Gli allievi del Liceo "Urbani" di S. Giorgio a Cremano, protagonisti in scena di un percorso didattico innovativo
di Maria Ricca
NAPOLI - Quello di educatore resta il mestiere più bello del mondo. L’unico che
ti consente di non invecchiare mai, di rigenerarti, di risorgere dalle tue
ceneri. Di reinventarti ogni giorno, per non lasciare a te stesso l’alibi di
addormentarti sugli allori, ma di saper ricominciare da quelli per crescere
ogni volta di più. Non c’è altro da cui partire. Poi viene tutto il resto.
Ben lo hanno inteso e messo in pratica le docenti Maria
Francesca Mangone di Lingua e Cultura Francese, tutor, e Giovanna De Luca di
Scienze Motorie, esperto esterno con la
sua “ Casa di Alessandra onlus”, per l'ideazione, l'adattamento, la regia e l'allestimento scenografico, anime de “L’arbre de la liberté. D(i)ritti...al Cuore! Emozioni in musica”,
spettacolo di fine progetto del Liceo Statale “Carlo Urbani”, retto dalla
dirigente Mariarosaria De Luca, in scena al “Pierrot” di Ponticelli. Il percorso
teatrale e musicale è stato articolato su “Legalità
e Cittadinanza Attiva. Dalla Rivoluzione Francese, passando per Napoli '99, ad
oggi”, e condotto nell’ambito del P.O.R. “Scuola Viva”, di concerto con i docenti
Teresa Belsole e Mario Ascione.
L’inizio “fulminante” dell’allestimento, introdotto dal
prof. Luca Covino, valutatore del Progetto, è stato affidato alle forti
immagini dell’attentato al Bataclàn di Parigi
del novembre 2015.
Sono i volti sconvolti, gli sguardi sbarrati, l’incredulità
e lo sgomento ad illuminare i volti dei moderni “citoyens”. La “ville lumière” non è più sicura, forse non
lo è mai stata. I giovani attori in scena, nei panni dei rivoluzionari del 1789,
hanno ricordato i momenti salienti dell’avvenimento che cambiò il volto dell’Europa e dell’Occidente. La “Révolution”
è rivissuta nell’essenziale e significativa
ricostruzione storica e linguistica, condotta dalla docente Mangone, guida sicura dei giovani attori, che hanno
sfoggiato perfetta pronuncia della lingua d’Oltralpe, sorprendendo, ma non
troppo, dato l’impegno profuso, la folta
platea di insegnanti, genitori e compagni.
E’ toccato alla docente
De Luca reinterpretare, invece, dal punto di vista emozionale, le vicende
storiche, muovendo, con la consueta sapienza registica, forte dell’apporto
della fida Camilla Imperato, la “squadra”
di scena, composta da Flavia Amitrano, Laura
Amorico, Andrea Biondi, Christian Borriello, Gabriele Calace, Chiara Camele, Antonella
Carbone, Marcello Coppola, Giuliana Cozzolino, Giuseppe Di Franco, Rosanna Fuscarini,
Marta Gallo, Giovanni Giugliano, Umberto Improta, Ludovica Leone, Arianna Moffa,
Alessia Nocera, Federica Reginelli, Simona Rusciano, Laura Sanza, Ludovica
Sanza, Christian Sarno, Ilaria Stango, Vittorio Pollice, Alessandro Paterni, Martin
Pontoriero. Service di Francesco Rega.
Sua la visione d’insieme
e la capacità di organizzazione spaziale che, nascendo da un ideale sforzo
creativo, non ha lasciato nulla al caso,
dall’orchestrazione delle coreografie (ben quindici in tutto lo spettacolo) alla
scelta dei costumi di Maria Pennacchio, e del trucco.
E’ un attimo e siamo già nel 1799. E’ tempo di raccontare la
“nostra” rivoluzione, quella napoletana.
Un volo ideale sulla carta geografica, illuminata alle spalle dei
protagonisti, ed è subito il trionfo della voglia di ribellarsi al potere
costituito, dell’impresa di Eleonora
Pimmentel Fonseca, dell’entusiasmo che suscitò, della sua amara fine.
La suggestione delle tammorre di Ottavio Gelone, dei canti popolari, della “tammurriata”,
che diventa improvvisamente “taranta” e danza
di liberazione dai vincoli asfissianti di qualsiasi tipo ed infiamma menti e
cuori è risuonata nelle musiche della
tradizione, rivivendo nelle danze
circolari ed ossessive delle figure in scena.
E’ tempo di approdare all’amara contemporaneità. Gli attori,
smessi i panni ottocenteschi, hanno
indossato quelli degli “Scugnizzi”
moderni , esprimendo la propria voglia di farcela, in un napoletano verace e
sanguigno. Il potere contro il quale ribellarsi, stavolta, è quello di “Gomorra”
, che indica facili traguardi agli
entusiasti “rivoluzionari” dei vicoli e dei quartieri, che sognano il riscatto,
ma finiscono sempre per soccombere. Il sacerdote di strada che li guida lascerà
loro il testimone della legalità, da raccogliere anche quando tutto intorno
sembra perduto, per continuare a sperare.
Vitalità instancabile, energia inesauribile, la capacità di racchiudere e ricondurre i movimenti
scenici nell’alveo di un ordine ogni volta sconvolto e poi ricostituito, hanno
espresso il frutto di mesi di prove e di
impegno certosino. Emozioni, lacrime ed entusiasmo sono stati ben raccontati nel
travolgente e commovente finale , dedicato alla “magnifica gente” di una città
che da sempre soffre e spera in un cambiamento e vuol ritornare orgogliosa di
camminare a testa alta fra le strade del mondo.
Applausi infiniti in chiusura, quando tensione e fatica si sono
sciolti in un ideale abbraccio con il
pubblico, per uno spettacolo che speriamo si possa riproporre ancora in ulteriori contesti, data la sua innegabile qualità.
L’intervento conclusivo della dirigente scolastica Mariarosaria De
Luca, nei complimenti ai
giovani allievi
e alle docenti referenti, ha plaudito ad
un approccio didattico moderno, all’utilizzo
di nuove modalità che, nel segno dell’empatia,
valgano ad entrare in contatto con l’universo
adolescenziale di cuori ed anime che si rinnova ogni momento, indicando loro la giusta strada da percorrere.