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24/04/16

LA RECENSIONE - La Solot e "iMusicalia", saggio di energia artistica e sapienza scenica, fra riflessioni agrodolci e voglia di festa

di Maria Ricca

Nel fine settimana del 25 aprile, è davvero un “atto di resistenza culturale contro il pensiero unico dominante”, come ben lo definisce Amerigo Ciervo, l’evento-spettacolo che conclude il ciclo 2016 della rassegna “Comico Italiano” della Compagnia Teatrale Solot, al Mulino Pacifico di Benevento. Una festa di primavera tutta virtuale, data l’inclemenza del tempo, che però ben si concretizza , grazie alla sinergia dei soggetti coinvolti.
Al centro, appunto,  “La canzone di Zeza nella Festa di Primavera”, storico “pezzo”, nella versione che “iMusicalia” presentarono nel 1982 a Settignano, con la regia di Peppe Barra e l’introduzione dell’etnomusicologo Diego Carpitella. Volentieri si prestano al  “divertissement”  Antonio Intorcia e  Michelangelo Fetto , in un’esilarante versione  “en travesti”, ad  interpretare rispettivamente la giovane Vincenzella, che si strugge d’amore per  lo studente calabrese don Nicola Pacchesicco (Marcello Ciervo) e la madre Zeza, che a questa unione  si oppone fieramente con il marito Pulcinella (Amerigo Ciervo). 
E così, tra lazzi, burberi rimproveri e reciproche svenevolezze, ecco finalmente concretizzarsi  l’improbabile ed imprevedibile matrimonio.
Ma se gli storici protagonisti  dei due ensemble, quello musicale e quello teatrale, si riservano la parte del leone, urgono “alle spalle” le splendide ed inarrestabili energie interpretative dei loro giovani eredi della “Bottega di famiglia” de “iMusicalia”, il “nostro investimento per il futuro”, come chiosa Amerigo Ciervo, arricchita, per l’occasione, dal contributo de “La Rua Catalana” di  Leonardo Di Stasio e Marco Coviello, in predicato per la partecipazione al Concertone del 1° maggio.  
Un’alternanza produttiva di interventi artistici, che entusiasma il folto pubblico, sempre affettuoso con i protagonisti di questa scena. Risate ed applausi, dunque, per le divertenti interpretazioni di due classici, ormai,  della tradizione teatrale, affidati rispettivamente a Fetto, che si incarica, da “vecchia zia” di narrare le peripezie di Catarinella, ingenua e sciagurata figlia matricida, che sposa il principe-serpente, grazie ai buoni consigli della mamma morta, e ad Intorcia, che, deliziosamente, racconta le vicende di due sorelle, alle prese con i “piriti” e i loro buoni uffici.
Si ride di gusto, anche alla fine quando gli attori regalano al pubblico altre due simpatiche “perle” della tradizione comico-grottesca, fingendo amabilmente rossore e vergogna.
Resta il tempo per ricordare, sulle note di “Purple rain”, omaggio al Principe di Minneapolis, e complice il sonetto 18 di Shakespeare, interpretato da Michelangelo Fetto,  come l’unica forza che resista al tempo e alle storture e scempiaggini politico-sociali, sia la cultura. Una testimonianza arrivata nella Giornata mondiale del Libro e celebrata nella data che ricorda i 400 anni dalla morte del Bardo inglese.
Quaranta, invece,  sono gli anni di carriera de “iMusicalia”, come conclude Amerigo Ciervo, ricordando la data del 25 aprile e i sacrifici della  Resistenza partigiana , pur celebrati in questo fine settimana di festa. Degustazioni di prodotti tipici, balli e quadriglie chiudono la serata. 

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