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11/06/18

TEATRO - "La Casa di Alessandra" celebra "La libertà di esistere...Ove nessuno è diverso"

di Maria Ricca

S. GIORGIO A CREMANO (NA) - Buio. Poi voci. Che emergono sempre più distintamente, quasi sgorgassero dal profondo dell’anima. Incarnate da corpi che si muovono sullo sfondo nero di un palcoscenico ad esprimere verità eterne, ma troppo spesso dimenticate. “Dobbiamo liberarci dall’ansia di essere sempre i più bravi, quelli invincibili, che non sbagliano mai. Dobbiamo combattere perché ciascuno possa avere la propria libertà di esistere.”
Vestiti di sole maschere bianche sono andati in scena, sabato 9 e domenica 10 giugno,  gli attori de “La casa di Alessandra”, sul palco della sede dell’ omonima associazione culturale di San Giorgio a Cremano, fondata da Giovanna De Luca ed Enrico Cosentini.
Personaggi che hanno dato voce e volto alle nostre paure, invocando il rispetto delle differenze, la saggezza di saper con quelle convivere, riconoscendo l’amore come necessità reciproca.
Tutti insieme, i ragazzi della “Compagnia della Casa” di Alessandra, a parlare di libertà e diversità, nel reading di poesia e musica “La libertà di esistere... Ove nessuno è diverso”. Un  afflato emotivo e corale, intorno alla professoressa Giovanna De Luca, che li ha diretti magistralmente , coadiuvata dall’attenta e professionale Camilla Imperato. In scena Laura Amorico, Gaia Salzano, Christian Sarno, Giuseppe Di Franco, Ludovica Leone, Serena Petrucci. 
La regista ha firmato lo spettacolo,  cucendo insieme i passi scelti dai vari autori, in una efficace sintesi espressiva delle parole di Gregory Bateson, di Paulo Coehlo, Pablo Picasso, Silvia Plath, e di Ben E. King e John Lennon, nell' interpretazione canora suggestiva e coinvolgente di Irene Isolani. Al piano Giuliano Masdea. 
Sul palco l’ “immagine” di una donna musulmana, che ha raccontato la sua “diversità” come un valore. “Extra”comunitario è colui che ha “qualcosa in più”, all’ “immi-grato”dovremmo esser tutti “grati”, appunto, per il suo valore aggiunto e il “clan – destino”è colui che porta con sé la responsabilità del “destino” della sua comunità. E di riflesso della nostra.
Non si può giudicare sbagliato per forza ciò che è diverso, solo perché non lo si conosce,  ed occorre agire “prima che sia troppo tardi.
Le splendide parole di “Beautiful that way”, scritte per “La vita è bella”  hanno sottolineato l’atmosfera.
In scena, poi,  il piccolo “Giancarlo Catino”, “che crede nell’amicizia” ed è continuamente bullizzato.
Quindi, una donna maltrattata, vittima del compagno violento. “Con me sarà diverso…”, aveva detto.
Non va meglio al giovane “transgender” interrogato dalla polizia,  deluso e disilluso dal mondo e dalla vita, e che ha punito nel modo peggiore l’amante, squallido e grigio protagonista di una vita familiare di finzione, preferita ad un sentimento reale.
Ma c’è sempre spazio per la speranza, per quel filo rosso,  condiviso da attori e spettatori, che  ha chiuso la performance, legando tutti in un abbraccio ideale, nel segno della condivisione. Perché, in fondo, “I see true colors...”, dice Cyndi Lauper, nei suoi versi,  quei colori veridellamore, intravisti  oltre loscurità degli animi.

Resta agli spettatori, che hanno riempito la sala ed applaudito lungamente,  una piccola candelina rossa a forma di cuore, che la regista De Luca, ha invitato ad accendere ed esporre, “per testimoniare la propria voglia di superare diversità e differenze”.