NAPOLI -
L'appuntamento è per il 27 luglio. La "sede" è quella del Positano
Festival, dove, nella piazzetta della Chiesa di Montepertuso, l'attore e
regista Roberto Azzurro riporterà in scena l'emozione di "Oscar Wilde - Il
processo".
Ancora una tappa per la performance già recentemente
approdata in Toscana e poi a Parigi. Al fianco di Azzurro Pietro Pignatelli, nella parte dell’avvocato
Edward Carson e Rebecca Lou Guerra, al pianoforte. Il primo debutto
per lo spettacolo fu a Napoli. Poi vi sono state messinscene a Roma, Avellino,
Salerno, in palazzi storici, cortili antichi e suggestivi e poi finalmente in
una vera Aula Giudiziaria a Napoli.
Azzurro e
Pignatelli ripercorrono i momenti salienti di un interrogatorio, in cui Wilde è
costretto a dar conto, com’è noto, dei propri gusti e preferenze in ambito
amoroso e sessuale, per l’epoca inaccettabili, e lo fa di volta in volta
negando, mentendo, scherzandoci sopra. In questo folle, ma reale dialogo si
intrecciano le note di Chopin eseguite da Rebecca Lou Guerra, terza voce
di questo acrobatico “battibecco”, come fosse una voce dell’anima dei
personaggi e dello spettatore contemporaneamente.
E diventa quasi un miracolo poter assistere al genio dell’umorismo
del poeta inglese, nelle vere risposte date al suo inquisitore,
nell’espressione massima della grande ironia di un “gigante” della letteratura
mondiale, di cui il 30 novembre 2016 sono stati celebrati i 110 anni dalla
morte.
Lo spettacolo mette al bando qualsiasi tipo di effetto
speciale (scenografie, costumi e tutto l’apparato tecnologico), “aiuti”,
continua Azzurro, "che qualcuno ancora indugia a usare in palcoscenico:
non c’è effetto speciale più efficace e necessario di un attore che entra in
scena e ci racconta una storia interessante in modo suggestivo. E’
nell’interregno che c’è tra la parola emessa dall’attore e l’orecchio attento
dello spettatore che “accade il teatro”, in nessun altro luogo e grazie a
niente altro. Ho immaginato, dunque, di mettere in piedi le parole. Mi
spiego. Su un foglio – testo teatrale o altro – le parole sono orizzontali,
recitarle significa metterle in verticale. In più, ovviamente: mostrare da
quali pensieri e stati d’animo germogliano quelle parole. Insomma, raccontare
una storia vuol dire trasformare quegli strani segni neri su fondo bianco in
vita reale. Potenza del teatro, che si occupa del tentativo di replicare la
vita, così come essa è: sempre. Poi sono arrivate le crome e le biscrome
di Rebecca Lou Guerra, che girovagando tra Metner e Chopin e vari altri
compositori classici straordinari, diventa il contrappunto emotivo e
appassionato che, come una voce dell’anima, contrappunta e sovrasta lo
svolgersi di un dialogo processuale avvincente e divertente, dissacrante e
terribile."
Il primo incontro di
Azzurro con Oscar Wilde è avvenuto in libreria, dove appunto
era stato da poco messo in circolazione il libro a cura di Paolo Orlandelli e
Paolo Iorio (ediz. UbuLibri), che riportava fedelmente gli
originali atti processuali che videro protagonista il grande scrittore
britannico. "Non ho avuto un attimo di dubbio - dice Azzurro - prima
o poi dovevo metterli in scena. Nessuno scrittore riuscirebbe mai a scrivere un
processo del genere, solo la vita è in grado di superare qualsiasi immaginazione,
anche la più sfrenata. E più sfrenato di Oscar Wilde non riesco a immaginare
nessuno. Non potevo credere che un uomo che rischiava così grosso potesse,
sotto processo, riuscire ad avere una tale lucidità che gli permettesse di dire
cose che nessuno sarebbe manco riuscito a pensare, in quella situazione. Era un
vero genio, Oscar Wilde, e come lui stesso disse, fece della sua vita un’opera
d’arte. Da quel giorno mi prese la ricerca febbrile di capire come fare. Certo,
essendo un artista completamente indipendente, slegato da qualunque legame con
produzioni ufficiali o Teatri Stabili o Festival vari, dovevo pensarci io. E
dovevo partire dal basso.
“Wilde” è un progetto ambizioso, nato in tempi in cui accuse,
tabù sociali e violenze non cedono ancora il passo ai valori
“dell’accettazione, dell’inclusione e del rispetto reciproci”. L'ironia
dissacrante e lo spirito caustico di Wilde rimarcano l’importanza della libertà
e della salvaguardia dei diritti civili.
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