GONFALONE S. GENNARO |
Nuova formula per la “Fiera
di San Gennaro” a Petruro Irpino, in programma domani 18 settembre con inizio
alle ore 7,30. Diversa, perché rispetto agli usi e costumi di questi ultimi
decenni, gli organizzatori, d’intesa con l’Amministrazione comunale, hanno
deciso di integrarla con nuove attrattive e prolungarla per tutta la giornata.
Fino alle ore 20, infatti, ci sarà la possibilità di “gustarsi” le bellezze
paesaggistiche e storiche del piccolo comune irpino, che si affaccia sulla bassa
Valle del Sabato, quando verranno proposti ai visitatori una serie stand di
vario genere: enogastronomia, abbigliamento, utensili per la casa, artigianato
locale e quant’altro. Ad allietare, in mattinata, l’atmosfera festosa di una
ricorrenza che non ha solo radici socio/economiche ma anche e soprattutto
religiose, la tradizionale banda musicale
che esibirà il suo repertorio lungo le strade principali del paese e nel
caratteristico centro storico . A tutti gli espositori verranno attribuiti
premi di partecipazione.
Ma vediamo nel dettaglio, il
perché di questa antica Fiera dedicata al martire San Gennaro, in terra irpina,
già compatrono di Petruro.
La Chiesa di Petruro
festeggiava in loco e partecipava ai riti della Chiesa Metropolita: musica a
più cori di voci e strumenti, panegirici, distribuzione di dote in ducati,
concessioni di Indulgenze, venerazione delle Sagre Reliquie di S. Gennajo,
illuminazioni con apparati e sinfonie che si tenevano nel Portico davanti la
Casa Natalizia del Santo, nella Città di Benevento, per tre sere, dal 17 al 19
settembre.
DECRETO REGIO |
Nonostante l’inspiegabile
quanto misteriosa interruzione di tali pompe festose in onore del taumaturgo
nella sede Arcivescovile, l’Abate di Petruro continuò negli anni a conservare
una festa tradizionale in onore del suo compatrono.
Un secolo più tardi con
Decreto Regio, Re Ferdinando II testualmente decreta:
(N° 5625) DECRETO permettente che il comune di Petruro
in Principato Ulteriore possa ripristinare la celebrazione della fiera dal 16
al 19 settembre di ciascun anno, al medesimo conceduta fina dal 1778, osservate
le prescrizioni contenute nella sovrana risoluzione del dì 1.° di giugno 1826
(Napoli, 2 ottobre 1839)
La Fiera istituita per
favorire il commercio e l’agricoltura prevedeva in primis la commercializzazione
di ovini e bovini oltre che di vitto, abbigliamento, oggetti rurali quali
attrezzi agricoli di vario tipo. La Fiera di carattere prettamente contadino
rispettava pienamente i parametri contenuti nella Circolare del cardinale Pacca
del 26 marzo 1824, che prevedeva “la
verificazione delle circostanze costituenti la utilità della medesima bontà
delle strade, che al luogo della fiera conducono, dell’abbondanza dei prodotti
commerciabili, …”.”
Il Comune di Petruro Irpino,
conserva ancora l’antica bandiera della Fiera che veniva locata all’inizio del
paese per annunciare l’apertura delle commercializzazioni. La bandiera, con
l’effige del Santo, veniva piantonata dalla Guardia Nazionale per tutta la
durata dell’evento per scongiurare il suo trafugamento da parte dei comuni
viciniori. Qualora si fosse verificato un simile “misfatto” il diritto a
celebrare la Fiera veniva acquisito dal Comune che aveva sottratto il gonfalone
fieristico.
(notizie storiche tratte dal
Libro di Jenny Capozzi “Petruro chi parla diventa Pietra” anno 1998 – AGM
Poligrafica Editoriale di Ceppaloni)