CITTA' SPETTACOLO 2018 - Al Caffè delle Streghe, Marina Confalone ringrazia Benevento e presenta il "suo" Kafka. Teatro "off", su proposta del regista Fonzo all'Hortus. "Cavalleria Rusticana" del Conservatorio, il 31 agosto in S. Sofia
di Maria Ricca
BENEVENTO - “Ogni volta che vengo qui, mi
sembra di entrare in un mondo incantato." Così Marina Confalone, questa mattina,
al Caffè delle Streghe, al primo appuntamento del Festival "Città Spettacolo", con la stampa e i
cittadini, dopo la conferenza stampa di fine luglio.
In diretta Facebook, l’attrice
partenopea racconta del suo legame fortissimo con Città Spettacolo, sin dalla
prima edizione, nella quale “intervenni –
dice – con “Ivan il Terribile” e Gabriele Lavia, direzione artistica di Ugo
Gregoretti. Poi negli anni sono ritornata diverse volte, sono stata anche
premiata, ma pure discussa, come quando presentai “Raccione pe' ccui” e divisi
gli spettatori, fra scontenti e plaudenti. In ogni caso il pubblico di
Benevento è amico mio – conclude – ed io sono amica sua.”
Il testo che porterà
quest’anno al Festival è “Una relazione per un’accademia” di Franz Kafka, rappresentato
già in sede universitaria a Napoli e soggetto di un cortometraggio proposto a
Venezia, che le ha fruttato un Nastro d’Argento speciale. E’ un’anteprima
nazionale. In scena gli sforzi disperati di
una scimmia, catturata nel suo ambiente ed imprigionata nella sottocoperta del
bastimento che la traghetterà verso il mondo “civilizzato”.
Per evitare la fine più infausta e cioè la prossima gabbia del giardino zoologico,
Peter il rosso non ha che una “via d’uscita”: imitare i comportamenti degli
uomini dell’equipaggio che lo tengono prigioniero. Meritandosi così il loro
rispetto, riuscirà a sottrarsi alle sevizie riservate alle bestie. Attraverso
la parabola del’apprendimento eccezionale, a cui faticosamente Peter si
sottopone, in questo splendido racconto del 1917 sicuramente influenzato dalle
teorie darwiniane, Kafka ci mostra una salvezza raggiunta mediante
un’omologazione tra le più perverse. E questa resa del più debole al potere del
più forte si colora di sfumature tanto malinconiche quanto grottesche.
Spazio
poi, al M° Giuseppe Ilario, direttore del Conservatorio di Benevento, che ha
illustrato i momenti più significativi della presenza dell’Istituto Musicale
cittadino nella rassegna, sottolineando l’intento di offrire agli allievi l’opportunità
di affiancare allo studio accademico teorico il confronto diretto con il
pubblico, attraverso momenti di impegno
reale sul palcoscenico, che spazieranno dal popolare al jazz, passando per ogni
genere musicale, nell’intento di coinvolgere tutti.
Il 31 agosto, in Piazza S.
Sofia, il Conservatorio offrirà alla città, l’esecuzione della splendida “Cavalleria
Rusticana”, interpretata nei luoghi del patrimonio Unesco, cornice ideale per
la qualità della performance artistica. Si attenderà l’autunno, invece, per
conferire, da parte del Conservatorio, la laurea honoris causa ad un artista di
caratura nazionale, appassionato portavoce della musica e della cultura
partenopea nel mondo. Renzo Arbore? Vedremo.
Peppe
Fonzo, attore e regista del “Magnifico Visbaal Teatro” , presentato dal direttore
artistico Renato Giordano come appassionato cultore del genere del teatro “off”,
che promuove a Benevento, nella sede del Rione Triggio, in via Fimbrio, con una
rassegna dedicata ed interessante, ha chiarito, poi, il senso della sua partecipazione al Festival di quest’anno. Fonzo ha ringraziato Giordano per l’interesse nei confronti dell’impegno artistico suo e della Compagnia che guida: “Off” – ha sottolineato poi – non significa “fuori di testa”, ma “fuori dal circuito ufficiale” e, a sua volta, “dentro” un ulteriore circuito, di ricerca e sperimentazione, necessaria più che mai al Teatro, oggi." A breve, tra l'altro, la presentazione della nuova stagione del Magnifico Teatro.
Il regista ha infine illustrato le due proposte della "Città Spettacolo off", intanto, in scena all’Hortus Conclusus, rispettivamente oggi, 25 con “Pinuccio”,
interpretato da Aldo Rapè , attore e regista siciliano, direttore del Teatro di Caltanissetta, sui temi dello sfruttamento e del lavoro nero, al Meridione, ed il 26, con "Simu e Pùarcu", a cura di
Magnifico Visbaal, con Angelo Colosimo, regia di Roberto Turchetta.