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27/08/22

BENEVENTO CITTA' SPETTACOLO 2022 - Carmen Castiello e Linda Ocone in viaggio con "Ulisse", uomo comune, fra gioie ed angosce dell'esistenza


di Maria Ricca

EVENTI - E’ una giovanissima e seducente maga Circe ad accogliere gli ospiti all’ingresso del Museo Arcos e poi a condurli per mano nei meandri e nei corridoi della struttura, che si aprono all’attenzione del visitatore, svelando il percorso scelto  per raccontare in parole ed arte tersicorea, il viaggio della vita. E’ “Ulisse”, e non poteva essere altrimenti, simbolo eterno dell’uomo assetato di vita e di sapere, qui “icona dell’uomo del Novecento”, a rappresentare tutti noi nel viaggio dell’esistenza, affrontato talora con coraggio, talora con paura, ma mai fuggito, nella consapevolezza della necessità di fronteggiare alcuni fondamentali ed inevitabili passaggi per ritrovare se stessi. La performance è  rappresentata in tre repliche consecutive, nel cartellone della quarantatreesima edizione di “Benevento Città Spettacolo”, diretta da Renato Giordano. 


In un’ atmosfera di sospensione, si muovono agili le danzatrici della Compagnia “Balletto di Benevento” di Carmen Castiello, a narrare la storia infinita dell’essere umano, sui testi scritti e recitati dall’attrice e regista Linda Ocone, in un binomio artistico profondamente affiatato e seducente, più volte sperimentato in diverse performances ed ormai naturale e consolidato. Affrontare le ombre, resistere ai propri desideri non è semplice, occorre forza di volontà   quasi sovrumana, si direbbe, ma Ulisse non si abbandona al terrore e, dopo aver inizialmente subito, squarcia i veli delle sue paure e torna in mare aperto.  

E’ già tempo d’amore. Ulisse e Penelope (o forse Nausicaa, chissà…) si uniscono nella propria danza d’amore. Incantevoli le coreografie, che restituiscono perfettamente agli spettatori l’idea emozionante dell’irrefrenabile passione che attrae i due amanti. E’ lei però a restare sola, infine, inconsolabile, finché non è un’altra donna a prenderla per mano, la stessa Circe, e a ricondurla alla serenità e alla ragione. Senza solidarietà, è il messaggio dell’autrice, poco si può davvero, in tutti i sensi.


Infine, l’ultimo passaggio, il più drammatico: è il momento della consapevolezza, della necessità di capire e comprendere fino in fondo il dramma dell’esistenza. E’ il momento della resa dei conti. Coreografa ed autrice scelgono di rappresentarlo così, in un passaggio enigmatico, in cui Ulisse e la sua donna, stavolta in impermeabile bianco e cappello scuro calato sugli occhi, incarnano l’ineluttabilità del destino di ciascuno e la necessità di andargli incontro, se non serenamente, di certo inevitabilmente.


Molti applausi, infine, per la performance, che ha convinto il pubblico, ed è stata messa   con molto impegno e studio appassionato da parte degli interpreti, confermando la validità dei bei talenti del territorio.