di Maria Ricca
TEATRO - Bagno di folla ieri sera, con spettatori
numerosissimi, per Carlo Buccirosso in Villa Bruno, giunto a portare la propria
testimonianza artistica al Premio Troisi 2024, invitato personalmente dal
direttore artistico Gino Rivieccio e naturalmente dal Sindaco di San Giorgio a
Cremano Giorgio Zinno. Un’accoglienza che la dice tutta sulla popolarità dell’attore
e regista, che, con scelte sapienti, ha saputo in questi anni ritagliarsi uno
spazio importante nel panorama artistico, riuscendo ad oltrepassare i confini della
tradizione partenopea, a cui pure resta legatissimo e da cui trae ispirazione,
e ad affermarsi in ambito nazionale, con ruoli in serie Tv e sceneggiati.
Una serata piacevolissima, con la
messinscena de “Il vedovo allegro”, scritto ed interpretato da Buccirosso e
dalla sua compagnia, che si è snodata senza difficoltà, nonostante la grande affluenza ben governata
da chi era preposto all’ordine pubblico e l’inevitabile “indisciplina” di
alcuni spettatori, giunti in ritardo e poco consapevoli della necessità,
proprio perché lo spettacolo era all’aperto, di rispettare le regole e di non
fare confusione.
Ma la compagnia ha trovato la
giusta concentrazione per presentare la storia di Cosimo Cannavacciuolo, vedovo
ipocondriaco, alle prese con la scelta
di scambiare il proprio “seme”, utile per una fecondazione artificiale
eterologa, con l’appianamento dei debiti contratti con la Banca. Di qui un
fuoco di fila di battute dal ritmo serratissimo tenuto dagli attori e dal leader
Buccirosso, fra scambi brillanti in vernacolo e non solo. Un giusto equilibrio
tra la riflessione sui temi proposti e la voglia di sdrammatizzare del teatro
leggero, com’è sempre nelle opere di Buccirosso. Ottimi i comprimari Massimo Andrei, nei panni del rassegnato, ma vivace e pettegolo “guardaporte”
Salvatore, Davide Marotta, sempre irresistibile, nelle vesti di Ninuccio,
figlio acquisito del custode, “mariuolo” impenitente, ma sapiente interlocutore,
Elvira Zingone, “Angelina”, dolce domestica in cerca di marito, divisa tra
praticità e romanticismo, Gino Monteleone, anziano direttore di Banca e
Donatella de Felice, sua giovane e prorompente moglie. Infine, Stefania De Francesco, l’attrice e cantante Virginia,
che affascina il protagonista, ma mai fino in fondo, ed il compassato Matteo
Tugnoli, irreprensibile dottor De Angelis, che in chiusura, con Angelina, si
fidanzerà, esibendosi in un valzer romantico e liberatorio.
Fuochi d’artificio
inaspettati, alla fine, come sempre, nelle notti di San Giorgio a Cremano, un
fuori programma che Carlo Buccirosso ha comunque saputo gestire al meglio,
integrandone la fastidiosa presenza nella performance, con simpatiche battute, che
hanno suscitato ilarità e divertiti applausi.