Dal 1 al 24 agosto, in scena le compagnie amatoriali. Il 23, la “Festa di Matrimonio” della Solot. Si chiude con la “Finestra sul mondo”, per denunciare la violenza sulle donne
di Maria Ricca
E’
“Teatro…Vagando”, nel senso di “teatro itinerante”, quello che si propone al
pubblico, andandolo a cercare dove c’è, e non aspettandolo inerte. Ed è quello
che la direzione artistica di Massimo D’Agostino ha inteso promuovere ancora
per l’undicesima edizione dell’omonima rassegna a Sant’Angelo a Cupolo. E non
poteva essere altrimenti, per una realtà come quella del territorio ospitante,
diviso in varie frazioni, ciascuna delle quali coinvolta nel mini Festival,
ciascuna con le sue peculiarità. “Il messaggio che lanciamo va nel segno
dell’aggregazione, di uno spirito artistico e culturale che unisce e non
divide, secondo un obiettivo anche bi-partisan”, ha sottolineato il direttore artistico
D’Agostino, anima anche della compagnia “La Banda degli Onesti”, che a “Teatro
Vagando” presenterà “ ‘O Spusarizio”, di Raffaele Viviani, il 20 agosto, in
Piazza Garibaldi, a S. Angelo. “Altra finalità – ha continuato d’Agostino – è
stata quella di mettere a disposizione delle diverse compagnie amatoriali della
zona uno spazio ove rappresentare i propri lavori.”Nessuna
competitività fra i gruppi teatrali, solo la voglia di partecipare, nel segno
dell’amicizia, come ha chiarito don Massimo Borreca, parroco di S. Angelo, anch’egli
simpaticamente “arruolato” in una delle compagnie con un piccolo ruolo: “Credo
nella valenza educativa del teatro. Se la Chiesa partecipa a queste iniziative
è certo un valore aggiunto, nell’ottica dell’unificazione e della
collaborazione. Nei piccoli centri, del resto, la Parrocchia ha un impegno
aggregativo potente.”
Ma non tutte
amatoriali sono le compagnie coinvolte.
Il 23 agosto vi sarà infatti la Solot-Compagnia Stabile di Benevento, ad
occupare la scena della rassegna, anzi la Piazza Madonna delle Grazie, nella
frazione Panelli, con la rievocazione della “Festa di Matrimonio”, già
presentata con successo nei mesi scorsi a Casaldianni, perfetta ricostruzione
filologica di una celebrazione anni Cinquanta, con canti e danze tipici del
periodo, intervallati da degustazioni delle pietanze caratteristiche, con
taglio della torta e distribuzione di confetti in chiusura. Agli invitati sarà chiesto di indossare
almeno un elemento anni Cinquanta nella propria “mise” e la Compagnia “La Banda degli Onesti”
metterà a disposizione anche costumi “ d’epoca”, se dovessero servire.
Si chiude il 24 agosto, a Montorsi, in Piazza s. Donato, con una speciale “Finestra sul Mondo”. Protagoniste le “Femmine Antiche” di Tiziana Maio, della Cooperativa Sociale Immaginaria di Benevento, “donne longobarde e sannite” e “Giuseppina donna del Sud”, monologo di Pierluigi Tortora, che narra di sua nonna, assurta a simbolo di certa figura femminile del meridione, “donna forte e debole, umile e orgogliosa, madre e moglie, che appartiene alla sua terra, difficile e affascinante”.
Uno spazio voluto
proprio per dar voce alle questioni del mondo e della violenza sulle donne,
sempre più drammaticamente attuale.
“Spettacoli,
soprattutto questi ultimi – ha concluso il commissario straordinario dell’Ente
Provincia Aniello Cimitile - a cui
assisterò con molto interesse, per le tematiche affrontate, così come a quelli
dell’intera rassegna, apprezzabile per il suo carattere di originalità. Se riusciremo,
concluderemo il nostro impegno amministrativo promuovendo un momento
importante, anche di riunione, legato alla cultura longobarda e al ruolo della
donna, ricordando il culto di Iside, ma pure, per esempio, la bella figura di
Adelperga, e così via dicendo.”
Ha concluso
l’incontro l’intervento del Sindaco di S. Angelo a Cupolo, D’Orta, il quale,
nell’esprimere il plauso per l’iniziativa, “che riesce a creare un clima
davvero magico” ha rimarcato la forza di un evento “che ci rende fieri ed
orgogliosi, per il suo intento di voler superare la divisione, sempre
considerata una penalità, tra i tanti piccoli centri, difficili da raccordare.”
Ciascuna Compagnia riceverà, infine, un attestato di partecipazione, il “Premio Umberto Ingaldi”, consegnato dal papà
del giovane prematuramente scomparso, Lamberto, anch’egli apprezzato attore
della compagnia “Pro Ecclesia”. Un altro segno a favore della non competitività
tra compagnie, come la raccolta fondi durante le serate, che servirà per
l’acquisto di un defibrillatore.
Non solo
“cultura”, dunque, ma anche serio impegno a favore della comunità.