21/12/23

L'INTERVISTA - Enrico Torzillo, autore e regista: una carriera in ascesa, dai "Fuochi" di Yourcenar a prestigiose collaborazioni artistiche

 

di Maria Ricca

TEATRO - Emergono lentamente dall’oscurità, muovendosi in maniera sinuosa, ma decisa, desiderosi di portare all’attenzione di chi guarda ciascuno la propria verità, le proprie ragioni, quelle di chi ha amato troppo , di chi non si è risparmiato, di chi ha pagato amaramente le proprie scelte. Sono i ”Fuochi” di Marguerite Yourcenar, nella versione scelta per la scena da parte di Enrico Torzillo, giovane regista, attore ed autore di origini beneventane, formatosi all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, come gli attori Paolo Madonna, Vincenzo Palladio e Maria Grazia Trombino, da lui diretti,  e già all’attivo numerose esperienze di prestigio, l’ultima in ordine di tempo, con Gabriele Lavia, e prima ancora con Michele Monetta, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, oltre a tantissime occasioni di formazione in Italia, tra seminari condotti da prestigiosi registi, anche per la recitazione in lingua Inglese.

In questi giorni a Benevento, rassegna Solot “Obiettivo T”, nella Scuola da cui è partito con il primo diploma di Teatro, Enrico Torzillo ha affascinato il pubblico con la riproposizione del testo scritto dall’autrice francese nel 1936. Delle nove figure immaginate dalla Yourcenar, che seppe raccontare l’amore “come malattia e come vocazione, come un complesso miscuglio di sentimenti e circostanze, punto di partenza del canto”, Enrico Torzillo ne ha scelte tre fra le più significative, per aprire agli occhi del lettore tematiche diverse e panoramiche conseguenziali. 

Sono Clitemnestra dell’universo del mito, Maria Maddalena, del mondo giudaico-cristiano e Faone, amante della poetessa Saffo, il personaggio più riscritto in chiave contemporanea. Tutti testi originariamente epistolari e dal regista sannita Torzillo riproposti e riscritti in chiave teatrale, con una sapienza artistica già matura ed un piglio esperto, che rivelano grande sensibilità e talento. A breve l’allestimento sarà riproposto a Roma e poi girerà l’Italia.

-Come si costruisce una regia teatrale? Quali aspetti valorizzi dei testi che scegli?

“Ho scoperto con piacere questo testo, che mi ha subito appassionato, e mi è sembrato giusto collocare nell’Oltretomba i tre personaggi, ciascuno dei quali propone la propria arringa di fronte ad una giuria popolare, colpevole solo di aver amato forse all’eccesso. Quale luogo migliore che l’Inferno, tra suoni e grida, in un contesto di sofferenze, per farli muovere nella loro disperazione? A livello tecnico,  poi, mi piace muovermi, sperimentando molto sul linguaggio ed ispirandomi a quello che è il teatro di Luca Ronconi, di Carmelo Bene…”

-Come si coniugano in un uomo di spettacolo tecnica e talento?

“Domanda interessante. Io sono fermo all’assunto che il talento, senza la tecnica, serve a poco. Occorre affinare gli strumenti particolari che ogni forma d’arte ha in sé, perché quello che funziona in un contesto non può funzionare in un altro, quello che va bene per il teatro può non andar bene per il cinema e meno che mai per la televisione. Insomma, il talento va assolutamente canalizzato e bisogna saper operare correttamente, altrimenti si finisce per “uccidere” metaforicamente l’anima del testo rappresentato.”

-Hai scelto di dedicarti alla regia, dopo un primo inizio da interprete…Sei entrato in contatto con Gabriele Lavia ed è almeno un anno che hai modo di collaborare con lui. Dev’essere un’esperienza straordinaria avere l’opportunità di apprendere da uno dei grandi maestri del teatro italiano….

“Lo è, senza ombra di dubbio. Mi ritengo molto fortunato ad aver avuto l’opportunità di poter avvicinare una tale personalità, patrimonio Unesco, direi quasi, che ha intuito la mia vocazione alla regia e mi ha consentito di acquisire tanto. Spero per il futuro di poter continuare in questa collaborazione dalla quale c’è soltanto da imparare.”

-Dove sarà “Fuochi” dopo l’esperienza beneventana? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“A febbraio vi sarà il debutto romano. Nel frattempo comincerò a lavorare per “Il Mercante di Venezia”, che rappresenterà il mio saggio conclusivo all’Accademia e poi continuerò a collaborare con la Solot, con i laboratori, curando anche lo spettacolo di diploma degli allievi di Teatro Studio. Successivamente ancora tanti impegni, ma sempre, sicuramente, nel segno dell’impegno, della cultura e della passione.”