di Maria Ricca
Ha
scelto un’atmosfera soffusa ed il potere dell’amarcord il direttore artistico
del Premio Troisi Gino Rivieccio per introdurre l’edizione 2024 del Festival, dedicato
all’artista scomparso nella cittadina che gli diede i natali, a San Giorgio a
Cremano. Ed è stato subito un rincorrersi di ricordi, di melodie e di
rimpianti, nel richiamare alla memoria i
giorni che videro la realizzazione de “Il Postino”, il film che consacrò alla
leggenda Massimo Troisi, divenendone testamento spirituale.
Sono passati trent’anni e nella raccolta
cornice di Villa Bruno, è andato in scena un ideale salotto culturale, "Dietro le quinte di un capolavoro", con
regia di Alessandro Bencivenga, per parlare del film, tra testimonianze e video,
ma soprattutto, e per sempre, di Troisi, che lo interpretò ed idealmente lo
diresse, “firmandolo”, sia pur non ufficialmente, con Michael Redford.
Protagonisti
della serata Mariano Rigillo e Anna Bonaiuto, che con i compianti Philippe
Noiret, nei panni di Neruda, e Renato Scarpa, furono tra gli interpreti
principali della pellicola, che portò alla ribalta nazionale un’allora
sconosciuta, bellissima ed intensa Maria Grazia Cucinotta, presente in
video con un saluto registrato agli
ospiti.
A
Cloris Brosca il compito di interpretare le più belle liriche del film, su
tutte “Nuda”, la poesia che Neruda scrisse per la moglie e che “Il postino” Troisi dedica nel
film all’amata Beatrice, suscitando commozione e spasimi.
In
platea, Anna Teresa Rossini, attrice teatrale e cinematografica, anch’ella
impegnata sul set con Troisi, in altre produzioni per il grande schermo.
Alla conversazione, guidata da Francesco Della
Calce, giornalista e critico cinematografico, con Susy Amoruso, presentatrice
ed attrice, hanno preso parte Gerardo Ferrara, docente di Scienze Motorie, che
di Troisi fu la controfigura nelle scene più faticose, l’amico di una vita
Alfredo Cozzolino, l’attore Carlo Di Maio, e poi i produttori Gaetano Daniele e
Lello Saragò ed il critico Roberto Conte.
Aneddoti, sorrisi, amarezze, battute ed indimenticabili emozioni, il
ricordo di “quella volta che Massimo…” , la filosofia malinconica di Troisi,
che pur combattendo fino all’ultimo con la malattia cardiaca che lo affliggeva,
volle realizzare “Il Postino” con il suo cuore e non con quello che gli sarebbe
stato trapiantato se fosse sopravvissuto, hanno segnato il percorso della
serata, preceduta, nel pomeriggio, dalla
presentazione del libro “Il Postino. Metafora di un’emozione” di Irene Cocco. Nelle
ore precedenti, spazio dedicato al concorso per miglior testo teatrale,
migliore sceneggiatura cinematografica, migliore scrittura seriale di fiction
televisive del Premio Troisi, con premio speciale della Giuria del Master
all’attrice Nunzia Schiano.
Il volume, che si avvale della prefazione di Giuseppina Scognamiglio, direttrice della collana Suggestioni, per la casa editrice Valle del Tempo, raccoglie diversi contenuti extra editoriali, scritti da attori e colleghi di Troisi, che hanno riflettuto sul film e sulla figura del suo interprete, cogliendo i risvolti psicologici ed il sentimento alla base dell’opera.
A
Mariano Rigillo, infine, è stato consegnato il Premio Massimo Troisi alla
Carriera, statuetta realizzata dallo scultore Lello Esposito, da parte del
Sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno e dell’assessore alla cultura Pietro De
Martino. A seguire la proiezione de “Il Postino”, a cura dell’Arcimovie.