PARLIAMO DI...


20/04/13

L'INTERVISTA alla Compagnia Eidos: “Bilancio positivo per le rassegne “Il Paese dei Sogni” e “AnGHInGò Scuola”

Mimmo Soricelli

"Vorremmo una piccola “cittadella della cultura” per i bambini e i ragazzi”


di Maria Ricca

Sulla scena dal 1985, la Compagnia Teatro Eidos è sempre più attiva, nonostante le difficoltà del settore, che hanno investito tutte le compagini artistiche del territorio, a causa della carenza o addirittura mancanza di fondi istituzionali consistenti, per la realizzazione dei progetti artistici.
La stagione 2012-2013, ha visto Virginio de Matteo, Mimmo Soricelli, Raffaella Mirra, Martina Iorio, Claudio Mirra (scenografo), ancora in prima linea, con “Il Paese dei Sogni” ed “AnGHInGò Scuola”, rassegne che hanno riscosso interesse e consensi, a conferma che una bella fetta di pubblico è profondamente legata a questi appuntamenti, sempre di rilievo. Importante, poi,  l’attenzione riservata dalla Eidos, sempre nella parte conclusiva del mese di gennaio, alle celebrazioni relative alla “Giornata della Memoria”, con la presentazione de “La Trasferta”, ormai entrata a pieno titolo nel panorama delle opere teatrali più interessanti realizzate sul territorio.
Ma, se continua la produzione Eidos per gli adulti, l’attenzione della compagnia è sempre più diretta ai piccoli e grandi spettatori intervenuti agli eventi che hanno occupato questi ultimi mesi, domenica dopo domenica, coinvolgendo compagnie “ospiti” di rilievo del settore e gli stessi organizzatori, i quali hanno proposto i propri “cavalli di battaglia” e nuove produzioni. Ne parliamo con Mimmo Soricelli.
-Come nasce la vostra predisposizione, confermata dal consenso di pubblico, per la produzione del teatro ragazzi?
“Proveniamo da esperienze professionali e formative diverse, le “Belle Arti” di Napoli, la “Silvio D’Amico” di Roma, il “Maloeis” di Benevento. Decidemmo nel 1985, con caparbietà e… un pizzico di incoscienza, di formare una compagnia teatrale, partendo proprio dal nostro territorio, invece di emigrare nei centri dove la produzione e la circuitazione teatrale esisteva già. Per i primi allestimenti avevamo preferito rivisitare i grandi classici, poi quasi per caso, nel 1992, ci siamo imbattuti in un canovaccio della commedia dell’arte con la maschera di Pulcinella. Con questa messa in scena abbiamo scoperto che, oltre al pubblico di adulti (pellicce e cravatte) esisteva un pubblico più genuino e più assetato di teatro, quello dei giovanissimi.
Così, in tempi non sospetti per il mercato del Teatro Ragazzi (nel senso che non esisteva ancora, né da noi né altrove una vera circuitazione di questo genere teatrale) abbiamo cominciato a mettere in scena opere dirette esclusivamente a loro. Parallelamente facevamo circuitare le opere dirette al pubblico di adulti. Ma gli spettatori che ci davano più soddisfazione erano i bambini.”
-Quali sono le differenze sostanziali, dal punto di vista artistico e tecnico, per l’allestimento di una produzione di Teatro Ragazzi?
 Lo sforzo della messa in scena è minore dal punto di vista economico (non si ha bisogno di grandi allestimenti, i bambini lavorano molto con la fantasia, con l’immaginazione e si accontentano di pochi elementi per immaginare un bosco, una città ecc.) mentre lo sforzo era di gran lunga maggiore dal punto di vista artistico; ritmi, tempi, caratterizzazioni dei personaggi, struttura drammatica del racconto, devono essere studiati attentamente, ben calibrati e in perfetto equilibrio tra loro; tutto ciò ti stimola a studiare molto e a scoprire sempre maggiori e diverse capacità che puoi avere, come scrittore, come regista, come scenografo, come attore, come tecnico, come qualsiasi figura professionale che serve per allestire uno spettacolo. Inoltre lo sforzo attoriale in scena deve essere massimo, la tensione sempre viva; in poche parole: quando ti trovi di fronte ai bambini devi faticare, sudare, per tenere sempre desta la loro attenzione, la loro curiosità, non ti puoi “sedere”, altrimenti si distraggono (fortunatamente non hanno peli sulla lingua) e se non li coinvolgi rumoreggiano, non ridono, non applaudono, vanno a casa insoddisfatti. Se hai fatto bene il tuo lavoro, invece, ridono fragorosamente o sono silenziosi come tombe nei momenti giusti: allora puoi ritenerti soddisfatto, felice di aver loro regalato un’emozione che non dimenticheranno facilmente, di aver arricchito il loro sapere.
Sforzi riconosciuti, visti i premi che avete vinto…
Importanti per il “mercato”,  ma secondari per chi fa questo mestiere con passione e consapevolezza del destinatario, del pubblico che affronta. Nel 2002 abbiamo conquistato il premio al Festival Internazionale di Padova, nel 2003 la “Rosa d’Oro”, nel 2005, 2006 e 2008 i premi al Festival “Teatro Pinocchio” di Salerno e nel 2009 il riconoscimento, tanto atteso, da parte del MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali),  come “Compagnia di eccellenza nel settore del teatro ragazzi”. Intanto anche la città e il nostro territorio hanno cominciato ad apprezzare il nostro lavoro, e sono arrivate le rassegne di teatro ragazzi che speriamo di poter far crescere come il pubblico stesso ci chiede sempre con maggiore forza.
Non sono mancate difficoltà, però…
Certo. Innanzitutto quella di vivere in un posto distante dalle realtà della distribuzione e del mercato del teatro in genere, quindi affermarci in giro per l’Italia non è stato semplice, sicuramente abbiamo dovuto faticare di più rispetto a chi ha scelto di operare a Napoli, a Roma, a Milano ecc.; ma alla fine ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti a portare il Teatro Eidos (e Benevento) in giro per tutta l’Italia, da Aosta a Trapani e così via; la caparbietà e quel pizzico di incoscienza di 25 anni fa, infine, ci hanno premiato.
Oltre alla grande soddisfazione di fare con passione questo mestiere e di scoprire dal punto di vista personale e artistico le proprie qualità e le proprie capacità, oltre a vedere gli occhietti dei bambini pieni di gioia, c’è anche la grande gioia di aver costruito qualcosa nel nostro (non facile) territorio. Questo ci ha dato il Teatro Ragazzi e questo, sicuramente, continuerà a darci, finché faremo il nostro lavoro con serietà, con professionalità, con passione, considerandolo non il “teatrino”, il “teatro di serie B”, ma il “teatro di serie A superior”. E tutto ciò non ci sembra poco.
E i progetti per il futuro? Dove va questo “vostro” Teatro Ragazzi?
I nostri progetti? Sono tanti. Quello più importante però forse è un sogno: realizzare nella nostra città uno spazio tutto dedicato ai giovanissimi. Un teatro dove si possano leggere libri, ascoltare musica, vedere balletti, assistere ad incontri educativi,  a spettacoli teatrali, solo diretti e a loro dedicati; una piccola “cittadella della cultura” per i bambini e i ragazzi.