PARLIAMO DI...


06/09/13

BN CITTA' SPETTACOLO ed. 2013 - "Garage" di Lello Serao: va in scena il teatro-forum

Lello Serao
di Maria Ricca


Il Teatro come “forum”, strumento di denuncia sociale.  Per un invito, senza moralismi, a riflettere sui
meccanismi della convivenza umana. Accade a “Città Spettacolo”, con “Garage”, l’opera che va in scena, in “prima nazionale”, sabato 7 settembre, alle 20, al Mulino Pacifico.
Scenario è uno stabile borghese, ove si tiene una riunione di condominio. Il “casus” è lo stupro che viene consumato ai danni di una ragazzina di 17 anni da parte di cinque ragazzi del palazzo.
La ragazzina è figlia di una donna egiziana semiclandestina. L’amministratore ha convocato la riunione per permettere l’incontro dei genitori dei ragazzi interessati con un avvocato, che dovrà trovare la soluzione meno compromettente al “problema”. I partecipanti hanno,  ognuno per ragioni diverse, la necessità che la riunione convocata porti ad una soluzione che non intacchi lo status e preservi da indagini ulteriori. L’evoluzione drammaturgica degli eventi è resa con una lingua contemporanea spedita e sagace senza fronzoli. Del lavoro, scritto da Marco Zannoni, parliamo con il regista Lello Serao.
-Da dove deriva l’idea di “Garage”?
“Nasce durante la scorsa tournée di “Libera Scena Ensemble”, da  una serie di discussioni e riflessioni. E da un laboratorio sulle “regole”. Eravamo reduci da un incontro con il magistrato Gherardo Colombo. Riflettevamo insieme sul fatto che l’Italia, il nostro Paese, sebbene si sia dato delle regole, in sostanza queste non sono mai state completamente rispettate  e la nazione in questo non è mai diventata adulta, fino a stravolgere in qualche modo il senso etico del Paese:”
-Quindi nella pièce gli stupratori in sostanza si “autoassolvono”…
“Beh, nessuno ne esce in modo positivo, né genitori, né ragazzi. Tutti i protagonisti al negativo sono “di buona famiglia”. Nella  riunione condominiale in scena,  più che condannarli,  si tenta in effetti di  stabilire quale linea di condotta tenere, insomma  come comportarsi nei confronti della madre della clandestina violata, che vive nello stabile, per evitare guai. Alla fine la soluzione viene come se fosse una questione condominiale, quasi per legge. Certo, fra i condomini le posizioni sono le più diverse, ma vince la necessità del “quieto vivere”.
-Di chi sono le responsabilità se in Italia le regole non sempre si rispettano o si tenta di metterle in discussione?
“Sicuramente se il sistema Paese è viziato è perché nella famiglia, sua prima cellula, si sono rotti dei meccanismi. Non c’è una borghesia consapevole come in Francia,  si cerca sempre di modificare le regole stabilite. Nella pièce, una sorta di “teatro-forum” si  tenta, invece,  di aprire una discussione sulle regole. Se esistono e  sono state  fatte, bisogna rispettarle e basta. Poi si può discutere se andrebbero cambiate, ma se ci sono vanno rispettate.”

Il programma completo della rassegna, giorno per giorno, è sempre disponibile su www.cittaspettacolo.it