![]() |
Gli attori ringraziano il pubblico |
Splendide interpretazioni di Daniela Del Monaco e Gelsomina Troiano. In platea il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza
di Maria Ricca
Hanno vinto le donne, nella “prima” di Città Spettacolo. Protagoniste splendide de “La Bohème” di Puccini, nella versione del Conservatorio Statale “Nicola Sala”, scelto ancora come istituzione rappresentativa e bella realtà educativa, per aprire “Benevento Città Spettacolo”. Maestro di cerimonie il direttore artistico della rassegna Giulio Baffi, che all’inizio ha ringraziato autorità e convenuti , con la consueta ironia ed affabilità, invitando tutti a godersi il Festival, come ha fatto lui stesso per primo, cappellino e scialle rosso in prima fila, accanto ad un altro spettatore d’eccezione, Luigi De Filippo, in platea con la moglie Laura Tibaldi.
![]() |
Una scena suggestiva |
![]() |
Il ministro Carrozza |
Atmosfera da vera kermesse, dunque, venerdì 6 settembre, nell’emiciclo del Teatro Romano, intorno alla cavea dell’orchestra, ed entusiasmo irrefrenabile di amici e parenti sugli spalti, per i protagonisti de “La Bohème”, beneventani per la più parte, tradottosi in applausi, anche a scena aperta.
Non applausi immeritati, però, soprattutto per le figure femminili al centro della rappresentazione . Hanno vinto le donne, si diceva, ed ha vinto soprattutto Daniela Del Monaco. Tenera ed intensa la sua interpretazione dei drammi di Mimì, che ha reso struggente soprattutto nei duetti con Rodolfo, un misurato Guglielmo De Maria, in intensa contrapposizione con la gioiosa esuberanza dell’irresistibile Gelsomina Troiano, splendida Musetta, accanto a Raffaele Raffio, voce potente e presenza scenica importante, per dar vita al pittore Marcello.
Menzione particolare per Luciano Matarazzo (Schaunard), Yan Sinan (Coline), Rosario Grauso (Benoit e sergente dei doganieri), Fabrizio Crisci (Alcindoro), Mariano Della Morte (Parpignol), Anton Gryniak (doganiere).
![]() |
L'Orchestra del Conservatorio |
Molto suggestiva, in particolare, la scena conclusiva, quella della morte di Mimì, credibilissima ed efficace nell’interpretazione e nelle scelte registiche di Emanuele Di Muro, che, nel secondo quadro, ha sapientemente costruito le “scene di folla”, difficili da coordinare, per la presenza del coro delle voci bianche, dirette da Alessio Salvati, con il Maestro del Coro Adriana Accardo, e per gli stessi movimenti scenici, indispensabili all’azione, con numerosi bimbi sul palco ed agili comparse. Gradevolissima e simpatica la presenza di Fernanda Matarazzo, artista appassionata.
Un impegno non da poco per il maestro concertatore e direttore d’orchestra Francesco Ivan Ciampa, a cui è spettato il compito di tirare le fila dell’intera rappresentazione. Anche per lui applausi a scena apertaper una messinscena che ha premiato il lavoro certosino dei protagonisti e di altre due signore, il Direttore del Conservatorio Maria Gabriella Della Sala ed il presidente Caterina Meglio, che hanno creduto ciecamente e profondamente nella riuscita dell’intera operazione. Conferma alla serietà del progetto è venuta dalla presenza, fra le signore, nell’elegante “parterre” del Teatro Romano, del Ministro della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza, sobria, elegante, consapevole, accolta, naturalmente e premurosamente, dalle figure istituzionali cittadine e punto di convergenza inevitabile di scatti fotografici e obiettivi di telecamere.
![]() |
Folto pubblico |