Fino a domenica 7 aprile, in scena i personaggi affascinanti dei racconti palestinesi
Da giovedì 4 aprile 2013 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 7) sarà in scena, al Teatro Elicantropo di Napoli, Kan Ya Ma Kan uno spettacolo scritto e diretto da Luisa Guarro, ispirato a "Palestina Fiabe", a cura di Wasim Dahmash, e "Fiabe dal mondo Arabo", a cura di Inea Bushnaq.
Presentato da Osservatorio Palestina, lo spettacolo è interpretato da Antonio Grimaldi, Ettore Nigro, Loretta Palo e Omar Suleman, che ne cura anche la consulenza culturale.
E’ la tensione d’amore a spingere i personaggi delle fiabe arabe ad intraprendere i loro viaggi. Sono viaggi lunghi, impervi, vere e proprie discese agli inferi, durante le quali s’incontra, quasi sempre, il Ghoul, il mostro ripugnante, il non morto, divoratore di carne umana. Come in un videogame, i viaggi sono articolati a livelli successivi, ed ogni livello comporta il pericolo della morte o dell’allontanamento dall’obiettivo: l’incontro d’amore.
Il principe e la principessa, seppur mossi dallo stesso motore e dallo stesso fine, vivono però condizioni e storie assai diverse. Il principe, eroe delle fiabe destinate alle tende degli uomini, durante il suo percorso incontra vari pericoli ai quali può opporre le sue virtù cavalleresche: la generosità, che sempre ripaga, la sensibilità che ne delinea un profilo poetico, il coraggio, l’audacia e la determinazione del combattente.
Per lui il Ghoul non rappresenta un vero pericolo, esso è, infatti, forza bruta facilmente soggiogata dall’intelligenza e dalla virtù. Altra condizione vive, invece, la principessa, protagonista delle fiabe destinate alle tende delle donne e dei bambini. I suoi viaggi sono, spesso, fughe, e se incontra il Ghoul, forza oscura e maligna, contro di lui non ha alcun’ arma, esso è per lei indomabile ed imprevedibile, una fatalità nefasta. Quest’analisi fa pensare immediatamente alla condizione di vulnerabilità della donna, soggetta al potere assoluto delle figure maschili, ma riporta anche alla condizione di vulnerabilità dell’uomo che, investito di quel potere assoluto, non può commettere errori e deve fare appello a tutte le sue virtù per non diventare un mostro disumano.
Inseriti in un sistema di rapporti di forza preordinato, con ruoli preordinati e percorsi preordinati, i protagonisti sono destinati a non incontrarsi mai, a non raggiungere il loro obiettivo d’amore, a perdersi nel loro deserto, ad affrontare un irrimediabile game over. Ciò inevitabilmente, a meno di un miracolo, a meno che non cada la neve nel deserto a catturare sguardi, che da secoli addormentati, approfittino del caso meraviglioso per incontrarsi una volta e per sempre.
L’allestimento si avvale del disegno luci di Paco Summonte, il suono di Paolo Petraroli, il progetto e la realizzazione video di Mauro Rescigno e Alessandro Papa, la scenografia diAntonella Di Martino e Omar Suleman.