BENEVENTO - Secondo appuntamento, da questa sera, con la rassegna letteraria Stregonerie - Premio
Strega tutto l'anno, ideata e diretta da Isabella Pedicini e Melania Petriello,
con l’Azienda Strega Alberti e la Fondazione Bellonci, e dedicata ai libri che,
negli anni, hanno ottenuto il Premio Strega.
Sabato 26
ottobre, alle ore 18:30, la storica fabbrica del liquore di Benevento, che dà
il nome al più prestigioso premio letterario italiano, apre nuovamente le porte
alle lettrici e ai lettori, agli appassionati, ai curiosi e ospita una
protagonista d'eccezione: la scrittrice Melania Mazzucco, che ha vinto lo
Strega con il suo romanzo “Vita” nell'edizione del 2003.
In
conversazione con l’autrice, la giornalista Claudia Marchionni, caporedattrice
Mediaset.
Un'occasione
di incontro aperto a tutta la città, per omaggiare un classico della narrativa
contemporanea, riscoprire le storie di emigrazione e umanità che quelle pagine
raccontano. E per godere del fascino dell’Azienda Alberti, tra erbe antiche e
misture letterarie.
Il
romanzo di Melania Mazzucco ricostruisce la migrazione italiana in America nei
primi del Novecento attraverso le vicende di due ragazzini, Vita e Diamante,
catapultati dalla povertà della campagna del Mezzogiorno in una grande città,
frenetica e ostile: New York. Un libro denso e commovente, poetico e amaro, in
cui la scrittrice tesse memorie personali e universali, cariche delle grandi speranze
per l’avvenire che caratterizzano chiunque sogni una vita migliore.
Ma
“Vita” è anche un importante documento storico, basato sulle testimonianze del
padre e di uno zio dell’autrice, su corrispondenze private, documenti e indizi
dei giornali dell’epoca, archivi della polizia di Brooklyn e liste dei
passeggeri dei piroscafi.
Un
romanzo straordinario, epico e fiabesco, sul tema della migrazione che si conferma,
mai come oggi, profondamente attuale.
Ricevettero
un cartoncino color seppia. I loro visi erano un alone indeciso, sfocato come
se all'ultimo momento avessero preferito non lasciarsi catturare, non
consegnare a un ricordo morto l'attimo irripetibile che stavano vivendo.
Diamante
era un lampo nero, Vita una macchia chiara. I loro lineamenti sovrapposti e
indistinguibili, come appartenessero a una persona sola.”