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01/09/18

IL FESTIVAL - Città Spettacolo 2018, bilancio positivo. Il Conservatorio, la realtà più bella. E adesso si lavora per il quarantennale


di Maria Ricca

BENEVENTO - La realtà artistica “in fieri” più interessante, il serbatoio di talenti musicali  più potente in città si chiama Conservatorio Statale “Nicola Sala”. A confermarlo, una volta di più, la splendida performance che ha chiuso “Benevento Città Spettacolo”, nell’ultima sera tiepida di questa estate ballerina, il 31 agosto, cominciata fra “distinguo” e precisazioni del Sindaco Mastella, a proposito di un futuro presunto riconoscimento accademico "honoris causa", da parte dell'Istituto Musicale a Gigi D’Alessio, in realtà solo la proposizione di una collaborazione progettuale, complice  la vocazione della struttura cittadina ad affrontare tutti i generi, dal classico, al pop, al jazz. 
Poi i saluti del presidente Caterina Meglio (“E’ questa l’ultima mia Città Spettacolo, il mandato è in scadenza”)  e del direttore Giuseppe Ilario (“Applaudite questi ragazzi, che hanno goduto solo di pochissimi giorni di ferie, per proporre alla città l’allestimento di stasera”!).
Loro, i protagonisti della “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, scelta per concludere la kermesse di fine estate, ce l’hanno messa tutta davvero, per offrire al pubblico un saggio della loro promettente professionalità, affiancati dai docenti, impegnati nell’ottica di dare giusta attualizzazione agli studi teorici, che si vanno compiendo giorno dopo giorno nelle aule di via Mario La Vipera.
Lo spirito è stato quello giusto, l’entusiasmo indescrivibile, la cornice di piazza S. Sofia  indubbiamente suggestiva, con gli spettatori (non sempre disciplinati quanto  avrebbe richiesto un allestimento del genere) a contendersi le sedie bianche e nere a disposizione , riprendendo e condividendo con gli smartphones ogni momento possibile di una performance piccola, ma significativa, certo da ricordare, in chiusura di sette giorni interessanti, che hanno provato ad incontrare i gusti di ogni pubblico.  Ovviamente, distaccandosi dalla formula originaria del Festival di ricerca, nato da un'idea di Ugo Gregoretti, che voleva diventare punto di riferimento per le nuove produzioni teatrali  italiane, e che è divenuto, in questi anni più attento ad intercettare l'attenzione della piazza e  i gusti popolari. Segno dei tempi, certo, per una formula completamente diversa, quella attuale,  che appartiene ad un modo differente di concepire l’arte,  non per questo, però,  da derubricare a semplice e sterile intrattenimento.
Se è la città, infatti,  a divenire spettacolo, questa deve necessariamente aprirsi a tutti i generi, come si è fatto, dal teatro di riflessione a quello brillante, dal cinema “nel cassetto” alla letteratura, con le importanti presenze di Claudio Cerasa, di Paolo Giordano e dell’ultimo Premio Strega Helena Janeczek. Trovano ragion d'essere, quindi, tutte le proposte, anche quelle di puro intrattenimento,  come il concertone finale dell’acclamato  Gigi D’Alessio, forte di un “mestiere” e di un inossidabile fan cub, trasversale nelle generazioni, dopo l’apertura di una raffinata e sensibile Fiorella Mannoia. 
Scelte utili, però, a coccolare ogni pubblico e a predisporlo consapevolmente all’accettazione di ogni altra forma d’arte. Perché un Festival artistico moderno deve necessariamente intercettare quello che è nuove tendenze artistiche in Italia, conservando certamente l’attenzione al teatro (ottima la scelta “off”,  a cura di Peppe Fonzo, attore e regista del Magnifico Visbaal), ma non dimenticando, tuttavia,  il fenomeno, ad esempio, dei “rapper” , che raccontano la realtà delle periferie, come  Luchè, Tedua, Geolier .
Che ne sarà di “Città Spettacolo”?  Intanto l’anno prossimo saranno quarant’anni dalla prima edizione, mutata come si è visto,  nella formula e nei contenuti, e si comincerà a lavorare da subito per celebrare l’anniversario, quasi certamente con la direzione artistica di Renato Giordano, ancora al vertice,  professionista da anni e, nonostante ciò, spesso vittima anche lui del "nemo propheta in patria". Fra i suoi intenti quello di valorizzare più che mai, come già fatto quest'anno,  i validi talenti del territorio. Vedremo…