di Maria Ricca
Marialaura Simeone,
docente, blogger, autrice di testi, curerà al Mulino Pacifico di Benevento, da fine marzo a fine aprile, uno stage su Pirandello di grande interesse per gli
appassionati. Un'esperienza interessante, ultima in ordine di tempo, di un
percorso culturale e di formazione, che l'ha condotta ad approfondire i temi
più interessanti e significativi dello scrittore siciliano.
Il workshop,
aperto ai ragazzi di TeatroStudio e ad un pubblico esterno, si svolgerà dal 30
marzo al 29 aprile, alternativamente il mercoledì e venerdì, dalle ore 17,00
alle ore 19,00.
Lo stage
s’inserisce nell’ambito delle attività previste dal progetto “Cum grano salis”
a cura dell’ ATS Motus – Solot, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale,
vincitore dell’avviso pubblico del 30 ottobre 2012 “Giovani per la
valorizzazione dei beni pubblici”.
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I tuoi studi e la tua passione per Pirandello si concretizzano in uno stage al
Mulino Pacifico. Un autore teatrale, le cui opere si fanno cinema. In che
termini?
Sicuramente è la prima vera
concretizzazione in città e, naturalmente, non poteva che avvenire con la
Solot. Paradossalmente, a partire dal 2009, anno in cui ho iniziato a
partecipare alle attività del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani di
Agrigento, ho girato il mondo parlando di Pirandello, ma non lo avevo ancora
fatto a Benevento! E mentre rispondo alle tue domande sta andando in stampa il
mio volume su Pirandello e il cinema, una versione rivisitata della mia tesi di
dottorato, di certo la realizzazione massima di questo percorso. E' "Il palcoscenico sullo schermo. Luigi Pirandello: una trilogia metateatrale per il cinema", Franco Cesati Editore, Firenze. Per quanto riguarda
l'aspetto cinematografico di Pirandello, al di là delle influenze che l'autore
siciliano ha potuto avere su determinati registi, ancora poco noti restano i
suoi tentativi di operare fattivamente nel mondo del cinema. La tentata
attività cinematografica accompagna, invece, tutta la carriera narrativa e
teatrale di Pirandello, specie nell'ultimo decennio della sua vita. Tra i
progetti irrealizzati ci sono appunto le due sceneggiature su cui lavoreremo:
la Film-Novelle del 1928 e il Film-Treatment del 1935 (entrambe le leggeremo in
traduzione italiana), tratte da Sei
personaggi in cerca d'autore. In questo progetto è molto evidente la
continuità che viene a crearsi tra la sua attività teatrale e quella
cinematografica. Per quanto Pirandello tentasse di tenere ben separati i due
ambiti, sviluppando anche delle idee interessanti sul carattere esclusivamente
visivo del cinema, alla fine i suoi tentativi restarono strettamente ancorati
al teatro. E forse sono interessanti proprio per questo, sono uno sguardo in
più sulla sua poetica, sulla riflessione che accompagna molte delle sue opere
sui ruoli teatrali, sui conflitti tra testo e messinscena, tra autore, attori e
personaggi.
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Perché la narrazione secondo gli stili del cinema anni Venti? ...fino agli anni
Ottanta? Nel cinema più attuale non v'è spazio per i temi pirandelliani?
In realtà il cinema attuale
è ancora molto impregnato di temi pirandelliani. Wladimir Krisinsky, un noto
pirandellista, ha definito Pirandello un “oggetto di consumo sociale”, chiamato
in causa ogni qual volta si parli di maschere o di metateatro. Del resto, come
ha dichiarato Marco Bellocchio, regista che più volte ha attinto all'autore
siciliano, Pirandello si è posto delle domande talmente universali che è facile
doversi confrontare prima o poi con la sua opera. O, ancora, ricordiamo quanto
diceva a tal proposito Cesare Zavattini: “nel cinema siamo tutti figli e
discendenti di Pirandello”. E basta pensare ai film di Charlie Kaufmann, per
sua ammissione ispirati dall'opera pirandelliana, o in Italia a Salvatores che
in Happy Family lo cita espressamente e ancora alle citazioni sotterranee di
Paolo Genovese (Una famiglia perfetta) o Giuseppe Piccioni (Condannato a nozze,
Giulia non esce la sera, La vita che vorrei).
La scelta di fermarmi agli
anni Ottanta è dipesa dal fatto che l'ultimo tentativo di realizzare un film
espressamente tratto da "Sei personaggi in cerca d'autore", risale a quegli anni.
Lavorando direttamente sul testo di Pirandello, preferisco ripercorrere il
viaggio di quella sceneggiatura attraverso i maggiori
registi che intendevano portarla sullo schermo: Murnau, Bergman, Truffaut,
Godard, De Sica, Mike Nichols.
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Come saranno strutturate le lezioni?
Nella prima lezione
inizieremo a leggere la sceneggiatura (lavoreremo di più sulla versione del
1928) e sceglieremo le parti da realizzare. Ogni parte dello script si presta
ad uno stile ben preciso dei registi che esamineremo. Poi cercheremo fin da
subito di realizzare il corto, rifacendoci ai registi di cui visioneremo molte
e significative sequenze. Scegliere di realizzare un corto con stili
diversi è un modo per conoscere dei momenti fondamentali della storia del
cinema. Con i ragazzi di teatro studio già dall'anno scorso ho iniziato un
percorso di visione ed approfondimento di alcuni momenti cinematografici:
espressionismo, neorealismo, nouvelle vague. Certo in così poco tempo vogliamo
- come direbbe Pirandello - soltanto “giocare a fare sul serio”.
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Qual è l'obiettivo del corso in termini squisitamente formativi? In altre
parole, cosa lascerà agli allievi e in che modo loro potranno servirsi delle
tecniche e delle informazioni acquisite per rielaborarle nella propria
attività?
Il corso è rivolto
soprattutto agli allievi di Teatro Studio della Solot, quindi intendo
privilegiare la parte pratica, quella più vicina a loro, che riguarda la
recitazione. E per questo ci soffermeremo anche sulle realizzazioni teatrali
dei Sei personaggi: da Giorgio De Lullo a Luca Ronconi. Proprio Ronconi, in un
laboratorio tenutosi nel 2013 con il centro teatrale di Santacristina, ha fatto
leggere ai suoi allievi anche la Film-Novelle oltre che il dramma teatrale. E
l'artista Anne-Marie Creamer, nel 2014, ha realizzato un corto al Teatro Valle,
basandosi sul Film-Treatment del 1935. Insomma sia la critica che la pratica si
stanno muovendo per una reale interazione tra tutti gli ambiti di scrittura
pirandelliana, compresa quella cinematografica. Ho insistito su questa
interazione nella mia ricerca accademica, ora voglio divertirmi, nella pratica,
con gli allievi della Solot e con quanti vorranno unirsi a questo esperimento.