di
Maria Ricca
Amabile
conversatore, intelligenza lucida, ironia sempre pungente.
Ugo
Gregoretti si è presentato così, naturalmente, nella prima serata del nuovo corso della “sua”
Città Spettacolo, accogliendo l’invito del direttore artistico Renato Giordano,
a presentare “La storia sono io…Con finale aperto”, nella sezione “Piazze d’Autore”
del Festival. Un’
autobiografia puntuale, dai toni leggeri, ma non per questo meno incisivi, per raccontare la storia di sé, nella più ampia prospettiva delle vicende italiane del Novecento.
autobiografia puntuale, dai toni leggeri, ma non per questo meno incisivi, per raccontare la storia di sé, nella più ampia prospettiva delle vicende italiane del Novecento.
L’eccezionalità
della parabola umana di Gregoretti, si è fatta, dunque, quotidianità, nelle
esperienze del Maestro, in cui il lettore non può fare a meno di
identificarsi, rivedendo, nelle sue
“avventure”, vicende analoghe proprie o raccontate da altrui.
Ad
introdurre i lavori l’Assessore comunale Picucci, che ha ringraziato Gregoretti
per la sua presenza, ribadendo l’entusiasmo con il quale ha intrapreso la
propria esperienza amministrativa nel campo della Cultura e dunque il piacere
di potersi rapportare a tali figure di grande esperienza e profondità
intellettuale.
Quindi, nel vivo della conversazione, Gregoretti ha ricordato gli anni trascorsi a Benevento, alla prima direzione della rassegna settembrina, comprese polemiche e screzi, nella consapevolezza che si trattò di una bella pagina di vita e storia personale, ma non solo-
Scorrendo
via via gli episodi che hanno punteggiato
la sua esistenza di autore, scrittore, regista televisivo, teatrale e
cinematografico, protagonista
riconosciuto del suo tempo. Gregoretti ha ricordato la sua esperienza in
Rai, nel settore delle inchieste e delle rubriche, parlando del nuovo ruolo del giornalista, negli odierni
tempi difficili, le sue regie nel cinema “militante” e dunque, di contro, l’invasione
attuale, nelle menti e nei cuori, del cinema sensazionalistico di stampo
americano.
Fino
alle prime contestazioni di stampo leghista, per le scelte artistiche condotte
al Teatro Stabile di Torino, di cui fu direttore, non sempre in linea con la
tradizione linguistica “purista” piemontese.
“Un’autobiografia
che si legge tutta d’un fiato, un film scritto su carta”, vero romanzo di
formazione, su una vita professionale che
otterrà in settembre l’ultimo straordinario riconoscimento, in ordine di tempo:
Ugo Gregoretti, sarà alla Mostra del Cinema di Venezia, per ricevere il Premio “Bianchi”
assegnato dai giornalisti cinematografici alla carriera.