BENEVENTO - “Sento il dovere di
ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno collaborato per la
realizzazione in Benevento di una Mostra Permanente sui tragici
avvenimenti del 1943 allorché la nostra Città fu completamente rasa
al suolo dalle fortezze volanti anglo-americane e vide la morte di
oltre 2000 civili, molti dei quali erano ricoverati nell’Ospedale
San Diodato che sorgeva in fondo all’attuale via Perasso." Così il prof.Michele Benvenuto, presidente emerito dell’Archeoclub d’Italia, sulla Mostra “Deleta (Urbs) Beneventum,1943: le bombe sulla Città di Benevento. Foto, documenti, oggettistica”
"La manifestazione
inaugurativa è stata accolta sia dai presenti che dalla Stampa
locale con grande rilievo e ciò ripaga gli sforzi che ci son voluti
per attrezzare un embrione di quello che, speriamo, un non lontano
domani, possa assurgere a Museo della Seconda Guerra Mondiale.
Il significato della
mostra non vuol essere quello di far commuovere i vecchietti che,
come me, hanno patito la triste esperienza della guerra, o far
piangere coloro che ricordano i propri parenti innocentemente uccisi,
bensì quella di far conoscere a quanti non l’hanno vissuta ciò
che è accaduto perché ciò sia monito per i più giovani non
soltanto del lugubre significato di una guerra ma anche della
fierezza del popolo beneventano che dal nulla ha saputo risorgere e
far nascere dalle macerie una Città il cui tessuto urbanistico ci è
oggi invidiato da tutta l’Italia.
Nella prima sala della
Mostra possono leggersi attraverso i pannelli fotografici gli orrori
della devastazione bellica: la Cattedrale, il Rione Triggio, il Rione
Fragola, Piazza Cardinal Pacca (nota come Piazza Santa Maria
dall’omonima chiesa centrata in pieno), il Rione Bagni, il cosso
Vittorio Emanuele, la stazione ferroviaria.
Qualcuno, durante la
visita mi si è avvicinato e mi ha chiesto: perché tutto questo?
Perché Benevento, per la
sua posizione geografica al centro tra il Tirreno e l’Adriatico,
tra il Nord ed il Sud dell’Italia rappresentava un punto nevralgico
tanto da possedere una stazione ferroviaria tra le più importanti
d’Italia ed una viabilità “la via Appia” grande arteria di
collegamento e smistamento; per questo dovevano essere interrotto
ogni collegamento: la Stazione Ferroviaria, il Ponte sul fiume Clore.
L’imprecisione dei
bombardieri fu paradigma di un afferrata volontà di distruggere a
tutti i costi; ed allora bombe, bombe finché ne potevano contenere
le stive.
Tutto questo è possibile
osservarlo e visionarlo nella seconda sala ove è stata realizzata
una trincea e dove sono posizionati: un video sul quale scorre il
filmato che coglie i momenti più dolorosi delle incursioni ed un
tavolo su cui sono disposte centinaia di fotografie da poter
comodamente visionare. Si spera di poter migliorare ed impreziosire
quanto già fatto con l’aiuto di quanti volessero donare affetti,
magari conservati e/o dimenticati, che ricordino il triste periodo,
sotto ciascuno dei quali verrà posto all’attenzione dei visitatori
il nome del donatore che sarà ricordato anche dalle future
generazioni.
Concludo questa mia
comunicazione con una frase con la quale ha inizio il filmato:
“le guerre, da
qualsiasi parte provengano, e qualunque siano le motivazioni che le
determinano, rappresentano sempre la proposizione più assurda e
criminosa che possa partorire un essere umano."