Mimmo Soricelli |
"Vorremmo una piccola “cittadella della cultura” per i bambini e i ragazzi”
di Maria Ricca
Sulla
scena dal 1985, la Compagnia Teatro Eidos è sempre più attiva, nonostante le
difficoltà del settore, che hanno investito tutte le compagini artistiche del
territorio, a causa della carenza o addirittura mancanza di fondi istituzionali
consistenti, per la realizzazione dei progetti artistici.
La
stagione 2012-2013, ha visto Virginio de Matteo, Mimmo Soricelli, Raffaella
Mirra, Martina Iorio, Claudio Mirra (scenografo), ancora in prima linea, con “Il
Paese dei Sogni” ed “AnGHInGò Scuola”, rassegne che hanno riscosso interesse e
consensi, a conferma che una bella fetta di pubblico è profondamente legata a
questi appuntamenti, sempre di rilievo. Importante, poi, l’attenzione riservata dalla Eidos, sempre nella
parte conclusiva del mese di gennaio, alle celebrazioni relative alla “Giornata
della Memoria”, con la presentazione de “La Trasferta”, ormai entrata a pieno
titolo nel panorama delle opere teatrali più interessanti realizzate sul
territorio.
Ma,
se continua la produzione Eidos per gli adulti, l’attenzione della compagnia è
sempre più diretta ai piccoli e grandi spettatori intervenuti agli eventi che
hanno occupato questi ultimi mesi, domenica dopo domenica, coinvolgendo
compagnie “ospiti” di rilievo del settore e gli stessi organizzatori, i quali
hanno proposto i propri “cavalli di battaglia” e nuove produzioni. Ne parliamo
con Mimmo Soricelli.
-Come nasce la vostra
predisposizione, confermata dal consenso di pubblico, per la produzione del teatro
ragazzi?
“Proveniamo
da esperienze professionali e formative diverse, le “Belle Arti” di
Napoli, la “Silvio D’Amico” di Roma, il “Maloeis” di Benevento. Decidemmo
nel 1985, con caparbietà e… un pizzico di incoscienza, di formare una compagnia
teatrale, partendo proprio dal nostro territorio, invece di emigrare nei centri
dove la produzione e la circuitazione teatrale esisteva già. Per i primi
allestimenti avevamo preferito rivisitare i grandi classici, poi quasi per
caso, nel 1992, ci siamo imbattuti in un canovaccio della commedia dell’arte
con la maschera di Pulcinella. Con questa messa in scena abbiamo scoperto che,
oltre al pubblico di adulti (pellicce e cravatte) esisteva un pubblico più
genuino e più assetato di teatro, quello dei giovanissimi.
Così,
in tempi non sospetti per il mercato del Teatro Ragazzi (nel senso che non
esisteva ancora, né da noi né altrove una vera circuitazione di questo genere
teatrale) abbiamo cominciato a mettere in scena opere dirette esclusivamente a
loro. Parallelamente facevamo circuitare le opere dirette al pubblico di
adulti. Ma gli spettatori che ci davano più soddisfazione erano i bambini.”
-Quali sono le differenze sostanziali, dal punto di vista artistico e tecnico, per l’allestimento di una produzione di Teatro Ragazzi?
-Quali sono le differenze sostanziali, dal punto di vista artistico e tecnico, per l’allestimento di una produzione di Teatro Ragazzi?
Lo sforzo della messa in scena è minore dal
punto di vista economico (non si ha bisogno di grandi allestimenti, i bambini
lavorano molto con la fantasia, con l’immaginazione e si accontentano di pochi
elementi per immaginare un bosco, una città ecc.) mentre lo sforzo era di gran
lunga maggiore dal punto di vista artistico; ritmi, tempi, caratterizzazioni
dei personaggi, struttura drammatica del racconto, devono essere studiati
attentamente, ben calibrati e in perfetto equilibrio tra loro; tutto ciò ti
stimola a studiare molto e a scoprire sempre maggiori e diverse capacità che
puoi avere, come scrittore, come regista, come scenografo, come attore, come
tecnico, come qualsiasi figura professionale che serve per allestire uno
spettacolo. Inoltre lo sforzo attoriale in scena deve essere massimo, la
tensione sempre viva; in poche parole: quando ti trovi di fronte ai bambini
devi faticare, sudare, per tenere sempre desta la loro attenzione, la loro
curiosità, non ti puoi “sedere”, altrimenti si distraggono (fortunatamente non
hanno peli sulla lingua) e se non li coinvolgi rumoreggiano, non ridono, non
applaudono, vanno a casa insoddisfatti. Se hai fatto bene il tuo lavoro,
invece, ridono fragorosamente o sono silenziosi come tombe nei momenti giusti:
allora puoi ritenerti soddisfatto, felice di aver loro regalato un’emozione che
non dimenticheranno facilmente, di aver arricchito il loro sapere.
Sforzi riconosciuti, visti i
premi che avete vinto…
Importanti
per il “mercato”, ma secondari per chi
fa questo mestiere con passione e consapevolezza del destinatario, del pubblico
che affronta. Nel 2002 abbiamo conquistato il premio al Festival Internazionale
di Padova, nel 2003 la “Rosa d’Oro”, nel 2005, 2006 e 2008 i premi al
Festival “Teatro Pinocchio” di Salerno e nel 2009 il riconoscimento, tanto
atteso, da parte del MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali), come “Compagnia di eccellenza nel settore del
teatro ragazzi”. Intanto anche la città e il nostro territorio hanno cominciato
ad apprezzare il nostro lavoro, e sono arrivate le rassegne di teatro ragazzi
che speriamo di poter far crescere come il pubblico stesso ci chiede sempre con
maggiore forza.
Non sono mancate difficoltà,
però…
Certo.
Innanzitutto quella di vivere in un posto distante dalle realtà della
distribuzione e del mercato del teatro in genere, quindi affermarci in giro per
l’Italia non è stato semplice, sicuramente abbiamo dovuto faticare di più
rispetto a chi ha scelto di operare a Napoli, a Roma, a Milano ecc.; ma alla
fine ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti a portare il
Teatro Eidos (e Benevento) in giro per tutta l’Italia, da Aosta a
Trapani e così via; la caparbietà e quel pizzico di incoscienza di 25 anni fa,
infine, ci hanno premiato.
Oltre
alla grande soddisfazione di fare con passione questo mestiere e di scoprire
dal punto di vista personale e artistico le proprie qualità e le proprie
capacità, oltre a vedere gli occhietti dei bambini pieni di gioia, c’è anche la
grande gioia di aver costruito qualcosa nel nostro (non facile) territorio.
Questo ci ha dato il Teatro Ragazzi e questo, sicuramente, continuerà
a darci, finché faremo il nostro lavoro con serietà, con professionalità, con
passione, considerandolo non il “teatrino”, il “teatro di serie B”, ma il
“teatro di serie A superior”. E tutto ciò non ci sembra poco.
E i progetti per il futuro?
Dove va questo “vostro” Teatro Ragazzi?
I
nostri progetti? Sono tanti. Quello più importante però forse è un sogno:
realizzare nella nostra città uno spazio tutto dedicato ai giovanissimi. Un
teatro dove si possano leggere libri, ascoltare musica, vedere balletti,
assistere ad incontri educativi, a spettacoli teatrali, solo diretti e a
loro dedicati; una piccola “cittadella della cultura” per i bambini e i
ragazzi.