Massimiliano Foà, Luca Iervolino e Paola Zecca sono
i protagonisti della visita guidata con spettacolo alla Foresta Regionale di
Cuma, sul tema “TEMPESTA nella Foresta”, libero adattamento da “ La tempesta” di William Shakespeare, regia di Rosario Sparno. La produzione del Teatro Stabile di Napoli, “Le Nuvole” – Stabile di Innovazione Ragazzi, in collaborazione con Assessorato Agricoltura Regione Campania è uno spettacolo per tutti, a partire dagli 8 anni .
scenario, la Foresta Regionale di Cuma, Strada
della Colmata 131 - località Cuma (Pozzuoli), sabato 11 maggio ore 16.00 e 18.00, domenica 12 maggio ore 10.00 e 12.00.
L’ isola si
allontana dallo spazio teatrale classico per porre lo spettatore al centro di un’installazione fra natura e arte contemporanea. Isola e magia si fondono e si esaltano per dare vita a un luogo fatato che gli spettatori - grandi e piccini – possono calcare, ascoltare,
abitare, in un’esperienza sensoriale assolutamente inaspettata!Una tempesta di parole, ma anche di immagini e suoni ci portano
sull’isola incantata di Prospero.
Come in un sogno, o forse proprio sognando, il servo-mostro Calibano, lo schiavo, il deforme, il triste diavolo, la lenta tartaruga, il pesce crapulone, anela a nuove storie in cui le parole diventino strumento di libertà e magia.
Parole che travolgono i protagonisti, gli attori e con loro gli spettatori. Il racconto ha inizio quando gran parte degli eventi sono già accaduti…
Prospero rinuncerà alla magia con un famoso monologo, noto riferimento a Shakespeare, che con quest’opera abbandona il teatro per riconciliarsi con se stesso e la società.
Come in un sogno, o forse proprio sognando, il servo-mostro Calibano, lo schiavo, il deforme, il triste diavolo, la lenta tartaruga, il pesce crapulone, anela a nuove storie in cui le parole diventino strumento di libertà e magia.
Parole che travolgono i protagonisti, gli attori e con loro gli spettatori. Il racconto ha inizio quando gran parte degli eventi sono già accaduti…
Prospero rinuncerà alla magia con un famoso monologo, noto riferimento a Shakespeare, che con quest’opera abbandona il teatro per riconciliarsi con se stesso e la società.