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24/03/16

L'INTERVISTA - Maria Laura Simeone e l'attualità di Pirandello, nel workshop al Mulino Pacifico, fra cinema e teatro

di Maria Ricca

Marialaura Simeone, docente, blogger, autrice di testi, curerà al Mulino Pacifico di Benevento, da fine marzo a fine aprile, uno stage su Pirandello di grande interesse per gli appassionati. Un'esperienza interessante, ultima in ordine di tempo, di un percorso culturale e di formazione, che l'ha condotta ad approfondire i temi più interessanti e significativi dello scrittore siciliano. 
Il workshop, aperto ai ragazzi di TeatroStudio e ad un pubblico esterno, si svolgerà dal 30 marzo al 29 aprile, alternativamente il mercoledì e venerdì, dalle ore 17,00 alle ore 19,00.
Lo stage s’inserisce nell’ambito delle attività previste dal progetto “Cum grano salis” a cura dell’ ATS Motus – Solot, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, vincitore dell’avviso pubblico del 30 ottobre 2012 “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”.
- I tuoi studi e la tua passione per Pirandello si concretizzano in uno stage al Mulino Pacifico. Un autore teatrale, le cui opere si fanno cinema. In che termini?
Sicuramente è la prima vera concretizzazione in città e, naturalmente, non poteva che avvenire con la Solot. Paradossalmente, a partire dal 2009, anno in cui ho iniziato a partecipare alle attività del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani di Agrigento, ho girato il mondo parlando di Pirandello, ma non lo avevo ancora fatto a Benevento! E mentre rispondo alle tue domande sta andando in stampa il mio volume su Pirandello e il cinema, una versione rivisitata della mia tesi di dottorato, di certo la realizzazione massima di questo percorso. E' "Il palcoscenico sullo schermo. Luigi Pirandello: una trilogia metateatrale per il cinema", Franco Cesati Editore, Firenze. Per quanto riguarda l'aspetto cinematografico di Pirandello, al di là delle influenze che l'autore siciliano ha potuto avere su determinati registi, ancora poco noti restano i suoi tentativi di operare fattivamente nel mondo del cinema. La tentata attività cinematografica accompagna, invece, tutta la carriera narrativa e teatrale di Pirandello, specie nell'ultimo decennio della sua vita. Tra i progetti irrealizzati ci sono appunto le due sceneggiature su cui lavoreremo: la Film-Novelle del 1928 e il Film-Treatment del 1935 (entrambe le leggeremo in traduzione italiana), tratte da Sei personaggi in cerca d'autore. In questo progetto è molto evidente la continuità che viene a crearsi tra la sua attività teatrale e quella cinematografica. Per quanto Pirandello tentasse di tenere ben separati i due ambiti, sviluppando anche delle idee interessanti sul carattere esclusivamente visivo del cinema, alla fine i suoi tentativi restarono strettamente ancorati al teatro. E forse sono interessanti proprio per questo, sono uno sguardo in più sulla sua poetica, sulla riflessione che accompagna molte delle sue opere sui ruoli teatrali, sui conflitti tra testo e messinscena, tra autore, attori e personaggi.
- Perché la narrazione secondo gli stili del cinema anni Venti? ...fino agli anni Ottanta? Nel cinema più attuale non v'è spazio per i temi pirandelliani?
In realtà il cinema attuale è ancora molto impregnato di temi pirandelliani. Wladimir Krisinsky, un noto pirandellista, ha definito Pirandello un “oggetto di consumo sociale”, chiamato in causa ogni qual volta si parli di maschere o di metateatro. Del resto, come ha dichiarato Marco Bellocchio, regista che più volte ha attinto all'autore siciliano, Pirandello si è posto delle domande talmente universali che è facile doversi confrontare prima o poi con la sua opera. O, ancora, ricordiamo quanto diceva a tal proposito Cesare Zavattini: “nel cinema siamo tutti figli e discendenti di Pirandello”. E basta pensare ai film di Charlie Kaufmann, per sua ammissione ispirati dall'opera pirandelliana, o in Italia a Salvatores che in Happy Family lo cita espressamente e ancora alle citazioni sotterranee di Paolo Genovese (Una famiglia perfetta) o Giuseppe Piccioni (Condannato a nozze, Giulia non esce la sera, La vita che vorrei).
La scelta di fermarmi agli anni Ottanta è dipesa dal fatto che l'ultimo tentativo di realizzare un film espressamente tratto da "Sei personaggi in cerca d'autore", risale a quegli anni. Lavorando direttamente sul testo di Pirandello, preferisco ripercorrere il viaggio di quella sceneggiatura attraverso i maggiori registi che intendevano portarla sullo schermo: Murnau, Bergman, Truffaut, Godard, De Sica, Mike Nichols.
- Come saranno strutturate le lezioni?
Nella prima lezione inizieremo a leggere la sceneggiatura (lavoreremo di più sulla versione del 1928) e sceglieremo le parti da realizzare. Ogni parte dello script si presta ad uno stile ben preciso dei registi che esamineremo. Poi cercheremo fin da subito di realizzare il corto, rifacendoci ai registi di cui visioneremo molte e significative sequenze.  Scegliere di realizzare un corto con stili diversi è un modo per conoscere dei momenti fondamentali della storia del cinema. Con i ragazzi di teatro studio già dall'anno scorso ho iniziato un percorso di visione ed approfondimento di alcuni momenti cinematografici: espressionismo, neorealismo, nouvelle vague. Certo in così poco tempo vogliamo - come direbbe Pirandello - soltanto “giocare a fare sul serio”. 
- Qual è l'obiettivo del corso in termini squisitamente formativi? In altre parole, cosa lascerà agli allievi e in che modo loro potranno servirsi delle tecniche e delle informazioni acquisite per rielaborarle nella propria attività?
Il corso è rivolto soprattutto agli allievi di Teatro Studio della Solot, quindi intendo privilegiare la parte pratica, quella più vicina a loro, che riguarda la recitazione. E per questo ci soffermeremo anche sulle realizzazioni teatrali dei Sei personaggi: da Giorgio De Lullo a Luca Ronconi. Proprio Ronconi, in un laboratorio tenutosi nel 2013 con il centro teatrale di Santacristina, ha fatto leggere ai suoi allievi anche la Film-Novelle oltre che il dramma teatrale. E l'artista Anne-Marie Creamer, nel 2014, ha realizzato un corto al Teatro Valle, basandosi sul Film-Treatment del 1935. Insomma sia la critica che la pratica si stanno muovendo per una reale interazione tra tutti gli ambiti di scrittura pirandelliana, compresa quella cinematografica. Ho insistito su questa interazione nella mia ricerca accademica, ora voglio divertirmi, nella pratica, con gli allievi della Solot e con quanti vorranno unirsi a questo esperimento.