PARLIAMO DI...


10/04/15

TEATRO - "Anniversario di matrimonio": commedia "nera", tra riso amaro e riflessioni esistenziali, con la Compagnia Autieri, al Magnifico Visbaal

di Maria Ricca


Scene (grottesche?!) da un matrimonio, con accenti di pochade ed “happy end” finale. Sembrerebbe questo il taglio, volutamente ed estremamente ironico, che Crescenzo Autieri, con la sua Compagnia,  al Magnifico Teatro del Magnifico Visbaal il 13 e 14 marzo,  ha voluto dare ad "Anniversario di Matrimonio", la sua  analisi della vita di coppia, logorata dalla noia, dall’abitudine, da un modo inevitabilmente troppo realistico e convenzionale di spendere l’esistenza insieme.
E così l’Autore, attore e regista, mette in scena  quattro disperazioni e due coppie due, in cui la parola fine è sempre alla svolta del primo angolo. Ma per evitare che ciò accada, occorre inventarsi ogni volta qualcosa.
La leggerezza dei toni che accompagna la performance non nasconde la drammaticità della situazione. Matteo attende a casa Giulia, in compagnia di un collega docente universitario, inetto e burlone,  e di sua moglie. E’ il loro decimo anniversario e l’uomo le prepara una festa a sorpresa. La donna non rientra alla medesima ora, come d’abitudine, e l’ansia si impadronisce della mente del marito. Mille supposizioni si affacciano alla mente di lui, che appare integerrimo custode della fedeltà coniugale e che mai si “perderebbe nemmeno negli occhi di un’altra donna”, pur avendone l’opportunità. Né è di conforto, anzi, semmai, peggiora la situazione, l’eterno, ridicolo scherzare dell’amico, che evoca amori clandestini per la moglie del collega, inutilmente rimproverato dalla consorte, che lo invita ad una maggiore sobrietà.
Quando Giulia finalmente rientra è in compagnia di un sedicente pittore di strada, che si è portato a casa, “per offrirgli un’opportunità diversa”, perché solo lui ne ha capito l’animo. Anche la donna dipinge e lo fa da una vita, ritraendo di volta in volta le fasi dell’amore che attraversa con Matteo, dall’idillio iniziale alla quiete del tran tran, fino al buio della noia.
Man mano la trama si svela agli occhi dell’incredulo spettatore. Il pittore altri non è che un improvvisato killer, prezzolato dal marito, che attende solo il momento giusto per farla fuori. E’ un attimo e il pubblico comprende che l’uomo è protagonista di un doppio gioco: anche la donna lo ha pagato per la stessa “missione”. Utile contorno alla disperazione di coppia sono gli amici, ciascuno all’insaputa (o almeno così pare!) dell’altro, intendono avvalersi degli stessi servigi.
L’unico incredulo resta  il timido e goffo “killer”, che sfugge alle pressioni di tutti, scappando via appena possibile, ma non senza il “malloppo”.
E’ tutto previsto, però. Ognuno sa dell’altro, in questa “commedia nera”, in cui c’è spazio per raccontare ogni difficoltà di certe scelte, del puntare tutto su una donna ("Questo è il matrimonio, e chi non è sposato non può capire, mentre chi lo è non può che condividere!"), accettando di passare con lei, dall’idillio romantico, sottolineato opportunamente dalla colonna sonora dello spettacolo, con “La prima cosa bella” , emozionante versione di  Malika Ayane, alla prosaicità del sesso, primo contatto con la realtà.
Non resta che uccidersi, reciprocamente, puntandosi la pistola contro in simultanea, come accadde tanti anni fa ad una coppia simile, che non riuscì a ritrovare il proprio percorso. Perché, se stare insieme è impossibile, "lo è altrettanto immaginarla fra le braccia di un altro l’uomo", confessa lui.
Così la coppia decide di darsi un’altra possibilità e lei di indossare idealmente di nuovo quelle ali attraverso le quali lui la fa librare nel cielo ideale di un amore in fondo mai sopito. E’, dunque, tempo di spegnere insieme, contemporaneamente, la candelina del decimo anniversario. L’anno prossimo, certo,  bisognerà trovare ancora un altro inganno a cui aggrapparsi. Chissà…
Applausi, infine, per una pièce divertente, finalmente lontana da certi stilemi “criptici”, che sembrano tanto di moda oggi. “E’ così – conferma l’autore e regista Autieri, napoletano d’origine, formatosi all’Accademia, protagonista di film con Leo Gullotta, all’attivo collaborazioni per la Tv con Elvio Porta, al vertice di un gruppo teatrale consolidato, di cui cura progetti e testi inediti. “Solo partendo da strutture classiche consolidate – dice -  si può poi arrivare alla destrutturazione degli schemi ed ad evolverli, magari smontandoli e rimontandoli. In giro, tuttavia, c’è tanta confusione,  molti non sanno davvero da dove cominciare e si lanciano in improbabili avventure. Ma poi, lo spettacolo rischi di “godertelo” da solo, se non riesci  a coinvolgere lo spettatore e a dargli qualcosa. Detto questo, però – conclude Autieri -  sono aperto a nuove drammaturgie e a nuove sperimentazioni, sempre. L’importante è che siano giustificate da un percorso.” 
Prossimo appuntamento con il “Magnifico Teatro”, il 17 e 18 aprile, con “Bukowski. A Night with Hank”, di Francesco Nikzad,  diretto e interpretato da Roberto Galano.