"Stiamo lavorando alla costituzione di un’orchestra stabile, per valorizzare in modo permanente la Lirica a Benevento"
di Maria Ricca
L’appuntamento con lei è per l’11 agosto, all’Arco del Sacramento, nell’ultimo
concerto del “Benevento Teatro Romano
Festival”. I “riflettori sulla città”, questa volta sono proiettati su Erika
Verga , che al violino, accompagnata al pianoforte da Cristina Stein, proporrà “Viva Verdi”, recital delle più famose arie, con il Coro
Lirico della Transilvania, diretto dal M° Florian George Zamfir.
Erika Verga, diplomatasi al Conservatorio “Nicola
Sala” con il massimo dei voti e la lode, si esibisce da anni nei principali
teatri italiani ed esteri. Ha conseguito il titolo di professore d’orchestra
presso la Scuola di Musica di Fiesole, si è diplomata in Musica d’Insieme all’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia di Roma, ha seguito Masterclass con illustri musicisti,
ha fatto parte fra l’altro dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, diretta
dal M° Riccardo Muti, dell’Orchestra dei Teatro Verdi di Salerno, diretta dal
M° Daniel Oren. Si è esibita nella rassegna musicale “I rimember”, diretta da
Sir Antonio Pappano e in Rai, con l’Orchestra diretta dal M° Renato Serio.
- Erika,
ti sei diplomata giovanissima al
Conservatorio, dopo una formazione classica, come recita il tuo curriculum.
Numerosissime le esperienze concertistiche da allora effettuate, così come
diversi i premi ottenuti. Che effetto fa ora tornare a Benevento, da
protagonista? Che sapore ha esibirsi nella propria città?
“E’ sempre un’emozione particolare esibirsi davanti
ad un pubblico tra cui riconosci tanti amici, volti noti e leggi nei loro occhi
la fierezza di una Terra che ha voglia di emergere ed essere protagonista. Oggi
un mio pensiero particolare va anche alla
mia cara amica e collega Carlotta Nobile, salita in cielo
prematuramente. Anche se mi sono esibita
in tanti concerti in tutto il mondo, riassaporare i profumi della tua terra ed
essere circondata da tanto affetto, ti riporta indietro nel tempo e ti fa
ricordare i primi debutti, ma ti accende anche la voglia di dare il massimo e
di regalare il meglio di te stessa a chi ti ascolta.”
-Tu
che hai avuto l’opportunità di vedere e verificare realtà italiane diverse
dalla nostra, che suggerimenti avresti per valorizzare i nostri talenti e le
nostre potenzialità, spesso sottovalutati e trascurati?
“Deve
essere ricostruito lo spirito di collaborazione per vincere le invidie e i
boicottaggi che sono molto diffusi nella nostra mentalità. Invece di dare una
mano a chi ha doti e talento, si ama invece far intorno terra bruciata ed
alzare palafitte insormontabili, per proteggere la mediocrità. Insomma bisogna aprirsi
al confronto e alla sinergia e non coltivare il piccolo orticello che non diventerà
mai il giardino di Candido. Che è il giardino delle qualità personali, che richiede di essere messo
a frutto, senza troppo parlare, ma utilizzando la concretezza derivata da
conoscenze ed abilità: quando si posseggono veramente. Vale,
nondimeno, ampliare il discorso dalle doti individuali alle risorse
collettive riguardanti ad esempio quel ricco ed accessibile territorio di
cultura e di natura del Mezzogiorno. Molti tentativi sono stati compiuti, ma è
necessario mettere a frutto questo giardino, compiutamente, per creare un
volano economico che sappia trovare i giusti procedimenti d’attuazione.”
-
La
tua formazione, cominciata a Benevento, si è poi avvalsa di numerose
esperienze. Quale fra queste è stata per te più formativa?
“Tutte
le esperienze fatte sono significative nella vita di un’artista. Sicuramente
quella con il Maestro Riccardo Muti mi ha arricchito particolarmente con
l’Orchestra Giovanile Cherubini, con la quale ho avuto la possibilità di esibirmi
nei più importanti teatri italiani ed esteri con repertori sinfonici, cameristici ed operistici. Il Maestro
Muti ha dato un grande impulso ai grandi
autori del settecento napoletano come Paisiello, Pergolesi, Cimarosa,
Scarlatti. Indimenticabili resteranno
per me le esibizioni al Ravenna Festival, a Salisburgo, Malta, a San
Pietroburgo e Mosca, a Perelada in Spagna, dove venivamo accolti da vere e proprie standing ovation da un
pubblico entusiasta. Non posso però sottacere anche altre importanti esperienze
come quella con i Solisti di Napoli e quella recente con il Teatro Verdi di Salerno
con un direttore di grande talento quale Daniel Oren con il quale l’Orchestra
del Verdi ha eseguito la maggiore produzione romantica e veristica italiana
dell’Opera lirica. “
-
Che
ruolo ha la musica nella tua vita e quanto ha contato, per te, venire da una
famiglia di musicisti, l’hai sempre sentita nel tuo DNA?
“Sin da bambina
ho respirato in casa musica e cultura, perché oltre a mia madre,
anche mio nonno era un appassionato pianista jazz, innamorato della musica. E’
quindi una tradizione che continua e che per me è stata quasi istintiva e naturale, tanto che a quattro anni, senza
ancora conoscere la scrittura musicale,
accompagnavo all’organo i canti di Natale alla scuola materna delle
Suore Battistine, che all’epoca
frequentavo.”
-
Progetti
futuri?
“Sono tanti e
spero divengano sempre di più. I miei prossimi impegni riguarderanno a
settembre alcune registrazioni per un programma musicale che andrà in onda su
un TV canadese. Poi ci sarà il Caudium Festival Park che mi vedrà impegnata
come solista con alcune Orchestre italiane e straniere. Infine sto lavorando intensamente
insieme ad altri artisti, musicisti e direttori sanniti come Renato Giordano ed
il M° Leonardo Quadrini, alla costituzione di un’orchestra stabile, per valorizzare
in modo permanete la Lirica a Benevento sia nella versione estiva al Teatro
Romano sia a quella invernale in una “location” in grado di avviare una “startup” di importanti progetti ed iniziative volte ad aumentarne
l’attrattività del nostro territorio e consolidare la posizione a livello
internazionale della città di Benevento. Un proposta che intende rivolgersi non
solo ad appassionati e melomani, ma quale opportunità culturale, in grado di
attirare consistenti flussi turistici nel capoluogo e in tutto il Sannio.”