di Maria Ricca
“Respiro il tuo coraggio ed anche la mia tenacia”. Si
rivolgeva così Giuseppina Strepponi,soprano dell’Ottocento, all’amato Giuseppe
Verdi, per definirne la caparbietà a
portare avanti il loro rapporto d’amore in una corsa ad ostacoli contro i pregiudizi e
le convenzioni.
Parole forti che raccontano, in un altro tempo, la caparbietà
e convinzione con la quale Giulio Baffi, il direttore artistico di “Benevento
Città Spettacolo”, anno trentasei, ha voluto ancora che fosse il Conservatorio
Statale di Musica “Nicola Sala”ad aprire il
Festival.
Un’intuizione rivelatasi vincente da subito e che ha
convinto ancora, nella serata del 4 settembre, al teatro Romano, pubblico e critica, d’accordo nel definire intensa e
coinvolgente la performance dell’ Orchestra diretta dal M° Francesco Ivan
Ciampa, con il Coro, guidato dai maestri Adriana Accardo, Antonio Caporaso e
Rossella Vendemia, e i cantanti del Dauno “U.Giordano” di Foggia.
Esordio intenso ed inaspettato, per il concerto, affidato all’esecuzione del potente “Fortuna
imperatrix mundi”, dai “Carmina Burana” di Orff. Quindi l’alternarsi delle esecuzioni magistrali dei
brani più noti, dal Coro del “Nabucco” a
quello delle “villanelle” ne “La Traviata”, passando per l’ “Attila” e “il Trovatore”, fino
alla Marcia Trionfale dell’ “Aida” e scegliendo, però, di concludere con “Nessun dorma” dalla “Turandot” di Puccini.
Pacifica Artuso, regista della performance, alternanza di
parole e musica, che verrà poi condensata in un DVD, è
stata, dunque, interprete delle ansie e dei desideri della
moglie di Verdi, che ne condivise successi ed amarezze. Per lasciare poi il
posto a Teresa Stoltz, l’affascinante soprano boemo, che forse ne fu l’amante,
o forse no, suscitando la gelosia della Strepponi, ma divenendone poi , negli
ultimi anni, amica e sostegno. Una recitazione convincente e appassionata la
sua, per descrivere quanto fosse difficile essere “donna del suo tempo”, molto
apprezzata da una platea che ha saputo restar muta fino alle ultime note,
incantata dall’esecuzione. Poi tutti in piedi ad applaudire Maestro e gli artisti, rapiti dal “mito”, che seppe
dar voce alle emozioni più disparate,
fino alla fine, e che per sé volle un funerale sobrio e silenzioso, a dispetto
dell’enorme fama raggiunta e del cordoglio potente della Nazione.
Il Conservatorio “Nicola Sala” tornerà in rassegna domenica
6 settembre, alle 6, con il Concerto all’Alba, all’Hortus Conclusus, e alle
21,30, con “Leggero, ma non troppo” e l’elegante omaggio a Cole Porter.
Infine, venerdì 11 settembre, presenterà “Il Pesciolino freddoloso diventa
re”, alle 20,30, al Teatro Massimo, musical per grandi e bambini.