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12/11/18

TEATRO - "Come se foste a casa vostra", di Michele Cosentini, commedia di paradossi per riflettere sul razzismo

BENEVENTO - Va in scena lunedì 19 novembre 2018 alle ore 21.00 presso il Teatro Massimo di Benevento la pièce di Michele Cosentini “Come se foste a casa vostra” con Sveva Tedeschi, Luca Ferrini, Alberto Melone, Ashay Lombardo Arop, YonasAregay, Paolo Roca Rey.
Lo spettacolo, promosso da Alt Academy Produzioni (con il patrocinio della Regione Lazio;del Comune di Roma per il progetto Integr-Azione; dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Afghanistan;dell’Ambasciata della Costa d’Avorio;dell’Ambasciata della Repubblica di Moldavia;dell’Istituto Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran edell’Istituto Nazione Rom) ha debuttato a Roma il 23 luglio 2018 all’interno della Rassegna “I solisti del Teatro” presso i Giardini della Filarmonica Romana per poi essere stato inserito nel cartellone di Città Spettacolo a Benevento, con replica il 30 agosto 2018. Da fine gennaio fino a marzo 2019 sarà al Teatro Argentina di Roma.
In un momento storico come questo, trattare un argomento come il razzismo diventa quasi un imperativo morale.
L’errore più grande che si sarebbe potuto commettere sarebbe stato quello di affrontare la materia in chiave “seriosa” (che è ben diverso da “seria”) e melodrammatica, scelta che paradossalmente avrebbe rischiato di rendere un pessimo servizio alla causa.
Il taglio dello spettacolo è dunque quello della commedia e del paradosso: si ride, e molto. Spesso si ride verde. La risata sottolinea la vergogna del razzismo per contrasto.Al contempo, l’impianto comico non resta confinato in un unico genere.
“Come se foste a casa vostra”, quando meno ce lo si aspetta, quando il comico ha raggiunto il proprio acme, presenta accenti drammatici che esulano completamente dal genere della commedia: tratti da testimonianze reali, interamente recitati su musica, affrontano i temi dell’islamofobia, delle torture nei lager libici, del razzismo latente dell’italiano medio, della minaccia della chiusura dei porti, in una chiave rovesciata e allo stesso tempo complementare rispetto al resto dello spettacolo, fino allo spiazzante finale.
Uno spettacolo esilarante e commovente, divertente e struggente, un esperimento che potremmo definire un “genere non genere”.