05/01/24

TEATRO - Domenico Iannacone racconta e si racconta, tra intime riflessioni e potenti denunce

di Emilio Spiniello

 

BENEVENTO - Un viaggio in quella che dovrebbe essere la normalità, una straziante ed emozionante umanità che dovrebbe avvolgere le nostre vite, in un tempo in cui non incrociamo più lo sguardo dell’altro, non ci relazioniamo davvero con il prossimo. Il giornalista molisano Domenico Iannacone, volto di Rai 3, si cala nel teatro di narrazione trasformando il racconto televisivo in uno spazio intimo di riflessione e denuncia. Lo spettacolo "Che ci faccio qui... in scena", prodotto da TeatroDelLoto-TeatriMolisani, è stato protagonista di un nuovo appuntamento di "Obiettivo T", la stagione teatrale promossa dalla Solot - Compagnia Stabile di Benevento. Nel suo tour teatrale, ricco di date, porta alla luce quello che la televisione non può comunicare, per limiti suoi. Ha ripreso le storie più intense ed intime, già raccontate in tv, immergendosi ed estrapolando da esse la grandezza dell’insegnamento.

 

 


Iannacone abbatte la quarta parete, condividendo con la platea le emozioni vissute nei suoi tanti incontri con persone disagiate e sofferenti. Torna alla sua infanzia e alla formazione artistico/professionale grazie all’incontro con la poetessa Amelia Rosselli, morta suicida, ed i grandi esponenti della poesia italiana del ‘900. Un mondo di ingiustizie, tante come quella l’uomo separato senza lavoro che vive in auto; la fine dell’ex fabbrica farmaceutiche Leo, oggi covo di sbandati e drogati, stesso destino per la Scampia degli anni ’90 popolata da zombie succubi della droga. Senza tralasciare i disastri ambientali a Terzigno e nella Terra dei Fuochi.

 

 


Momenti anche più positivi e speranzosi come le attività di Linea d'Ombra ODV, una organizzazione di volontariato nata a Trieste nel 2019 per sostenere le popolazioni migranti lungo la rotta balcanica oppure il giusto riconoscimento del vitalizio all’artista Fausto Delle Chiaie, in condizione di disagio economico ma di empatica grandezza umana. Nella sua Campobasso, l’emozionante cammino di uomo affetto da sindrome di down che si prende cura della mamma malata di Alzheimer: due fragilità che si uniscono. Ed ancora il museo degli oggetti del collezionista Domenico Agostinelli ed il “campo dei miracoli” di calcio nel quartiere Corviale di Roma: una luce per i giovani del rione nella bruttezza del luogo. La rivalsa di un’azienda della provincia di Vicenza che ha ripreso quota producendo telai con tessuti cinesi, salvando tantissime persone dal licenziamento. Ad accompagnarlo sul palco, le musiche live di Francesco Santalucia, le installazioni video di Raffaele Fiorella, il coordinamento tecnico di Eva Sabelli ed artistico di Stefano Sabelli. Sperando di rivedere Iannacone sul piccolo schermo: abbiamo bisogno del suo sguardo attento ed accurato sul mondo.