Poteva andare male, malissimo, anzi. Potevano esserci
scontri di ogni tipo. Sarebbe bastata la
minima provocazione, raccolta da qualcuno, e tutto sarebbe scoppiato. E invece
no. Il “Benevento Campania Pride”, organizzato in città dal collettivo WAND,
ad un anno quasi dallo spiacevole episodio dell’allontamento dei due giovani
innamorati dello stesso sesso dalla villa comunale, è stata una festa.
Una città affettuosa e sorridente ha accolto i giovani
(soprattutto di loro era composto il corteo) che hanno sfilato lungo il
percorso in maniera gioiosa e giocosa, esibendo cartelli in linea con il tema
della rivendicazione dei diritti civili, ma anche altri meno impegnativi e
scherzosi, insomma “sdrammatizzanti”, in nome di un atteggiamento di generale serenità e
apertura.
La chiave giusta, quella adottata dai beneventani, certo, per affrontare una situazione che poteva
diventare esplosiva e che ha avuto ragione, di fatto, dei contrasti.
Insomma, maturità su tutti i fronti e l’appoggio essenziale
della giornalista Giulia Innocenzi e dello scrittore
Carlo Gabardini , che con parole equilibrate hanno sicuramente contribuito a rasserenare gli animi lungo il percorso, per poi “arringare” la folla, convenuta in piazza Risorgimento, con argomentazioni assolutamente condivisibili e per certi versi commoventi. L’Innocenzi ha richiamato l’attenzione alla necessità di superare il progetto di legge sulle unioni civili, dichiarando che l’Italia (“E mi vergogno di essere Italiana,
per questo”, ha detto!) deve aspirare a ben altro, al vero e proprio
matrimonio, con corredo di adozioni, mentre lo scrittore Carlo Gabardini ha ricordato le
difficoltà sopportate in passato da chi avrebbe voluto esercitare liberamente
il proprio diritto all’amore, senza, però, colpevolizzare chi per natura, cultura o età
non ha potuto farlo (e molti erano i gay in età matura che felici ed increduli hanno partecipato alla
manifestazione), richiamando poi tutti
all’evidente verità della naturalezza dell’espressione omosessuale, accanto a
quella eterosessuale.Carlo Gabardini , che con parole equilibrate hanno sicuramente contribuito a rasserenare gli animi lungo il percorso, per poi “arringare” la folla, convenuta in piazza Risorgimento, con argomentazioni assolutamente condivisibili e per certi versi commoventi. L’Innocenzi ha richiamato l’attenzione alla necessità di superare il progetto di legge sulle unioni civili, dichiarando che l’Italia (“E mi vergogno di essere Italiana,
Giacché può essere il commesso, come l’impiegato di banca, l’amico
o il vicino di casa ad essere gay , piuttosto che biondo, bruno, di colore o di
altra religione, e non per questo bisogna meravigliarsi o condannare.
Assenti, certo, le
istituzioni (che però hanno autorizzato lo svolgimento del corteo e istituito blocchi stradali ad hoc) della città “papalina” e delle “streghe” che furono
perseguitate, e nella quale, volutamente, si
è organizzato il “pride”, come ha detto in
apertura di comizi il rappresentante del WAND, per combatterne il pregiudizio. Grande lo spiegamento di forze
dell’ordine, com’era giusto che fosse, e numerosi i partecipanti dall’intera regione,
a sostenere il movimento. Ottimo, “ça va sans dire”, il bilancio finale, dal punto di vista
economico, degli esercizi commerciali, che hanno ristorato i tantissimi partecipanti.
L’anno prossimo si va a Caserta per lo stesso motivo. Ma la
domanda è: dopo aver così positivamente
ed allegramente accolto le istanze di chi chiedeva medesimi diritti, con grande
supporto ed appoggio delle associazioni, e cuori colorati appuntati sul petto
dei partecipanti, tutto tornerà come prima?