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20/11/13

BENEVENTO - “AnGHInGò Scuola” comincia da "L'Uomo dal Fiore in Bocca"

Primo interessante appuntamento, con la rassegna “AnGHInGò Scuola”, realizzata dalla Compagnia Teatro Eidos e rivolta agli studenti di Benevento e provincia. Al  De Simone, oggi, mercoledì 20, domani giovedì 21 e venerdì 22 novembre alle 10, è in scena la stessa  Eidos, con un classico,  ‘L’uomo dal fiore in bocca e …’ di Luigi Pirandello . Regia di Virginio De Matteo. Interpreti Raffaella Mirra, Mimmo Soricelli, Martina Iorio, Vincenzo De Matteo. Le scene sono di Claudio Mirra, i costumi di Nico Celli. 
L'uomo dal fiore in bocca" è una commedia in un solo atto,  breve ma intensa e significativa, che ripropone al lettore il luogo comune secondo cui alcuni beni si apprezzano solo nel momento del bisogno e nel momento in cui rischiano irrimediabilmente d'esser persi: un uomo, dall'identità sconosciuta e irrilevante, scopre inaspettatamente d'esser vittima di un epitelioma, un male che lo condanna a morte. Egli lo descrive con minuzia; il suo nome è più dolce di una caramella, e ben si adatterebbe ad un fiore; si tratta però di un fiore maligno che gli è spuntato su un labbro e che lo costringe a pochi mesi di vita. Ma l'uomo non è disperato, non si lascia morire prima del tempo, non vive con angoscia i suoi ultimi giorni e vive la vita guardando la realtà con un'altra mentalità. Da questo momento il suo comportamento subisce un cambiamento repentino e deciso: il suo modo di vedere il mondo, d'osservare la propria vita e quella degli altri cambia radicalmente; ogni accadimento banale e ripetitivo del quotidiano diventa improvvisamente di spaventosa e vitale importanza. Si rende conto che questi momenti saranno gli ultimi che potrà vivere e godere, ed è questa consapevolezza che lo porta ad attaccarsi incondizionatamente ad essi ed a giudicarli preziosi quanto importanti. Dai guai familiari esposti dall'avventore, l' “Uomo dal fiore in bocca” prende subito spunto per iniziare una serie di riflessioni sull'esistenza, sull'importanza della quotidianità e dei dettagli delle cose. Nel protagonista è viva una fortissima contraddizione: da un lato egli prova una profonda pietà per la moglie, una  donna che non ha altra colpa che quella di volergli stare accanto fino alla fine dei suoi giorni; dall'altro però, non può tollerare, per via della sua nuova visione del mondo, quella che lui stesso definisce la "macabra ferocia del suo comportamento".