TEATRO - Va in scena il 6 e 7 settembre, alle 20, al Sagrato del Santuario della Madonna del Taburno di Bucciano, la "Lectura Dantis" di Midora Teatro, regia di Doriano Rautnik, autore e regista. In apertura gli interventi del sindaco di Bucciano Pasquale Matera, della professoressa Maria Felicia Crisci della Società "Dante Alighieri" di Benevento e del Parroco di Bucciano don Luigi Valentino. Musiche dal vivo di Anna e Andrea Viscione. Quindi la messinscena.
Dalle note di regia di Doriano Rautnik: "Nel tempo oscuro che stiamo vivendo — guerre… odio… vittime ogni giorno… - barbarie che credevamo archiviate e invece ritornano… - leggere Dante non è solo un atto culturale. È un’urgenza morale. Un’azione coraggiosa e necessaria. La tecnica e la tecnonologia hanno sicuramente apportato enormi benefici all’umanità, ma hanno prodotto, da tempo, un impatto devastante sulle nostre coscienze, ottundendone la capacità critica e creativa. È necessario, dunque, tornare a riascoltare i poeti e i filosofi. Uomini e donne che con parole alte, profonde e nobili tengono accesa la luce nel buio. Dal tempo di Dante - non meno oscuro e violento del nostro - abbiamo solo potenziato la nostra capacità di autodistruzione, rendendola globale. In questo mare tempestoso e scuro la voce di Dante risuona ancor più potente, diversa, scandalosa e divina. Eppure, attraverso i secoli, quella voce non ha mai smesso di parlare all’uomo, nel suo smarrimento, e nella sua sete di verità, di giustizia, di bellezza. Dante ci offre un viaggio che non è evasione ma un cammino dalla selva oscura alla luce, attraverso l’orrore dell’inferno, la fatica della purificazione e infine l’estasi dell’incontro con l’ “amor che move il sole e l’altre stelle”. Il Santuario della Madonna del Taburno ci è sembrato il luogo più idoneo, perché carico di spiritualità, di silenzio, di memoria. Crediamo che quassù, sotto le stelle, la parola poetica possa ritrovare più che altrove la sua forza originaria: quella capacità di toccare la mente, il cuore e lo spirito, di aprire orizzonti, di risvegliare le coscienze: assopite o distratte dal rumore del mondo. I canti scelti, tra i più belli e potenti dell’intero poema, saranno proposti in forma dialogica e viva, come un vero e proprio testo teatrale, dove ogni personaggio, ogni anima, avrà una sua voce. Vedrete ricomparire idealmente davanti a voi figure che la penna del Sommo poeta ha strappato all’oblio e reso immortali: Virgilio, Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti, il Conte Ugolino, Bonconte da Montefeltro e Pia dei Tolomei, il misterioso e affascinate Marco Lombardo, Piccarda Donati e la silente Costanza d’Altavilla, Carlo Martello e, ovviamente, Beatrice.
Dall’Inferno sentirete i canti III e V che sono quelli in cui il poeta, smarrito e impaurito, attraversata la soglia che lo ha portato tra la perduta gente, incontrerà gli ignavi «a Dio spiacenti e a’ nemici sui» (canto terzo) e i lussuriosi, ovvero «i peccator carnali/ che la ragion sommettono al talento» (canto quinto).
Il X ci porterà nel cuore dell’eresia e del dubbio razionale;
il XXXII e il XXXIII ci mostreranno l’orrore estremo del tradimento e la disperazione del male che divora se stesso.
Dal Purgatorio ascolterete i canti V, XVI e XXX, tre diversi stadi di purificazione: le anime morte di morte violenta che ancora desiderano la luce; il grande canto politico sulla libertà e la corruzione del mondo; e infine l’apparizione di Beatrice, specchio della giustizia e della grazia.
Dal Paradiso, saranno letti i canti III, VIII e XXXIII: la felicità dei beati “umili” e dimenticati dal mondo; la bellezza dell’armonia cosmica; e l’inno finale alla Vergine e alla luce eterna, davanti alla quale ogni parola tace.
In questi canti non c’è solo un patrimonio letterario da custodire. C’è una verità da riconoscere, un cammino da intraprendere, un senso da ritrovare.
E in un tempo che ci sembra senza direzione, forse proprio Dante, poeta esule e profeta, può ancora insegnarci come uscire dalla selva per riveder le stelle."