di Maria Ricca
TEATRO - L’insolito e forse inaspettato “duello all’ Ok Corral”
tra Edison e Tesla, la sfida a colpi alti (e bassi!) tra i due geni delle
potenzialità della “conduzione elettrica”
è stato al centro della performance andata in scena nell’ambito del cartellone “FaziOpenTheater”, rassegna Nazionale di
Teatro, Danza e Arti Performative, sezione teatri di innovazione, con
l'ideazione e la direzione artistica di Antonio Iavazzo e l'organizzazione
generale di Gianni Arciprete.
“Le magnifiche sorti e progressive” del mondo, grazie agli
ingegni di “Edison vs Tesla – La luce e l’oblio”, si sono rivelate fra
splendori e miserie nella pièce della compagnia Red Roger di Benevento. Arrampicati
su una scenografia volutamente essenziale quanto aspra, costruita su tubi e reti,
a significare la complessità degli incroci elettrici e le difficoltà di tenere
tutto sotto controllo, Pier Paolo Palma, autore del testo (il calcolatore e
spregiudicato Edison) ed Eugenio Delli Veneri (il visionario ed arguto
Tesla) hanno combattuto senza esclusione di colpi la lotta della vita per
entrambi. Una recitazione “plastica” e molto fisica la loro, sorretta da una
preparazione attoriale certosina. La regia impeccabile ed acuta di Georgia de’ Conno, sottolineata dalle indovinate
scelte musicali del compositore Massimo Varchione, ha raccontato lo scontro tra
titani, avvalendosi di brillanti soluzioni sceniche, una su tutte quella delle
corde in movimento, ad indicare correnti continue ed alternate, ma anche testardaggine e caparbietà contro brillante ingegno
innovatore, doti tese a portare “non la Scienza nelle case, ma la magia”. Un
contrasto tutt’altro che poetico, però, quello portato in scena, ma anzi
piuttosto condizionato dall’ambizione, dalla voglia di primeggiare e di
arricchirsi anche a discapito della verità dei fatti e con l’ausilio di esperimenti orrendi e grotteschi.
Fino all’invenzione più macabra di tutte, quella “sedia elettrica” che nelle
intenzioni avrebbe dovuto dare “più umanità” all’esecuzione, rivelatasi invece,
naturalmente, il supplizio più atroce.
“Scienziati” o “assassini”
ci si chiede in chiusura di pièce? Domanda legittima o forse no, che rimanda,
però, ancora una volta al libero arbitrio, alla piena responsabilità umana sulle
scelte rispetto ai frutti dell’intelligenza umana.
Dopo lo spettacolo, il consueto dibattito con gli attori,
trasformatosi in un piacevole e vivace scambio di battute fra il pubblico e gli
ironici , validissimi interpreti, che con la regista e l’autore delle musiche
hanno illustrato i perché di una scelta teatrale, presentata, all’esordio, a Benevento
Città Spettacolo d'inverno, e che certo non
sfigurerebbe anche come proposta didattica per le scuole, per far riscoprire
agli studenti l’unicità delle due figure rappresentate, illustrando certi
meccanismi, sia fisici che economici.
Prossimo appuntamento con il “FaziOpenTheater”, sezione “Teatri
dei Germogli”, domenica 18 e lunedì 19
febbraio, con “L’Incontro” di Antonio Iavazzo, liberamente ispirato al testo “La
Cerimonia” di Giuseppe Manfridi. In scena l’Associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino
(CE).