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06/06/22

“Terramò”: il respiro di Pozzuoli che fa paura

 


di Emilio Spiniello

NAPOLI - Pozzuoli, nel pieno dei Campi Flegrei, rivive il racconto del suo passato,  quello legato al bradisismo e ai terremoti. Varcando il portale di Palazzo De Fraja-Frangipane il tempo sembra fermarsi, inducendo il visitatore a vivere un viaggio a ritroso.  Un tempo, prima dell'evacuazione del 1970, pullulava di puteolani abitanti, ritrovati in scena nello spettacolo  “Terramò”, in dialetto puteolano, inserito nella rassegna “Racconti per Ricominciare”, il Festival di percorsi teatrali itineranti che interessa tredici spazi monumentali della Campania. Con Pako Ioffredo, Demi Licata, Giorgio Pinto, Giuseppe Ruffo e Ingrid Sansone  ci immergiamo nelle antiche strade di Puteoli, tra suoni ancestrali e storie di vita vissuta dalla società dell’epoca dedita alla pesca e all’agricoltura. Si susseguono davanti agli spettatori, un prete/mistico  ell’atto di un’esecuzione divinatoria,  una donna con in braccio il figlio di un amore “maledetto” , un gay del rione che sa tutto di tutti minacciando di rivelare i segreti dei “potenti”, un pescatore  alle prese con la devastazione dell’area flegrea in fase sismico-vulcanica, una coppia di vicini sui generis che commentano a modo loro l’ordinanza di evacuazione del rione Terra. L’esilio puteolano viene rappresentato nella sua bellezza del farsi arma di rivincita futura per ritrovare le cose perdute, gli amori e i tormenti segnati e tratteggiati dal tremore della terra sempre in bilico tra bellezza e sussulti del terreno.