconoscerà nel fare curioso, nel gioco di domande gioiose che la giovane Alice pone a chiunque incontri, anche di fronte al Potente.

Molino d'Arte si allontana dagli stereotipi su Alice e la rende vera e umana, coraggiosa, intelligente e brillante nel trovare le sue proprie soluzioni di pensiero e di vita, impavida nella sua appartenenza al mondo che sceglie per sé."

È consigliata la prenotazione.

Per informazioni e prenotazioni

Tel.: 0824.58474 / 335.413060

www.teatroeidos.it - info@teatroeidos.it

N.B.: I biglietti potranno essere prenotati via mail. L’acquisto potrà avvenire on line sul sito del Teatro Eidos alla sezione Ticket oppure il giorno dello spettacolo presso il Teatro De La Salle dalle ore 16,00. Posto unico: € 8,00.


06/02/25

BENEVENTO - "E io lasso 'a casa mia": Gennaro Del Piano parla del progetto musicale, in scena venerdì 7 febbraio al Mulino Pacifico, in "Obiettivo T" della Solot


di Maria Ricca

L'INTERVISTA - Storie di migranti, storie d'amore e di sofferenza, di tenerezza e di rimpianto. Ma anche di riscatto, di voglia di farcela e di dimostrare che nessuna condizione è per sempre, se si vuole emergere. Anche contro chi vuole che tu resti nella dimensione in cui sei, senza speranza di riscatto. Perché il cambiamento è sofferenza, ma è vita.  Storie vere, vissute, storie universali, che ciclicamente si ripetono e ritornano, perché la condizione umana non muta, nel tempo e nello spazio. 

Sentimenti controversi che prova a raccontare al pubblico l'Ensemble Heliopolis, in scena domani, venerdì 7 febbraio, alle 20,30, per la rassegna "Obiettivo T" della Solot, al Mulino Pacifico, nello spettacolo"E io lasso 'a casa mia", canzoni di migranti e immigrati,  ideato da Gennaro Del Piano, musicista e studioso, promotore e curatore di eventi artistici e culturali, canto e voce recitante. 

Con lui in scena Valentina Clemente (canto e voce recitante), Francesco Natale (chitarra e banjo), Sergio Prozzo (mandolino e mandola) e Peppe Timbro (contrabbasso) . 

- Com'è nato, Gennaro,  il progetto di questo spettacolo?

"In realtà il germe dello spettacolo è nato diversi anni fa, e negli intenti avrebbe dovuto avere una natura multimediale con interviste video a nostri emigrati di ritorno ed altri contenuti riferiti a varie culture del Mediterraneo. Data la complessità della realizzazione rimase soltanto sulla carta. Più recentemente invece mi sono focalizzato in modo più specifico sulla ricerca dei brani musicali dell'epoca della grande migrazione dal sud Italia tra fine '800/ inizio '900, ovviamente di area partenopea, esaminandone più di un centinaio fino a scegliere quelli che fanno parte della proposta." 

-Che ruolo pensi che la musica possa avere nel raccontare storie di emigrazione e di sofferenza?

"La musica è uno degli aspetti più evocativi di quella epopea, perché attraverso le canzoni ritroviamo sia la sofferenza degli emigrati che le differenze culturali con gli abitanti del Nuovo Mondo e relativa produzione di brani ironici e divertenti."

 - Ci sono particolari tradizioni musicali o generi che hai voluto includere, per dare una rappresentazione autentica dell'epoca?

"I generi musicali sono quelli propri della tradizione musicale napoletana ma ad esempio c'è anche un brano di origine anglosassone riscritto nel nostro dialetto. E soprattutto ricorre un linguaggio, un pidgin che rappresenta un punto di passaggio tra la cultura di origine e quella nuova con cui relazionarsi." 

- Come hai selezionato i brani che verranno eseguiti? C'è qualche canzone che ha un significato speciale per te o per il gruppo ?

"Come già detto, c'è stato un lungo lavoro di selezione dei brani con una progressiva cernita delle scelte che ci ha portato anche a riarrangiare delle canzoni successivamente messe da parte. C'è molto materiale assolutamente poco conosciuto e pertanto abbiamo limitato a pochi elementi l'esecuzione di canzoni più note relative a questa tematica."

- Qual è la reazione che ti attendi dal pubblico? C'è chi fra noi ha conosciuto, attraverso i ricordi dei nonni o degli zii, il dramma dell'emigrazione nel '900 ...

"Dal pubblico mi attendo come sempre la necessaria curiosità per poter apprezzare contenuti poco o per nulla noti, e possibilmente l'opportuna empatia con la problematiche relative al fenomeno dell'immigrazione - tra sofferenza ed integrazione - di ogni tempo e di ogni Paese."

- Progetti futuri: continuerà la tua ricerca in tal senso o esplorerai nuovi percorsi musicali, affrontando altri periodi storici?

"Non so se la ricerca sul tema continuerà... Ciò che conta per me è aver riscontrato l'interesse dei bravissimi musicisti che fanno parte a pieno titolo di questo progetto e che di fatto ne costituiscono l'aspetto sostanziale ed ineludibile."

05/02/25

CAPUA (CE) - Al "FaziOpen Theatre" debutta "The Ring" di Antonio Iavazzo, dal 6 al 10 febbraio, per raccontare di verità e verosimiglianza


TEATRO
- Prima teatrale da domani, giovedì 6 febbraio a domenica 9, per "The Ring of Truth", opera scritta e diretta dal regista ed autore Antonio Iavazzo, al "Fazio Open Theater", edizione 2024-2025, che dirige. Decimo appuntamento per la rassegna, che si avvale dell'organizzazione di Gianni Arciprete. La produzione è  dell'Associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE) ed utilizza un linguaggio scenico che fonde teatro, danza e performance artistiche.

Ecco la trama.  Un cerchio magico è fondato su un patto di fedeltà: quello della verità e della verosimiglianza. A giocare all’essenza del teatro: ordire storie e condividerle in uno spazio condiviso. Storie vere, ascoltate, sognate o immaginate, chissà. Un rituale di alleanza dove quasi tutto è permesso e dove non c’è spazio per giudizio né tanto meno per il pregiudizio. L’incantamento è la cifra su cui abbiamo giocato la nostra semplice, eppure complessissima sfida. E la cieca fiducia che quando si hanno memoria autentica, intatto stupore e meraviglia per la vita, creatività e desiderio di celebrarli tra anime che hanno voglia di mettersi in comunione con l’ardua impresa del vero ascolto, allora può accadere il miracolo di una fusione emozionale tra chi racconta e chi accoglie. Tra le imprevedibili traiettorie, il turbinio vertiginoso, le curve, gli impietosi impatti con i flussi di coscienza, gli occhi lucidi dalle lacrime o dalle risate, danze dei ricordi o del puro amore/dolore abitato e/o sognato, gli spettatori potranno sperimentare una sorta di rituale collettivo ed un’immersione nella consapevolezza dell’ impermanenza di tutte le cose, dell’estrema fragilità della nostra esperienza terrena, della forza potente del qui e ora e dei Sogni condivisi.


01/02/25

TORRE ANNUNZIATA - "Le sedie" di Ionesco, nella rilettura di Antonio Iavazzo, in scena il 2 febbraio al "Magma"


di Maria Ricca 

TEATRO - Torna in scena, domenica 2 febbraio, alle 18,30, al MAGMA TEATRO di Torre Annunziata, l' Associazione IL COLIBRI', per "LE SEDIE". 
Gianni Arciprete e Licia Iovine, su adattamento e regia di Antonio Iavazzo e dello stesso Arciprete, riproporranno l'omonima farsa tragica di Ionesco. E d’altra parte, si legge nelle note di regia, "come definire la vita e le relazioni tra gli uomini se non  come esperienza di profondo smarrimento e metafisico sberleffo?" I due  protagonisti, una coppia di anzianissimi sposi, come  due clown gettati nel mondo fenomenico, si muovono sospesi e  indaffarati. Una costruzione di linguaggio e di emozioni, perfettamente architettata da Antonio Iavazzo, che rilegge criticamente il testo di Ionesco, ridandogli vita ed attualità, fondando certo sull’arguzia e la sensibilità di Gianni Arciprete, co-autore e regista, il quale anima con la consueta amabilità la figura del marito, conferendogli di volta in volta tragica austerità e moderna leggerezza e sulle sfumature interpretative di Licia Iovine, “stralunata” moglie, che sa però riportare, ogni volta, il coniuge sui binari della vita reale, ricordandogli le sue qualità, mai troppo sfruttate in gioventù, ma anche i suoi difetti. Perfetta la sintonia fra i due, che ricostruiscono, fra mottetti e battute, la loro quotidianità, in un confronto serrato fra se stessi e gli “altri”, ospiti immaginari, ma resi vivissimi nel rivolgersi dialogante a loro, e nelle reazioni provocate.
Tra attese e arrivi, dolci ricordi, e palesi  menzogne, evocazioni, assurdi e paradossi, i due preparano un fantomatico  messaggio all’umanità, da affidare ad un oratore che non arriverà mai. Su  tutto il caos regna una volontà di paradiso ed un assordante desiderio  di un sorriso che possa in qualche modo giustificare e appagare il senso  di vuoto e di straniamento. Anche e forse soprattutto nel lungo addio  della coppia che si congeda dal mondo, affidandosi, senza alcuna  disperazione o paura, al mare e ai suoi segreti. 

25/01/25

CAPUA - "Trame di palcoscenico" al FaziOpenTheater, domenica 26 gennaio per celebrare Nino Taranto


TEATRO
- "Trame di vecchi costumi teatrali; trame da un palcoscenico vuoto, 
abbandonato; trame raccontate da un sarto di compagnia… ma la
compagnia di chi? " Questo interrogativo si pone l'autore  e qui tesse la tela della storia dello spettacolo "Trame di palcoscenico", omaggio in versi, prosa e musica per Nino Taranto, di e con Francesco Rivieccio, in programma per la rassegna FaziOpenTheater, domenica 26 alle 19, al Palazzo Fazio di Capua, cucito tra ricordi, numeri e vecchi cappelli rotti, tra gomitoli di stracci, valigie e fogli sparsi. Fa sempre bene un tuffo nel passato. "Non è semplice omaggiare Nino Taranto - si dice nelle note di regia -  ma poi ci siamo convinti che omaggiare lui voleva dire omaggiare tutta Napoli. Un grande artista ha sempre un grande cuore e Taranto lo aveva più di tutti: lo apriva e dava vita ai personaggi scritti da Viviani, agli schizzi di Pisano e Cioffi, ai versi di Ferdinando Russo e Totò. Noi proviamo ad aprire un pò anche il nostro di cuore (per quanto sia possibile) e rendiamo giustizia anche a Nino Taranto autore, con diversi brani tra prosa e musica da lui scritti dalle parodie ai monologhi per le sue riviste. Vogliamo condividere con voi questa ricerca, questa poesia." La rassegna FaziOpen Theatre e diretta dal regista ed autore Antonio Iavazzo, con l'organizzazione generale di Gianni Arciprete. 

BENEVENTO - "Il Paese dei sogni" accoglie "Raperonzolo", il 26 gennaio al Teatro De La Salle


TEATRO RAGAZZI - Terzo appuntamento per la ventunesima edizione de “Il paese dei sogni”, la storica rassegna dedicata ai più piccini organizzata dalla compagnia Teatro Eidos, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, domenica 26 gennaio 2025 alle ore 17,00 presso il Teatro De La Salle, con lo spettacolo della Compagnia Arterie Teatro di Molfetta (BA) “RAPERONZOLO”, liberamente ispirato a “Raperonzolo” dei Fratelli Grimm, di Alessandra Sciacalepore e per la regia di Alessandra Sciancalepore e Mario Mirabassi, con Alessandra Sciancalepore e Leonardo Ventura.

Dalle note di regia: Questa è una storia di madri, di cambiamenti... questa è la storia dell’amore, che è dare e non fermare.

Un grande classico che, pur ispirandosi alle diverse scritture della nota fiaba, dai Grimm a Basile, sviluppa un impianto originale della storia, in un racconto che pone al centro la figura femminile.

Una donna in attesa, una figlia, una matrigna. Tre modi di intendere e vivere la propria vita fra credenze popolari, desideri, oggetti magici e... voglia di libertà!

Uno spettacolo per figure, attori e immagini, all’interno di un impianto scenico suggestivo e fascinoso che condurrà, con trasporto, piccoli e grandi spettatori in una storia emozionante e dal finale inaspettato!

È consigliata la prenotazione.

Per informazioni e prenotazioni

Tel.: 0824.58474 / 335.413060

www.teatroeidos.it - info@teatroeidos.it

N.B.: I biglietti potranno essere prenotati via mail. L’acquisto potrà avvenire on line sul sito del Teatro Eidos alla sezione Ticket oppure il giorno dello spettacolo presso il Teatro De La Salle dalle ore 16,00. Posto unico: € 8,00.


16/01/25

CAPUA (CE) - La "StraVAGANZA" con l'Arb Dance Company approda domenica 19 gennaio al "FaziOpen Theatre"

 


di Maria Ricca

DANZA - La "StraVAGANZA", spettacolo  della Compagnia "Arb Dance Company" di Capua, andrà in scena domenica prossima 19 gennaio, alle 19, al Palazzo Fazio di Capua, per la rassegna "FAZIOPENTHEATER 2024 - 2025", Teatro - Danza - Arti Performative, diretta da Antonio Iavazzo, organizzazione generale di Gianni Arciprete, mentre è Annamaria Di Maio la responsabile della Sezione TeatroDanza. La performance, interpretata da Roberta De Rosa, celebra il diritto alla stravaganza, esplorando la ricca diversità della vita e l’unicità di ogni individuo. La coreografia di Fernando Suels Mendoza va oltre la deviazione dalla norma, enfatizzando l’originalità e l’autenticità. Il movimento è presentato come espressione di identità libera ed esuberante, abbracciando la stravaganza come tratto distintivo positivo. La danza esplora l’eccentricità, l’abbondanza e la prodigalità, superando i limiti ragionevoli e celebrando la diversità. Ispirata anche alla geometria, la coreografia rappresenta l’unità nella varietà. La performance è un atto di resistenza alla normalità, invitando a entrare nel mondo del libero movimento e celebrando la libertà di espressione, l’autonomia individuale e il valore della stravaganza in un mondo che talvolta dimentica l’importanza della diversità e dell’originalità.


BENEVENTO - Le "Streghe da marciapiede" dalle storie di UPAS all' "Obiettivo T" della rassegna Solot, venerdì 24 gennaio

 


di Maria Ricca

Interessante approdo nella città delle streghe, venerdì 24 gennaio, al Mulino Pacifico, nella rassegna "Obiettivo T" della Solot, per quattro "Streghe da marciapiede", protagoniste della performance interpretata dalle brillanti Gina Amarante, Luisa Amatucci, Miriam Candurro e Antonella Prisco, volti cari a tutti gli appassionati di “Un posto al sole”, la longeva soap di Raitre, di cui reggono le sorti ogni sera.  Quattro donne e un delitto, si direbbe per parafrasare il titolo di una nota commedia. Se non fosse che le signore in questione non sono ingessate nobildonne, ma donne di vita, dunque, che naturalmente tutto appaiono, tranne che delle sprovvedute, e dunque hanno alle spalle  esperienze e disavventure da cui sono uscite cadendo in piedi, ma non senza sofferenza. 

E così, quando arriva in casa delle imprevedibili prostitute un giovane ingenuo “bellissimo ed imperscrutabile, diverso ed incatalogabile, vagamente androgino”, ciascuna di loro, non riuscendo ad “appropriarsene” umanamente, si comporta in modo tale che lui soccomba. Finché ciò non accade davvero, quando il cuore di lui va in pezzi. Tutte loro sono colpevoli, ma di fatto nessuno lo è, perché il giovane, in effetti, si è spento per cause naturali. Dunque, chi indaga, Peppe Romano, fine cesellatore, con le sue incursioni in scena, delle interpretazioni delle attrici, non può che rimandarle a casa, innocenti.

Padrone della scena, in un contrappunto di recitazioni, che talora lascia spazio anche alla vocalità in musica, le performers scelgono di interpretare la vicenda in senso corale, pur lasciando spazio alle singole individualità, quando ciascuna di loro dà voce alla propria storia personale. Brioso ed effervescente il risultato, per una commedia dai risvolti grotteschi, che merita di essere applaudita.

13/01/25

SAN GIORGIO A CREMANO - "Verso la Speranza", primo concerto della corale cittadina, nel segno del Giubileo 2025 e dell'unione spirituale

di Maria Ricca


L'EVENTO
- Una serata di grande suggestione, per concludere il tempo di Natale, nell'ultima domenica che a quella spiritualità fa riferimento. Un percorso musicale coinvolgente e commovente, di sicuro effetto sul pubblico, si è delineato attraverso la prima delle performances della neonata Corale Cittadina di San Giorgio a Cremano, composta da appassionati cantori provenienti dalle parrocchie del territorio.

Una realtà che ha appena un mese di vita, ma che viene da lontano, dal "sogno" di partire da una passione condivisa per crescere insieme. Ispiratore e direttore artistico del gruppo di 35 cantori è il M° Mario Ascione, docente di Lettere e musicista di lunga e provata esperienza, che è riuscito nell'intento di unire le forze per la creazione di un organismo culturale che si esprimesse attraverso l'itinerario di canti liturgici e confermasse l'appartenenza alla cittadina. L'organizzazione logistica del gruppo e degli eventi, puntuale ed efficace, è stata affidata alla professoressa Maria De Marinis.


Ad ospitare la performance, tempo di riflessione "Verso la Speranza", tema dell'anno giubilare, è stato il Tempio Regina dei Gigli di San Giorgio a Cremano. "Il desiderio - ha confermato in apertura il M° Ascione, prima di raggiungere l'organo di cui è abile interprete - è che dalla speranza si riparta per giungere a gesti concreti di unità e condivisione di intenti". 

E alla Vergine, nella veste dolcissima di Madre, sono stati ispirati alcuni dei brani del concerto, articolatosi sulle melodie natalizie della tradizione. 

E dunque i musicisti Angelo Salvatore, al flauto, Andrea Capocotta (violino I), Giulia Ioele (violino II), Ottavio Gelone (mandola e tammorra), diretti dal M° Giorgio Ascione, con la corale hanno condotto gli spettatori ad assaporare i canti della tradizione natalizia colta e popolare. 

L'apertiura è stata affidata all'Inno del Giubileo 2025, ispirato alla Speranza e alla tenerezza che Dio ha per il proprio poppolo. Poi, subito, l'emozione di "Adeste Fideles", simbolo universale del Natale Cristiano, nato nel 1744. Si ricorda ancora questo canto risuonare nelle strade del centro di Napoli, nella notte della Vigilia, quando artigiani di San Gregorio Armeno e devoti cittadini portavano in processione il Bambinello verso la Chiesa più antica del quartiere, ideale Betlemme. Quindi, la dolcissima "Christmas lullaby", la dolce ninna nanna di Rutter, che vale a sottolineare il concetto di Natività nel suo più intimo e vero significato, in tutta la sua purezza e semplicità. Commovente, poi, l'esecuzione di "Astro del Ciel" di Gruber, inno scritto in lingua tedesca nel 1818 e poi tradotto in tutte le lingue del mondo, ad unire le tradizioni religiose e culturali che si riconoscono nella figura di Gesù.

Un'immersione nella musica più moderna, per una variazione sulla melodia di "Veni Creator Spiritus", è stata l'esecuzione di "Gabriel's Oboe",  brano musicale scritto da Ennio Morricone per il film "Mission", candidato all'Oscar come miglior colonna sonora, del 1986. Al flauto di Angelo Salvatore, sapiente interprete ed esecutore, di grande esperienza, e al piano del valido e sensibile Mario Ascione il compito di far rivivere quelle atmosfere.

Ritorno, poi, alla tradizione, con "Quanno nascette ninno" , vero tesoro della musica natalizia napoletana, scritto in vernacolo da Sant'Alfonso Maria de' Liguori, per avvicinare le genti più semplici alle radici autentiche del Natale, in un linguaggio comprensibilissimo da tutti. "Fermarono i cieli", ancora di Sant'Alfonso, è stato poi un invito alla preghiera in forma di canto, con l'invito al raccoglimento e alla contemplazione. Quindi, l' "Ave Maria" di Caccini, di repertorio moderno, popolare nella sua semplicità. Prima di chiudere, "Vieni ancora Gesù" di Brahms, un classico del Natale ed una celebre Ninna Nanna che tocca i cuori. 

Ancora un'incursione nel repertorio antico, infine,  per terminare la performance della Corale Cittadina. "Nascette Lu Messia" da "La Cantata dei Pastori", ha unito tradizione colta e popolare in un unico grande afflato, al ritmo della tammorra di Ottavio Gelone. 

Prima di congedare il pubblico, che ha assistito commosso al recital, volentieri accompagnando, con voce e battito delle mani, l'esecuzione dei brani, il saluto del Sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno, che ha plaudito, con il decano don Giorgio Pisano, a questa idea di unire insieme le forze, alla base del progetto della Corale Cittadina, nel segno del patto educativo nato a livello istituzionale fra tutte le forze propositive del territorio. Pace, unione e speranza, i concetti fondamentali a cui si è richiamato ancora il M° Mario Ascione, prima di congedare i numerosi intervenuti.  

09/01/25

CAPUA - "Charlie Chaplin - L'uomo dietro la maschera" , il 12 gennaio al "FaziOpenTheater"

 


Chi si nasconde dietro il volto di un attore? Se l'è chiesto l'Associazione "Il Demiurgo" di Napoli, che domenica 12 gennaio, alle 19, a Capua,  riapre con il proprio spettacolo, dopo la pausa natalizia,  la rassegna  "FaziOpen Theater", direzione artistica di Antonio Iavazzo, organizzazione generale di Gianni Arciprete. 

In scena, appunto, "CHARLIE CHAPLIN - L'uomo dietro la maschera", su drammaturgia e regia di Franco Nappi. In scena, a vestire i panni di Chaplin, sarà Mario Autore, candidato ai Nastri d’argento 2021 con “I Fratelli De Filippo” di Sergio Rubini. Con lui lo stesso Franco Nappi (Sidney Chaplin) e Chiara Vitiello (che interpreterà tutte le donne della sua vita, dalla madre alle mogli).  Organizzazione e grafica di Daria D'Amore.  

"Il Demiurgo" racconta il genio di Charlie Chaplin in uno spettacolo ambizioso e originale, già portato in scena nel parco di Villa D’Ayala - Valva e al Maschio Angioino di Napoli, per raccontare la storia di uno dei cineasti più straordinari, influenti e completi della storia. Lo spettacolo miscela l’ironia e la malinconia, la creatività onirica e il realismo,  ammiccando al linguaggio del grande schermo, scandendo temi e argomenti con tecniche cinematografiche. Ma è soprattutto l’ambizioso tentativo di portare in scena l’uomo dietro la maschera: Chaplin non è stato solo un artista impareggiabile. È stato un uomo incredibilmente interessante e discusso: una vita privata fatta di leggende e miti mai confermati, di amori impossibili, di potentissime e complesse relazioni familiari. Chaplin, dietro la maschera comica di Charlot, ebbe una storia incredibile, che conobbe i morsi della povertà e della fame, il dolore dell’abbandono, l’epica della rinascita e della scalata al successo. La storia di Chaplin è anche la storia del ‘900: la depressione e il boom economico, la nascita dell’industria creativa, l’esplosione di Hollywood, il nazismo e l’antisemitismo, il maccartismo e l’anticomunismo, la guerra fredda, tutto attraversato da assoluto protagonista.  

08/01/25

BUCCIANO (BN) - Midora Teatro, dall'11 gennaio i nuovi laboratori di recitazione dell'attore e regista Doriano Rautnik, per aspiranti attori e sinceri appassionati

 


di Maria Ricca

Ancora una bella novità per gli appassionati dell’arte della recitazione. Si riaprono, infatti,  le porte dei Laboratori 2025 di Midora Teatro, tenuti da Doriano Rautnik e Miriam Iuliucci.  

Dopo lo spettacolo dedicato a Babbo Natale del 22 dicembre, dedicato ai bambini, la compagnia  Midora Teatro è già pronta per  gli eventi dell’anno nuovo, che l’attende, con mille iniziative interessanti da scoprire o ripercorrere.

“I laboratori sono aperti a tutti, senza particolari limiti di età”,  sottolinea Doriano Rautnik,  eclettico attore e regista romano con esperienza ventennale di Cinema, TV e soprattutto di Teatro.  “Forse non sforneremo i nuovi attori o attrici del futuro (ma non è detto) ma di certo “formeremo”, con professionalità, persone capaci di esplorare e scoprire qualità, potenzialità e consapevolezze finora non ancora emerse.” Le lezioni sono tenute dallo stesso artista, che conferma:  “Sarà come sempre “un gioco tra amici”, che in tempi brevi, senza accorgersene, si troveranno a dare prova del lavoro svolto con un saggio/spettacolo.”


La prima lezione sarà gratuita e l’appuntamento è per sabato 11 gennaio 2025 alle ore 17 presso l’accogliente e confortevole Sala Teatro di Bucciano, nei locali dell’ex Municipio. Un vero gioiellino.

“Alla fine della lezione – ricorda Rautnik -  replicheremo lo spettacolo del Laboratorio 2024 dal titolo “Lei Mi Capisce…No?!” che è già stato apprezzato da più di cento spettatori in un solo giorno.” E rivolgendosi, idealmente, a tutti gli appassionati di teatro: “ Se sei interessato a divertirti con noi, sarai il benvenuto. Se invece sei anche solo curioso di conoscerci ed hai già sentito parlare della nostra professionalità, vieni a conoscerci di persona e aiutaci a crescere e divulga questo messaggio tra i tuoi amici. Te ne saremo immensamente grati. Un saluto artistico. A presto”