BENEVENTO - Va in scena
lunedì 19 novembre 2018 alle ore 21.00 presso il Teatro Massimo di Benevento la
pièce di Michele Cosentini “Come se foste a casa vostra” con Sveva Tedeschi,
Luca Ferrini, Alberto Melone, Ashay Lombardo Arop, YonasAregay, Paolo Roca Rey.
Lo spettacolo,
promosso da Alt Academy Produzioni (con il patrocinio della Regione Lazio;del
Comune di Roma per il progetto Integr-Azione; dell’Ambasciata della Repubblica
Islamica dell’Afghanistan;dell’Ambasciata della Costa d’Avorio;dell’Ambasciata
della Repubblica di Moldavia;dell’Istituto Culturale dell’Ambasciata della
Repubblica Islamica dell’Iran edell’Istituto Nazione Rom) ha debuttato a Roma
il 23 luglio 2018 all’interno della Rassegna “I solisti del Teatro” presso i Giardini
della Filarmonica Romana per poi essere stato inserito nel cartellone di Città
Spettacolo a Benevento, con replica il 30 agosto 2018. Da
fine gennaio fino a marzo 2019 sarà al Teatro Argentina di Roma.
In un momento
storico come questo, trattare un argomento come il razzismo diventa quasi un
imperativo morale.
L’errore più
grande che si sarebbe potuto commettere sarebbe stato quello di affrontare la
materia in chiave “seriosa” (che è ben diverso da “seria”) e melodrammatica,
scelta che paradossalmente avrebbe rischiato di rendere un pessimo servizio
alla causa.
Il taglio dello
spettacolo è dunque quello della commedia e del paradosso: si ride, e molto.
Spesso si ride verde. La risata sottolinea la vergogna del razzismo per
contrasto.Al contempo, l’impianto comico non resta confinato in un unico
genere.
“Come se foste a
casa vostra”, quando meno ce lo si aspetta, quando il comico ha raggiunto il
proprio acme, presenta accenti drammatici che esulano completamente dal genere
della commedia: tratti da testimonianze reali, interamente recitati su musica,
affrontano i temi dell’islamofobia, delle torture nei lager libici, del
razzismo latente dell’italiano medio, della minaccia della chiusura dei porti,
in una chiave rovesciata e allo stesso tempo complementare rispetto al resto
dello spettacolo, fino allo spiazzante finale.
Uno spettacolo
esilarante e commovente, divertente e struggente, un esperimento che potremmo
definire un “genere non genere”.