di Emilio
Spiniello
BENEVENTO - Un
viaggio in quella che dovrebbe essere la normalità, una straziante ed
emozionante umanità che dovrebbe avvolgere le nostre vite, in un tempo in cui
non incrociamo più lo sguardo dell’altro, non ci relazioniamo davvero con il
prossimo. Il giornalista molisano Domenico Iannacone, volto di Rai 3, si cala
nel teatro di narrazione trasformando il racconto televisivo in uno spazio
intimo di riflessione e denuncia. Lo spettacolo "Che ci faccio qui... in
scena", prodotto da TeatroDelLoto-TeatriMolisani, è stato protagonista di
un nuovo appuntamento di "Obiettivo T", la stagione teatrale promossa
dalla Solot - Compagnia Stabile di Benevento. Nel suo tour teatrale, ricco di
date, porta alla luce quello che la televisione non può comunicare, per limiti
suoi. Ha ripreso le storie più intense ed intime, già raccontate in tv,
immergendosi ed estrapolando da esse la grandezza dell’insegnamento.
Iannacone abbatte
la quarta parete, condividendo con la platea le emozioni vissute nei suoi tanti
incontri con persone disagiate e sofferenti. Torna alla sua infanzia e alla
formazione artistico/professionale grazie all’incontro con la poetessa Amelia
Rosselli, morta suicida, ed i grandi esponenti della poesia italiana del ‘900.
Un mondo di ingiustizie, tante come quella l’uomo separato senza lavoro che
vive in auto; la fine dell’ex fabbrica farmaceutiche Leo, oggi covo di sbandati
e drogati, stesso destino per la Scampia degli anni ’90 popolata da zombie
succubi della droga. Senza tralasciare i disastri ambientali a Terzigno e nella
Terra dei Fuochi.
Momenti anche più
positivi e speranzosi come le attività di Linea d'Ombra ODV, una organizzazione
di volontariato nata a Trieste nel 2019 per sostenere le popolazioni migranti
lungo la rotta balcanica oppure il giusto riconoscimento del vitalizio all’artista
Fausto Delle Chiaie, in condizione di disagio economico ma di empatica
grandezza umana. Nella sua Campobasso, l’emozionante cammino di uomo affetto da
sindrome di down che si prende cura della mamma malata di Alzheimer: due
fragilità che si uniscono. Ed ancora il museo degli oggetti del collezionista
Domenico Agostinelli ed il “campo dei miracoli” di calcio nel quartiere
Corviale di Roma: una luce per i giovani del rione nella bruttezza del luogo.
La rivalsa di un’azienda della provincia di Vicenza che ha ripreso quota
producendo telai con tessuti cinesi, salvando tantissime persone dal
licenziamento. Ad accompagnarlo sul palco, le musiche live di Francesco
Santalucia, le installazioni video di Raffaele Fiorella, il coordinamento
tecnico di Eva Sabelli ed artistico di Stefano Sabelli. Sperando di rivedere
Iannacone sul piccolo schermo: abbiamo bisogno del suo sguardo attento ed
accurato sul mondo.