Sabato 5 settembre, al De Simone
di Maria Ricca
“L’amore per le cose assenti”. Sceglie
di tornare a “Benevento Città Spettacolo” con una storia di amore e libertà,
prodotta da Ente Teatro Cronaca-Vesuvio Teatro, Luciano Melchionna, regista ed
autore, (curriculum straordinario e collaborazioni con numerose
personalità artistiche) che regalò al Festival un paio di anni fa la vicenda di
“Nella” e delle sue prostitute libere ed oneste, affascinando gli spettatori in
un Teatro Romano, divenuto coloratissima balera per celebrare la dolente
vicenda di una “donna di vita” e il suo percorso esistenziale, dapprima
drammatico, poi risanato da un finale liberatorio.
Stavolta la protagonista del
racconto, in scena al De Simone sabato 5 settembre, alle 21, è Giulia, quarantasei anni. E’ la sua festa e
celebrerà il proprio compleanno sola con suo marito che la vedrà …per dirle
addio. Non senza aver attraversato un sentiero irto di ostacoli psicologici,
con un’analisi a tratti anche esilarante dei sentimenti. “Ho riversato nella vicenda – dice Melchionna
– la mia visione dell’amore, che attraverso la libertà trova la verità di
essere e non solo di apparire.”
Uno spettacolo che è stato “costruito”,
anzi “montato”, come si dice in gergo, sostanzialmente tutto a Benevento,
durante un agosto caldissimo e solitario, in cui la Compagnia ha provato e
riprovato, confortata dalla “tranquillità e dalla bellezza della città –
conferma Melchionna - di cui discuto
solo l’umidità atmosferica…” .
A proposito: avrebbe nuove idee
per il festival di Benevento l’Autore, già responsabile dell’Accademia
d’Arte Drammatica al Teatro Bellini di Napoli, visto che dall’anno prossimo
Giulio Baffi ne lascia la direzione artistica, per propria ed indiscutibile
decisione? “Un vero peccato – conferma il regista – perché ne condivido
esattamente l’impostazione e le scelte.”
Visioni teatrali quasi cinematografiche
le sue, per strutturazione e definizione. Ed infatti al cinema si è rivolto
spesso, in questi ultimi anni, Melchionna, realizzando opere per il grande
schermo molto apprezzate e selezionate ai Festival di settore, oltre che
candidate a premi internazionali: “Mi hanno sempre detto che le mie messinscene
teatrali avevano molto dell’impostazione cinematografica e del resto è quello
un genere che mi piace. E poi, chi l’ha detto che se si percorre un filone non
si può poi affrontarne altri? In Italia è un po’ così, si vive per
compartimenti stagni. Se sei un attore drammatico, difficilmente sei apprezzato
in ruoli più ironici e viceversa.” E la televisione? “Non mi precludo nulla. L'’importante è non tradire
se stessi e il proprio percorso artistico. Poi tutto è possibile.”